11 Mar, 2025 - 19:50

Qual è il significato del finale di Adolescence su Netflix e ci sarà una seconda stagione

Qual è il significato del finale di Adolescence su Netflix e ci sarà una seconda stagione

Il finale di Adolescence, la nuova miniserie crime di Netflix, ha lasciato gli spettatori con l'amaro in bocca e con tanti dubbi e riflessioni.

La storia di Jamie Miller, un tredicenne accusato di omicidio, si conclude con un epilogo che mette in discussione le dinamiche familiari, le influenze sociali e il sistema giudiziario minorile.

Il finale non conclude in modo esaustivo la storia, ma lascia spazio a possibili sviluppi futuri. Scendiamo nei dettagli.

Cosa significa il finale di Adolescence. SPOILER

Il finale di Adolescence su Netflix ribalta ogni certezza e lascia lo spettatore senza fiato.

Dopo i primi ansiogeni episodi, Jamie Miller, il tredicenne accusato dell’omicidio della compagna di scuola Emily Carter, viene finalmente scagionato.

Il suo processo, ormai diventato mediatico, si avvicina alla conclusione quando emergono nuove prove.

Un filmato di sorveglianza, inizialmente trascurato, mostra chiaramente che Jamie non era sulla scena del crimine al momento della morte di Emily.

Il vero colpevole si rivela essere Noah Bradley, il fratello maggiore di Emily, un ragazzo apparentemente perfetto, uno studente devoto e figlio devoto.

Guarda il trailer prima di continuare nella lettura:

Perché Noah ha ucciso Emily?

La verità dietro questo suo gesto è devastante: Emily aveva scoperto che Noah non era il ragazzo perfetto che tutti credevano.

Aveva una doppia vita, fatta di dipendenza da sostanze e violenze nascoste e minacciava di raccontare tutto ai suoi genitori.

Preso dal panico, in un impeto di rabbia, Noah l’aveva colpita alla testa con una pietra vicino al lago, tentando, poi, di inscenare un incidente. 

Quando la verità emerge, Noah tenta la fuga, ma viene arrestato dopo una drammatica scena in cui la madre, sconvolta, lo convince a consegnarsi.

Jamie, ormai provato dai mesi trascorsi sotto accusa, viene liberato, ma il peso dell’esperienza lo ha irrimediabilmente cambiato.

L’ultima scena lo vede in macchina con sua madre, mentre attraversano la città che non gli ha creduto e che lo ha condannato troppo in fretta.

I suoi occhi di bambino ormai sono vuoti e distanti. La sua infanzia si è irrimediabilmente spezzata.

Adolescence si chiude lasciandoci riflettere su quanto sia facile giudicare senza conoscere la verità e su come la società spesso sia più incline a credere alla colpevolezza di chi appare più fragile.

Ci sarà una seconda stagione?

Probabilmente no. Questa è stata una mini-serie autoconclusiva.

Al momento Netflix non ha confermato nessuna ulteriore stagione, e il finale sembra chiudere in modo definitivo la storia, ma il successo della miniserie potrebbe portare a un seguito, con una nuova indagine o a una diversa esplorazione del sistema giudiziario minorile.

Adolescence si ispira a una storia vera?

Non esattamente. Non si ispira a un storia vera, ma a fatti realmente accaduti nel Regno Unito.

I produttori hanno voluto raccontare una storia che non fosse solo un dramma sulle gang o sulla violenza domestica, ma qualcosa di più vicino alla realtà di tante famiglie. Il messaggio è chiaro: questa tragedia potrebbe colpire chiunque.

Stephen Graham, uno dei produttori della serie, ha spiegato che l’idea è nata più di dieci anni fa, quando i casi di accoltellamenti tra ragazzi hanno iniziato a diventare sempre più frequenti.

Non si tratta solo di violenza, ma di pressioni sociali, dell’influenza dei social media, della paura di essere deboli in un mondo che spinge gli adolescenti a dimostrarsi forti a tutti i costi. 

Quando il regista Phil Barantini ha sentito l’idea, ne è rimasto profondamente colpito. Il suo obiettivo, insieme al cast e alla produzione, era portare sullo schermo una storia che facesse riflettere, senza cadere in inutili stereotipi.

Il risultato è una serie cruda e intensa, che lascia lo spettatore con una domanda inquietante: cosa sta succedendo ai nostri giovani?

Da non perdere.

 

 

 

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Immacolata Duni
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