Lui sì che può farlo. Perché probabilmente non avrà la tessera, ma di sicuro è uno che conta all'interno del Movimento Cinque Stelle. A tal punto da poter fare da padrino a una nuova iscritta. E che iscritta! Elly Schlein, addirittura. La quale, almeno fino a questo momento, in realtà, è ancora la segretaria del Partito Democratico.
Ma tant'è: dopo il ko politico che ha subito in Europa sul fronte ucraino, per il direttore del Fatto Quotidiano, è meglio che segua fino in fondo il suo cuore: molli quegli ingrati del Pd e si iscriva al partito di Conte.
Insomma: se qualcuno aveva ancora dubbi nel sostenere che Schlein si stesse schiacciando sulle posizioni para-pacifiste del movimento dell'ex presidente del Consiglio, da oggi può mettersi definitivamente il cuore in pace. Elly Schlein merita la tessera del Movimento Cinque Stelle: e l'ha detto, anzi, l'ha scritto - colui che si può considerare il padre nobile della formazione politica in oggetto: Marco Travaglio, il giornalista che si autoproclama erede niente di meno che di Indro Montanelli ma che in realtà fa pappa e ciccia con Giuseppe Conte.
La politica è bella perché è (anche) un gioco ad incastri dove tutto torna. Il parlamento europeo, per difendersi da Putin e dopo che Trump ha deciso di abbandonare il vecchio Continente, vota a favore del riarmo e della difesa dell'Ucraina con oltre il 60% dei voti? Marco Travaglio apre il suo giornale così
E vabbè: non c'è da meravigliarsi. Da sempre ha sposato la versione putiniana della storia e dell'Europa non è che gli sia fregato mai più di tanto. Proprio come il suo alter ego politico, Giuseppe Conte.
Fatto sta che le motivazioni per le quali il Movimento Cinque Stelle dovrebbe dare la tessera onoraria a Elly Schlen, Travaglio le ha spiegate nel suo editoriale. Dopo il voto alle due risoluzioni, l'una che avvia il riarmo europeo e l'altra che conferma l'appoggio all'Ucraina, che lui considera "una vergogna", ha scritto:
Vabbè: questa è la versione travaglian-putiniana, evidentemente. In realtà, Schlein, tra l'altro, aveva indicato al suo partito, pur in difformità con tutto il resto dei social-democratici europei, di astenersi. Ma tant'è: la perfezione non appartiene al mondo di Travaglio. E il suo ragionamento è andato a parare così:
E con chi altri - stando al Travaglio-pensiero - visto che "ha ragione da vendere"?
E così, il giornale di Marco Travaglio, il giorno dopo il voto dell'europarlamento che ha isolato a livello continentale la linea di Elly Schlein, ha ben pensato di stilare le liste dei buoni e dei cattivi.
I buoni sono quelli che hanno votato contro il piano di Ursula von der Leyen per dotare l'Europa di una difesa all'altezza dei tempi che viviamo e per continuare gli aiuti a Kiev: quindi, promossi a pieni voti, per il Fatto Quotidiano, sono il Movimento Cinque Stelle e la Lega (per la serie, certi amori non sono mai finiti) che hanno votato no "in modo compatto" a entrambe le risoluzioni.
Avs, invece, è stata bacchettata perché è andata "in ordine sparso" perché ha votato no al riarmo ma si è astenuta sui nuovi aiuti all'Ucraina.
Fratelli d'Italia, che ha detto sì al riarmo e si è astenuta sugli aiuti, è stata definita "in fuga su Kiev".
Forza Italia che, assieme ai Popolari europei, si è espressa con un doppio sì, è stata bocciata.
E il Partito Democratico? Beh, spaccatissimo com'è, ormai, per i Travaglio-boys, si deve preparare a un nuovo congresso: del resto, ha bisogno di una nuova segretaria...