L'approccio aggressivo di Donald Trump in materia di dazi sta scatenando reazioni a catena. Mentre il presidente americano dichiarava di voler rafforzare l'economia interna con misure protezionistiche, diversi paesi rispondono con ritorsioni commerciali e i cittadini invocano campagne di boicottaggio contro i prodotti degli Usa.
Con l'inizio del suo secondo mandato, Donald Trump ha preso di mira diverse nazioni innescando guerre commerciali. Il presidente statunitense ha minacciato non solo gli alleati e i vicini di Canada e Messico, ma anche un avversario storico come la Cina.
Poche ore dopo l'entrata in vigore dei dazi del 25 per cento imposti da Trump su tutte le importazioni di acciaio e alluminio negli Stati Uniti, il presidente americano ha dichiarato che avrebbe introdotto ulteriori sanzioni nel caso in cui l'UE procedesse con il suo piano di applicare tariffe di ritorsione su alcuni prodotti americani.
Per molti, Trump si alimenta dal caos, mentre altri ritengono che segua una strategia precisa. Tuttavia, la politica dell'"occhio per occhio" potrebbe rivelarsi un boomerang per la stessa amministrazione americana.
I partner commerciali degli Stati Uniti hanno risposto immediatamente alle misure imposte da Washington. La Cina, invece, sta diversificando i propri fornitori e rafforzando i legami commerciali con altri paesi, come il Brasile.
La guerra dei dazi ha scatenato forti preoccupazioni nei mercati finanziari. Le politiche commerciali di Trump hanno contribuito al crollo del mercato azionario. Aumentano anche i timori di una possibile recessione. Parallelamente, la rabbia contro il presidente americano si sta diffondendo in diversi paesi.
Nel suo discorso di insediamento, Trump aveva dichiarato di voler rilanciare il mercato interno americano. Tuttavia, la reazione globale sembra andare nella direzione opposta: il boicottaggio dei prodotti statunitensi sta guadagnando terreno in molti paesi e settori.
In alcuni casi, il boicottaggio è una risposta diretta ai dazi imposti dagli Stati Uniti. In Svezia e Francia, per esempio, si stanno moltiplicando gli inviti a evitare prodotti americani e favorire il consumo locale.
Altri boicottaggi, invece, hanno motivazioni diverse. In Danimarca, ad esempio, la crescente opposizione ai prodotti statunitensi è legata non solo alla politica commerciale di Trump, ma anche al suo tentativo di impossessarsi della Groenlandia. Di conseguenza, marchi americani come McDonald's, Amazon e KFC sono sempre più nel mirino dei consumatori.
Il boicottaggio in Canada è particolarmente significativo visto che il paese è uno storico partner commerciale e confina con gli Stati Uniti. Le tensioni sono aumentate non solo a causa dei dazi, ma anche per le dichiarazioni di Trump che aveva suggerito di voler "annettere" il Canada come 51esimo stato americano.
In risposta, molti rivenditori canadesi hanno rimosso dagli scaffali prodotti statunitensi come liquori, vini e superalcolici, spingendo i consumatori a scegliere alternative locali. L’impatto del boicottaggio si estende anche al turismo: sempre più cittadini canadesi stanno rivalutando le loro destinazioni di viaggio. Da questa situazione potrebbe trarne vantaggio il Messico, sempre nel mirino di Trump, mentre diverse mete degli Stati Uniti ne risentiranno.
Sebbene il boicottaggio globale dei prodotti americani possa diffondersi rapidamente, non sembra una misura in grado di far cambiare rotta a Donald Trump. Tuttavia, anche se prevalentemente simbolico, rappresenta un segnale chiaro del malcontento internazionale.
Un esempio concreto è il calo delle vendite di Tesla che potrebbe essere legato alla vicinanza tra Elon Musk e Trump, oltre al ruolo attivo del miliardario durante le elezioni che hanno riportato il tycoon alla Casa Bianca. Sempre più acquirenti di veicoli elettrici stanno rinunciando a Tesla per manifestare il loro dissenso.
Non è ancora chiaro quanto il boicottaggio globale possa influenzare l’economia statunitense, ma una cosa è certa: il mondo è sempre più stanco della politica aggressiva di Trump. Gli equilibri commerciali globali potrebbero cambiare drasticamente nei prossimi anni.