"La prossima vittima", titolo originale Eye for an eye, il thriller drammatico diretto da John Schlesinger del 1996, è tornato a catturare l'attenzione del pubblico su Netflix.
Racconta la storia di Karen McCann (Sally Field), una madre devastata dalla perdita della figlia, che decide di farsi giustizia da sola dopo che viene delusa dal sistema legale.
Il finale del film, carico di tensione e dilemmi morali, ci fa riflettere sul confine tra vendetta e giustizia. Scendiamo nei dettagli.
Il finale di La prossima vittima, lascia gli spettatori con sentimenti contrastanti.
La protagonista è Karen (interpretata da Sally Field, che ricordiamo in Mrs Doubtfire), una madre devastata dal dolore e dall'angoscia. Sua figlia, infatti, è stata violentata e assassinata brutalmente Robert Doob, un criminale che riesce a evitare la prigione a causa di cavilli legali.
Delusa da questo fallimento della giustizia che la fa soffrire ancora di più, Karen attraversa un viaggio emotivo e morale che culmina in una decisione estrema: farsi giustizia da sola.
Nelle scene finali, Karen attira Doob nella sua casa con una scusa. Quest'ultimo, sicuro della sua superiorità fisica, pensa di avere il controllo della situazione.
Ma le cose non vanno come lui spera. Karen, infatti, riesce a portare a termine la sua vendetta e a ucciderlo.
Il sorriso amaro nasce dal fatto che la polizia, che fino a quel momento non era riuscita a proteggere sua figlia e nemmeno a darle giustizia, arriva proprio alla fine, quando tutto è ormai compiuto.
Guarda il trailer sul canale MovieDigger:
Il film lascia lo spettatore con un dilemma morale: Karen ha fatto la cosa giusta? Si tratta di giustizia o di vendetta?
Sta allo spettatore decidere. Da una parte si riesce a comprendere e a empatizzare con il dolore di una madre che ha perso la figlia in modo così crudele e che ha visto il sistema legale fallire.
Dall’altra parte, invece, il film mostra quanto possa essere pericoloso il confine tra giustizia e vendetta, e cosa accadrebbe se tutti si facessero giustizia da soli.
Il finale è molto potente perché non offre una chiusura netta: Karen ha trovato una sorta di pace, ma non è comunque felice e sua figlia non tornerà. Inoltre il peso delle sue azioni rimane.
In un mondo ideale, il sistema legale avrebbe fatto il suo dovere, ma a volte questo non accade. Il film ci dimostra come la disperazione può portare a soluzioni estreme.
È una conclusione che lascia il pubblico a interrogarsi sulla natura della giustizia e sulle sue imperfezioni.
A quasi trent’anni dalla sua uscita, La prossima vittima ha trovato nuova vita su Netflix, conquistando il pubblico globale.
Nonostante sia uscito negli anni ’90, il film è tornato alla ribalta grazie a Netflix, dove ha rapidamente scalato le classifiche globali. Si è piazzato all’ottavo posto nella Top 10 dei film più visti sulla piattaforma, totalizzando 4,4 milioni di visualizzazioni e oltre 7,4 milioni di ore di visione.
Ha raggiunto la Top 10 in venti paesi, con un successo particolarmente forte in America Latina e nei Caraibi.
Il motivo di questo inaspettato ritorno? Probabilmente la sua trama ancora attuale e la magistrale interpretazione della Field, che riesce a trasmettere in modo veritiero e accorato tutta la disperazione e la determinazione di una madre che ha perso sua figlia in modo così brutale ed è in cerca di giustizia.
Un thriller psicologico avvincente che non invecchia mai.
La prossima vittima resta un thriller psicologico potente, capace di far riflettere su vendetta e giustizia, anche a distanza di trent'anni.
L’interpretazione straordinaria di Sally Field e la trama carica di tensione continuano a coinvolgere, e dimostrano che certe storie restano attuali anche dopo decenni. Il suo ritorno su Netflix ne è la prova: quando un film è scritto bene e tocca corde profonde, il suo impatto non svanisce.