12 Mar, 2025 - 10:25

Alberto Stasi, chi è la nuova fidanzata Serena e quando sarà scarcerato?

Alberto Stasi, chi è la nuova fidanzata Serena e quando sarà scarcerato?

Dai primi mesi del 2023, Alberto Stasi, 41 anni, esce dal carcere di Bollate per svolgere un impiego come contabile in un ufficio milanese, beneficiando del regime di semi-libertà. Per lui restano in vigore rigide restrizioni sugli orari di uscita e rientro in cella.

Chi è la nuova fidanzata di Alberto Stasi?

Secondo alcune indiscrezioni riportate da Il Messaggero, Alberto Stasi avrebbe una nuova fidanzata, Serena, un’amica di famiglia che gli è sempre stata vicina. 

La loro vicinanza, inizialmente basata su un rapporto di affetto e fiducia, si sarebbe trasformata nel tempo in un legame più profondo, consolidandosi mentre Stasi affrontava le conseguenze della sua condanna. Al momento non sono emersi ulteriori dettagli sulla loro relazione, ma sembra che Serena continui a offrirgli supporto in questa fase di transizione, mentre lui si prepara a un futuro fuori dal carcere, tra lavoro e la possibilità di un reinserimento sociale.

Quando uscirà di carcere Alberto Stasi?

La fine della sua pena è prevista per il 2030, ma grazie alla buona condotta e alla riduzione di 45 giorni ogni sei mesi, potrebbe ottenere la libertà anticipata nel 2028. A giugno maturerà il diritto di chiedere l’affidamento in prova, il che significa che potrebbe scontare gli ultimi anni attraverso lavori socialmente utili. Tuttavia, se la richiesta venisse respinta, dovrà restare in carcere per altri tre anni.

La possibile revisione del processo

Condannato a 16 anni di reclusione il 12 dicembre 2015, Stasi ha beneficiato dello sconto di un terzo della pena grazie al rito abbreviato e all’esclusione dell’aggravante della crudeltà. Tuttavia, nuove evidenze investigative che coinvolgono l'amico del fratello delle vittima, Andrea Sempio, potrebbero portare alla richiesta di revisione del processo. Questa istanza può essere avanzata solo in presenza di elementi nuovi e può essere presentata sia dalla difesa che dal procuratore generale della Corte d’Appello, nell’interesse della giustizia e dell’integrità del sistema giudiziario.

Sin dall’inizio, Stasi si è sempre dichiarato innocente riguardo all’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco (Pavia). Dopo essere stato assolto nel 2009 e nel 2011, nel 2015 è arrivata la condanna definitiva, frutto di un iter giudiziario complesso che ha visto ben cinque processi in otto anni e mezzo. Ai genitori di Chiara è stato riconosciuto un risarcimento di un milione di euro, oltre a 150mila euro di spese legali.

Sebbene continui a respingere la sentenza, nel 2018 Stasi ha raggiunto un accordo civile con la famiglia Poggi per il risarcimento di 700mila euro, di cui metà già versati e il resto scalato dallo stipendio, prima in carcere e poi nel lavoro esterno. Non ha mai chiesto perdono ai familiari della vittima, sostenendo con fermezza la propria innocenza.

Dal carcere di Bollate, in un’intervista a Le Iene, Stasi ha ribadito la sua innocenza, denunciando un processo ingiusto: "Sembrava di remare controcorrente fin dall’inizio. Prima i pedali della bici scambiati, poi test presuntivi, l’orario della morte modificato... Nessuno ha davvero cercato la verità". Ha ricordato di essere stato assolto in primo e in secondo grado e che persino il Procuratore Generale della Cassazione aveva espresso perplessità sulla condanna. "In Italia funziona così: l’accusa dice che non puoi condannare qualcuno, eppure la persona viene condannata lo stesso".

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