11 Mar, 2025 - 14:33

Chi ha ucciso Chiara Poggi? Alberto Stasi potrebbe essere innocente o aver agito con Andrea Sempio

Chi ha ucciso Chiara Poggi? Alberto Stasi potrebbe essere innocente o aver agito con Andrea Sempio

Il caso dell'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 a Garlasco, è tornato prepotentemente al centro dell’attenzione mediatica e giudiziaria. Dopo quasi 18 anni, le indagini si sono riaperte con un nuovo sospettato: Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. La Procura di Pavia ha deciso di riesaminare il caso, indagando Sempio per concorso in omicidio. Questa svolta potrebbe mettere in discussione la condanna definitiva di Alberto Stasi, l'ex fidanzato della vittima, che si è sempre dichiarato innocente.

Chi ha ucciso Chiara Poggi? Breve riepilogo del caso

Chiara Poggi, una giovane di 26 anni laureata in economia, fu trovata morta nella sua casa a Garlasco, in provincia di Pavia. Era il 13 agosto 2007, un lunedì mattina d’estate. Chiara era sola nella villetta familiare: i suoi genitori e suo fratello erano in vacanza. Il corpo della ragazza fu ritrovato da Alberto Stasi, suo fidanzato all’epoca. Stasi chiamò i soccorsi alle 13:50, dicendo di aver trovato Chiara priva di vita sulle scale che conducevano alla cantina.

L’autopsia rivelò che Chiara era stata colpita ripetutamente con un oggetto contundente – forse un martello – mai identificato né ritrovato. La scena del crimine non mostrava segni di effrazione, suggerendo che la vittima conoscesse il suo assassino e gli avesse aperto la porta spontaneamente.

Fin dall’inizio, i sospetti si concentrarono su Alberto Stasi. Gli investigatori notarono alcune incongruenze nel suo racconto e dettagli sospetti: le sue scarpe erano pulite nonostante avesse camminato sul pavimento sporco di sangue e sui suoi vestiti non c’erano tracce ematiche. Inoltre, l’analisi del suo computer evidenziò discrepanze temporali rispetto al suo alibi.

Stasi fu arrestato il 24 settembre 2007, ma venne scarcerato pochi giorni dopo per insufficienza di prove. Tuttavia, le accuse nei suoi confronti portarono a un lungo iter giudiziario. Dopo cinque gradi di giudizio e numerosi colpi di scena processuali, nel 2015 la Corte Suprema lo condannò definitivamente a 16 anni di carcere per omicidio volontario aggravato.

Nonostante la condanna definitiva, molti aspetti del caso rimasero irrisolti: l’arma del delitto non fu mai trovata e il movente rimase oscuro. La difesa di Stasi continuò a sostenere la sua innocenza e a denunciare errori giudiziari.

La posizione di Andrea Sempio e la riapertura del Caso

Nel corso degli anni successivi alla condanna di Stasi, l’attenzione si spostò su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Già nel 2016 i legali di Stasi avevano indicato Sempio come possibile sospettato, basandosi su tracce biologiche trovate sotto le unghie di Chiara Poggi che non appartenevano né alla vittima né ad Alberto.

Ora una nuova analisi del DNA ha confermato che quelle tracce appartengono ad Andrea Sempio. Questo elemento ha portato la Procura di Pavia a riaprire il caso e a notificare a Sempio un avviso di garanzia per concorso in omicidio. Gli inquirenti ipotizzano ora che Sempio possa aver agito da solo o insieme ad altri, incluso lo stesso Stasi.

Andrea Sempio, oggi 37enne, all’epoca dei fatti era un giovane amico del fratello minore di Chiara Poggi e frequentava regolarmente la casa della famiglia Poggi. Al momento dell’omicidio aveva fornito un alibi basato su uno scontrino che attestava una sua presenza altrove. Tuttavia, alcune telefonate effettuate da Sempio verso casa Poggi nei giorni precedenti al delitto hanno sollevato nuovi interrogativi sulla sua posizione.

Le accuse contro Sempio erano già state prese in considerazione nel 2016 ma archiviate per mancanza di prove sufficienti. Oggi, grazie alle tecnologie avanzate per l’analisi del DNA, gli investigatori stanno riesaminando tutti gli elementi con maggiore precisione.

La difesa di Alberto Stasi

Alberto Stasi si è sempre professato innocente e ha denunciato un errore giudiziario. Durante il processo, la sua difesa ha sottolineato l'assenza di prove decisive contro di lui e ha messo in dubbio l'affidabilità delle indagini iniziali. Stasi sostiene che il DNA trovato sotto le unghie di Chiara non sia suo e che le indagini siano state condotte con superficialità.

Durante i processi, la sua difesa ha evidenziato numerose lacune nelle indagini iniziali:

  1. L’assenza dell’arma del delitto: Non è mai stato possibile identificare l’oggetto utilizzato per uccidere Chiara.
  2. Movente incerto: Non è mai stato chiarito quale fosse il motivo che avrebbe spinto Stasi a commettere il crimine.
  3. Prove contraddittorie: Gli esperti hanno messo in dubbio alcune delle analisi forensi utilizzate contro Stasi.

La scoperta del DNA appartenente a Sempio rappresenta per la difesa una possibile strada per chiedere una revisione del processo e dimostrare l’innocenza dell’ex studente della Bocconi.

Le reazioni della famiglia Poggi

La famiglia Poggi ha sempre sostenuto la colpevolezza di Alberto Stasi e accolto con scetticismo le ipotesi alternative avanzate dalla difesa dell’ex fidanzato. I genitori di Chiara hanno chiesto che venga fatta giustizia senza alimentare speculazioni sul loro dolore.

La madre della vittima ha dichiarato in passato: "Vogliamo solo sapere chi ha ucciso nostra figlia e perché". Tuttavia, con l’emergere delle nuove prove legate a Sempio, la famiglia non si è ancora espressa pubblicamente sulle ultime novità investigative.

Implicazioni legali e future indagini

La riapertura del caso rappresenta una svolta significativa nella storia giudiziaria italiana. Se le nuove indagini confermeranno la responsabilità di Andrea Sempio, ciò potrebbe portare a un nuovo processo per Alberto Stasi o addirittura alla sua liberazione anticipata. Il procuratore Fabio Napoleone e il suo team stanno esaminando attentamente tutte le prove disponibili per chiarire i dettagli dell'omicidio.

Possibili scenari futuri

  1. Riconoscimento della colpevolezza di Sempio: Se il DNA sarà confermato come prova decisiva, potrebbero esserci sviluppi significativi nel processo.
  2. Possibile revisione della condanna di Stasi: Se emergessero prove sufficienti per scagionarlo o dimostrare un coinvolgimento diverso nel crimine.
  3. Nuove indagini: L'apertura a ulteriori indagini potrebbe portare alla scoperta di nuovi testimoni o prove.
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