12 Mar, 2025 - 07:00

Il riarmo europeo spacca l'opposizione...ma anche la maggioranza ne esce rotta stavolta

Il riarmo europeo spacca l'opposizione...ma anche la maggioranza ne esce rotta stavolta

Centrosinistra spaccato sul riarmo. E qual è la novità, penserà qualcuno: si tratta dell'ennesimo dissidio interno all'opposizione, che non riesce a trovare una quadra. La novità, invece, c'è: anche il centrodestra fatica a trovare una posizione sul ReArm Europe. A vestire il ruolo di polemista è, come sempre, il leader della Lega, Matteo Salvini, che non ha perso tempo e ha ribadito la sua totale contrarietà al piano della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, proclamandosi a favore della pace.

Storce il naso il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, che si dice invece favorevole a questo primo passo verso la costituzione di un esercito europeo. Favorevole anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che cerca di giocare bene le sue carte per evitare scomode fratture nella maggioranza di governo.

ReArm Europe si è però rivelato un fertile terreno di scontro per l'opposizione. Il PD tentenna e, dopo tre anni di sostegno all'Ucraina con poche esitazioni, fatica a pronunciare la parola "riarmo". Nessun dubbio per il Movimento Cinque Stelle: la spesa in armi è pericolosa, quelle risorse vanno destinate ad altri settori e la politica europea non può agire con la forza ma deve tentare la strada diplomatica. Dello stesso avviso è Alleanza Verdi Sinistra. Dissente il centro: +Europa e Azione sono favorevoli, Renzi anche, ma non vede di buon occhio la gestione di von der Leyen.

Così il ReArm Europe "inguaia" la maggioranza

Questa volta anche il governo Meloni rischia di uscire spaccato. Il piano ReArm Europe divide l'esecutivo nazionale in europeisti e antieuropeisti. Mentre da una parte il vicepremier Tajani insiste sull'esigenza di mantenere l'unità e puntare su un esercito comune, dall'altra il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ritiene che non sia necessario spendere ulteriori risorse per la guerra.

Meloni, da capo del governo, cerca di tenere uniti i leader di Forza Italia e Lega, consapevole di dover trovare una mediazione anche tra Bruxelles e Washington. Del resto, il ReArm nasce proprio in risposta agli atteggiamenti di Trump nei confronti del presidente ucraino Zelensky. Nel frattempo, dall'Europarlamento è arrivata una proposta: la delegazione di Fratelli d'Italia suggerisce di cambiare il nome del piano di von der Leyen per renderlo più gradevole.

Il centrosinistra e il riarmo

Scontata la divisione all'interno del "campo largo". Il Partito Democratico fatica a schierarsi e sono pochi gli esponenti che ribadiscono quanto sia importante la costruzione di un esercito europeo. A smuovere le acque ci pensa l'ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, che spiega quanto sia fondamentale arrivare a una forza di difesa europea comune. Resta da vedere se le parole del professore influenzeranno la segretaria dem, Elly Schlein.

Chi non ha dubbi è il leader pentastellato Giuseppe Conte, ieri protagonista di una protesta al Parlamento europeo contro il riarmo. Secondo il M5S, la spesa in armi per i singoli Stati membri potrebbe essere pericolosa. Dello stesso avviso è anche Alleanza Verdi Sinistra, che si pronuncia contraria al riarmo e alla guerra.

Nessun dubbio nel centro?

+Europa, Italia Viva e Azione viaggiano nella stessa direzione? Non proprio. Mentre il partito di Riccardo Magi e quello di Carlo Calenda sembrano i più favorevoli al piano di Ursula von der Leyen, anche Italia Viva si dice d'accordo con l'idea di un esercito europeo, ma il leader Matteo Renzi non ripone grande fiducia nella presidente della Commissione europea.

Ursula von der Leyen sarebbe, secondo l'ex presidente del Consiglio, nulla di più di un'"algida burocrate" incapace di gestire una questione importante come il riarmo e la costruzione di un esercito europeo. Nel frattempo, Renzi conferma la sua presenza alla manifestazione del 15 marzo a Roma, lanciata dal giornalista Michele Serra.

Riassunto in tre punti

  • Centrodestra diviso: Salvini si oppone fermamente al ReArm Europe, mentre Tajani e Meloni sono favorevoli, con quest'ultima che cerca di mantenere l'unità della coalizione.
  • Opposizione frammentata: il PD tentenna, il M5S e AVS sono contrari al riarmo, mentre +Europa, Azione e Italia Viva sono favorevoli, con Renzi critico verso von der Leyen.
  • Difficoltà per il governo: Meloni deve mediare tra le posizioni divergenti all'interno della sua maggioranza e tra le pressioni di Bruxelles e Washington.

 

 

 

 

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Francesco Fatone
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