"Agire compatti ed evitare, riguardo ai vari provvedimenti, fughe in avanti sul tema della Giustizia, cercando di scongiurare un ulteriore innalzamento dei toni su alcuni argomenti". È il messaggio che emerge dal vertice di maggioranza al ministero della Giustizia per fare il punto sulla riforma, ma anche su ulteriori proposte ed altri provvedimenti in discussione in Parlamento allo scopo di un'azione unitaria su tutto. Non si esclude che tra i temi trattati alla riunione, a cui hanno partecipato oltre al ministro Nordio anche i presidenti delle Commissioni Giustizia e i capigruppo di maggioranza di Camera e Senato, siano spuntati fuori la definizione dei limiti per l'uso dei trojan nelle indagini e il tetto per le intercettazioni di 45 giorni.
Se l'obiettivo del centrodestra in vista del percorso delle riforme della Giustizia - in primis quella sulla separazione delle carriere - è di forte coesione e al contempo di rasserenare il clima, resta alta la tensione tra la magistratura e il governo Meloni. Tutti i componenti togati del Csm, insieme ai tre laici Carbone, Romboli e Papa, hanno infatti depositato alla segreteria generale del Csm una istanza rivolta all'Ufficio di presidenza di Palazzo Bachelet, con la richiesta di apertura di una pratica a tutela delle Sezioni Unite della Cassazione, il massimo organo giurisdizionale del nostro Paese, presieduto dalla Prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano, che del Csm e dell'Ufficio di presidenza è componente di diritto.