L'Assegno Unico è un sostegno economico che lo Stato offre alle famiglie per sostenere le spese legate ai figli. Questo sussidio non è un aiuto generale sul reddito, ma viene erogato in base al numero di figli minorenni o, in alcuni casi, maggiorenni, che soddisfano determinati requisiti.
L'obiettivo dell'Assegno Unico è supportare le necessità dei bambini, che sono i veri beneficiari del contributo. Per questo motivo, le somme erogate devono essere utilizzate esclusivamente per soddisfare le esigenze legate alla loro crescita e cura.
La misura viene erogata ai genitori dei minori, che devono gestirlo nell'interesse dei figli, anche se non esistono linee guida precise sull'uso delle somme.
Chi non lo utilizza correttamente rischia delle sanzioni. Facciamo chiarezza su questo punto.
L’Assegno Unico, a differenza di altri aiuti, viene erogato in modo che non sia facilmente controllabile. A tal proposito, ricordo che l’Assegno Unico di marzo 2025 verrà pagato a breve.
Tornando alle regole, stabilirne di troppo rigide potrebbe compromettere la sua funzione. Prevedere una lista precisa di prodotti o servizi da acquistare sarebbe incompatibile con questi obiettivi, considerando anche le spese che i genitori affrontano prima di ricevere il contributo e che potrebbero richiedere un utilizzo parziale dell'Assegno per altri scopi.
Tuttavia, in generale, le somme dell'Assegno devono essere destinate alle necessità dei figli, escludendo spese personali e superflue del genitore, soprattutto se i bisogni del minore non sono soddisfatti.
Questa è una linea guida generale, che tiene conto della complessità della gestione economica familiare. L'Assegno Unico non è vincolato solo a spese dirette per il minore, ma serve a supportare la crescita della famiglia.
Per questo motivo, ai genitori, o al genitore con affidamento esclusivo, viene lasciato un ampio margine di discrezionalità nella gestione delle somme.
Se un genitore utilizza l’Assegno Unico per scopi personali invece che per le necessità dei figli, sta facendo un uso improprio del contributo.
Secondo la sentenza n. 24140/2023 della Corte di Cassazione, questo comportamento può configurare il reato di appropriazione indebita.
L'appropriazione indebita, come definito dall'articolo 646 del Codice penale, consiste nell'appropriarsi di beni altrui con l'intento di trarne un ingiusto profitto. La pena per questo reato prevede una reclusione da 2 a 5 anni e una multa tra 1.000 e 3.000 euro.
Nel caso dell'Assegno Unico, il reato si configura quando il genitore che riceve il sussidio lo utilizza per spese personali proprie, ignorando le necessità dei figli.
Tuttavia, va sottolineato che se un genitore, ad esempio, utilizza l'assegno per acquistare qualcosa per sé, dopo aver già provveduto alle necessità dei figli, non commette un reato.
La distinzione fatta poc’anzi è importante per chiarire che l'Assegno Unico è un supporto assistenziale per i genitori, non un contributo generico. La questione diventa più rilevante nei casi di separazione o quando i genitori non vivono insieme.
Di norma, l'Assegno Unico viene corrisposto interamente al genitore con l'affidamento esclusivo del figlio, mentre in caso di affidamento condiviso viene diviso al 50% tra i genitori. In ogni caso, i genitori possono concordare di destinare l'intero importo a uno solo di loro, ma non sempre questa soluzione è praticabile.
In genere, quando il figlio vive principalmente con uno dei genitori, quest'ultimo è responsabile di gestire l'Assegno per le spese quotidiane del bambino.
Se l’altro genitore trattiene l’importo senza usarlo per i figli, può essere denunciato per appropriazione indebita, a condizione che il genitore collocatario abbia chiesto formalmente la restituzione della somma senza successo.
L'Assegno Unico è un sostegno economico destinato alle famiglie per coprire le spese legate ai figli, erogato in base al numero di figli minorenni o, in alcuni casi, maggiorenni che soddisfano determinati requisiti.
Il contributo deve essere utilizzato per le necessità dei figli, escludendo spese personali dei genitori. Un utilizzo improprio dell'assegno può comportare sanzioni o il reato di appropriazione indebita. In caso di separazione o affidamento condiviso, l'assegno viene generalmente diviso tra i genitori.
I genitori sono responsabili della gestione dell'importo, che deve essere speso per il benessere dei figli. Se un genitore utilizza l'assegno per scopi personali, può essere denunciato.