L'Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti sulle risposte 70/E, 71/E, 72/E e 74/E relative agli "impatriati" nel 2025. In particolare, i cittadini che trasferiscono la loro residenza fiscale in Italia possono beneficiare del regime fiscale agevolato per impatriati, che prevede una detassazione del 50% sul reddito ai fini IRPEF, fino a un massimo di 600.000 euro annui. Vediamo insieme i requisiti e le condizioni per accedere a questo regime agevolato, disciplinato dall'articolo 5 del Decreto Legislativo n. 209/2023.
Prima di analizzare i chiarimenti forniti dall’Agenzia delle Entrate, è importante sottolineare che il regime fiscale per gli impatriati è stato introdotto dal Decreto Legislativo n. 209 del 27 dicembre 2023. Tale misura prevede specifiche agevolazioni fiscali per i lavoratori che trasferiscono la loro residenza in Italia.
Il 2025 porta con sé importanti novità fiscali, tra cui la riapertura dei termini per la riammissione alla "Rottamazione quater" e nuovi chiarimenti per gli impatriati.
Secondo quanto riportato da fiscooggi.it, esistono diversi criteri per accedere al regime agevolato:
Sì, in base alle nuove disposizioni, i cittadini che non sono mai stati residenti in Italia possono beneficiare del regime fiscale per gli impatriati nel 2025, purché soddisfino i requisiti previsti dall'articolo 5 del Decreto Legislativo n. 209/2023.
Il regime agevolato prevede una detassazione del 50% (o del 40% per i nuclei familiari con minori) sui redditi di lavoro dipendente, assimilati e autonomi prodotti in Italia, fino a un tetto massimo di 600.000 euro annui.
Per usufruire del regime fiscale agevolato, è necessario soddisfare determinati requisiti di qualificazione professionale o specializzazione, come definiti dal Dlgs n. 108/2012.
Secondo quanto riportato da fiscoetasse.com, è possibile maturare tali requisiti attraverso diverse opzioni:
Per ulteriori dettagli, è possibile consultare la risposta n. 74/2025 dell'Agenzia delle Entrate e il Quadro nazionale delle qualificazioni (QNQ).
Per beneficiare delle agevolazioni fiscali destinate agli impatriati, è necessario aver risieduto all’estero per almeno tre anni prima del trasferimento in Italia.
Le condizioni di accesso alle agevolazioni possono variare nel tempo, quindi è consigliabile consultare direttamente l’Agenzia delle Entrate per informazioni aggiornate.
Anche chi non possiede un titolo universitario può accedere ai benefici fiscali per gli impatriati, a condizione che dimostri un’elevata qualificazione o specializzazione, come previsto dall’articolo 5 del Decreto Legislativo n. 209/2023.
L’esperienza lavorativa consolidata può essere riconosciuta come requisito alternativo al titolo di studio universitario, purché venga documentata attraverso:
Per maggiori informazioni, è possibile consultare la pagina dedicata "Cittadinanza e titolo di studio: nuovi chiarimenti per gli impatriati" su fiscooggi.it.