Il piano di riarmo europeo ha scatenato il caos a Palazzo Chigi. Il Governo è uscito spaccato in due dal voto di Strasburgo e con la consapevolezza di avere un problema con la Lega di Matteo Salvini.
La Lega e il suo segretario continuano portare avanti la linea filo-trumpiana e filo-russa, con dichiarazioni sempre più aggressive e imbarazzanti per il Governo. Linea che al Parlamento Europeo si è tradotto nella bocciatura del ReArm Europe che, invece, gli alleati di FdI e FI hanno approvato.
Non è la prima volta che in Europa la Lega vota in maniera diversa rispetto a Fratelli d’Italia e Forza Italia, ma a spaventare questa volta è il fatto che la Lega potrebbe mantenere la sua posizione anche in Parlamento dove, la prossima settimana, si voterà la mozione di maggioranza sull’Ucraina e sul riarmo italiano.
Una maggioranza spaccata anche in Parlamento non sarebbe solo un pessimo segnale, ma la goccia che potrebbe far crollare l’alleanza di centrodestra, dove l’irritazione per le mosse dell’alleato ha superato il livello di allarme, anche se non lo si dice apertamente.
Il PD non è stato l’unico partito a uscire con le ossa rotte dal voto all’Europarlamento sul piano ReArm Europe della Commissione Europea. A uscirne male è stata anche la maggioranza di Giorgia Meloni che per la prima volta vede seriamente scricchiolare la sua compattezza.
Matteo Salvini e la Lega sono diventati un pericolo per la sopravvivenza del Governo e il motivo è molto semplice: la prossima settima in Parlamento si dovrà votare la risoluzione di maggioranza sull’Ucraina e il ReArm Europe. La risoluzione del Governo rifletterà, inevitabilmente, le indicazioni date dalla presidente Meloni con il voto di ieri a Strasburgo, ovvero, sì al piano da 800 miliardi per il riarmo e conferma dell’appoggio all’Ucraina come paese aggredito.
A preoccupare la maggioranza è l’incognita Lega, ovvero, cosa farà il partito di Matteo Salvini? Voterà con la maggioranza come ha sempre fatto, contraddicendo la linea pacifista, anti-Ue e anti-riarmo portata avanti fino a ora, o voterà coerentemente con quanto fatto ieri in Europa?
Giorgia Meloni ha una settimana per ricomporre le divisioni all’interno della sua maggioranza, risolvere quello che ormai è diventato il ‘caso Lega’ e arrivare in Parlamento (martedì 18 marzo) senza correre rischi di brutte sorprese.
È evidente che Giorgia Meloni non potrebbe tollerare un voto apertamente contrario del suo vicepremier: in quel caso la crisi di governo sarebbe inevitabile.
Nel centrodestra si cercano di limitare i danni, sottolineando che in Europa i tre partiti di maggioranza sono in gruppi diversi e che è già capitato altre volte di votare in maniera diversa, ma che in Italia la maggioranza è sempre stata compatta.
Il fatto è: lo sarà anche questa volta? Secondo il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè e il deputato di Fratelli d’Italia Manlio Messina alla fine Salvini dirà ai suoi di votare in linea con la maggioranza.
Ha dichiarato Mulè, mentre Messina si limita a dire che quanto accaduto in Europa non rappresenta un rischio per la solidità del Governo.
#ReArmEurope, la tensione cresce tra Lega e Governo. Il vicepresidente della Camera #Mulè (FI): “Cosa farà la #Lega? Lo scopriremo mercoledì. #Messina (FDI): “Salvini è in un altro gruppo in Europa. Questo non mina la solidità del #GovernoMeloni. pic.twitter.com/PTu2wbFzCE
— Tag24 (@Tag24news) March 13, 2025
Mentre nel centrodestra ci si sgola per mettere a tacere le voci di crisi, oggi la Lega ha continuato a tuonare contro l’Europa, il riarmo dell'Italia e Ursula von der Leyen, dando l’impressione di non avere nessuna intenzione di ritornare sui propri passi.
In mattinata il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha postato un video sui suoi canali social in cui si scaglia contro il riarmo.
Dire di voler “riarmare l’Europa” per arricchire aziende tedesche e francesi?
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) March 13, 2025
No, se serve investire bisogna farlo per l’Italia - facendo lavorare aziende italiane - e senza compromettere la spesa per altri settori come la sanità e la scuola. pic.twitter.com/zEZwJx17ZN
In un’intervista rilasciata oggi, il deputato della Lega, Rossano Sasso, ad esempio, ha ribadito il no della Lega al ReArm Europe, già espresso ieri con il voto al Parlamento Europeo e ha accusato l’Europa di essere stata l’unica ad aver imposto dazi all’Italia “nel nome del green, su auto, case e trasporti.”
Ho appena rilasciato un'intervista a @byoblu in cui ho ribadito il NO della Lega al Rearm Europe, già espresso ieri con il voto al Parlamento Europeo.
— Rossano Sasso (@roxsasso) March 13, 2025
Ho ricordato poi che, ad oggi, gli unici dazi imposti all'Italia sono quelli di Bruxelles nel nome del green, su auto, case e… pic.twitter.com/dOoP4Rzw6f
Insomma i presupposti di partenza non sono dei migliori, tuttavia, in molti dubitano che alla fine la Lega vada fino in fondo. Salvini, infatti, dovrà fare bene i propri conti e capire fino a che punto gli convenga rompere definitivamente la maggioranza con il rischio di andare a elezioni anticipate, cosa che i sondaggi sconsigliano.