11 Mar, 2025 - 15:50

Il ReArm Europe non piace, l'idea di Fratelli d'Italia per renderlo più "gradevole"

Il ReArm Europe non piace, l'idea di Fratelli d'Italia per renderlo più "gradevole"

Il riarmo, i fantasmi della guerra e della spesa economica spaventano gli italiani e gli europei. Da giorni diversi movimenti e partiti politici cercano di trovare un'alternativa al piano esposto due settimane fa dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Basti pensare al Movimento Cinque Stelle che oggi, 11 marzo 2025, si è recato alla sede del Parlamento europeo a Strasburgo durante una discussione sulla sicurezza continentale.

Forse è il concetto stesso di "riarmo" a spaventare e a infondere poca fiducia nei cittadini europei. Allora, potrebbe bastare cambiare nome al piano di von der Leyen ribattezzandolo "Defend Europe": facile e indolore. Questo è quanto chiesto dalla delegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo in un emendamento.

Le parole usate per descrivere la strategia della Commissione europea apparirebbero, secondo il partito di governo italiano, troppo fuorvianti e fraintendibili, mentre il termine "difesa" potrebbe essere accolto in maniera molto più positiva senza cambiare i contenuti. In effetti, il piano non deve occuparsi esclusivamente di tattiche legate alla guerra, ma anche di affrontare le sfide della difesa contemporanea: dalla cybersecurity alla protezione delle infrastrutture critiche.

L'idea di Fratelli d'Italia per ReArm Europe

Cambiare il nome per renderlo più accettabile. Se l'idea di riarmo preoccupa così tanto i cittadini italiani ed europei, forse è il caso di presentare il piano con una comunicazione diversa: non cambierebbe nulla rispetto alla bozza originale proposta dalla Commissione europea, se non che potrebbe essere ribattezzato "Defend Europe".

Ad avanzare la proposta è la delegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo, che sottolinea quanto il nome dato alla strategia di von der Leyen sia fuorviante e restrittivo per un piano che, invece, contiene molte più norme sulla sicurezza e sulla difesa dei Paesi europei. Dettagli che passano in secondo piano per via del nome. L'idea di riarmo sembra solo avvalorare l'ipotesi di una maggiore spesa in armi, mentre il concetto di "difesa" potrebbe essere molto più efficace.

La parte del ReArm Europe "ignorata"

Non c'è solo il grande incremento della spesa militare, sebbene quest'ultima sia stata al centro delle discussioni in molti media. Il piano prevede anche un maggiore investimento nella cybersecurity e la tutela dei Paesi europei dalle minacce degli hacker, che dallo scoppio della guerra in Ucraina si sono fatte sempre più pressanti. Non è un caso che spesso si senta di siti istituzionali degli Stati Ue colpiti da hacker russi, un segnale d'allarme al quale la Commissione europea intende rispondere.

Sarà infatti creato SAFE, un fondo che mette a disposizione degli Stati 150 miliardi di euro in prestito per l'investimento nella difesa. Saranno previsti interventi, come ha specificato anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, per la tutela delle infrastrutture critiche e delle comunicazioni. Sarà coinvolta nei progetti per la difesa anche la Banca Europea per gli Investimenti.

Gli 800 miliardi di investimento nel riarmo dei 27 Stati membri passano per una volta in secondo piano per sottolineare gli aspetti dimenticati del ReArm Europe, che a questo punto potrebbe addirittura cambiare nome.

Le perplessità e il sostegno all'Europa

Oggi, all'Europarlamento di Strasburgo, il presidente del Movimento Cinque Stelle e cinquanta esponenti hanno contestato il ReArm Europe che in Italia, dal giorno del suo annuncio, non gode di grande consenso. Basti pensare che il Partito Democratico, da anni favorevole all'invio di armi in Ucraina, alla parola "riarmo" ha tentennato per la prima volta.

Contraria anche Alleanza Verdi Sinistra, mentre nei partiti centristi si crea la prima frattura su una questione europea: il segretario di Azione Carlo Calenda e il corrispettivo di +Europa Riccardo Magi sostengono il progetto di von der Leyen, mentre il fondatore di Italia Viva, Matteo Renzi, sembra non essere d'accordo con la strategia della presidente della Commissione. Tuttavia, come annunciato nella giornata di oggi, IV prenderà parte alla manifestazione pro-Europa del 15 marzo 2025 lanciata dal giornalista di Repubblica, Michele Serra.

Riassunto in tre punti

  • Timori e dibattiti sul riarmo: Il piano ReArm Europe della Commissione europea genera preoccupazioni tra i cittadini e i partiti politici, con alcuni che propongono di modificarne il nome per renderlo più accettabile.
  • Oltre la spesa militare: Il piano non riguarda solo l'acquisto di armi, ma include investimenti nella cybersecurity e nella protezione delle infrastrutture critiche, con la creazione di un fondo da 150 miliardi di euro.
  • Divisioni politiche: Il progetto divide la politica italiana ed europea, con alcuni partiti favorevoli e altri contrari, alimentando il dibattito sulla sicurezza e sul ruolo dell'UE nella difesa comune.

 

 

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Francesco Fatone
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