L'operazione Chaos e gli omicidi Manson, il nuovo docufilm Netflix diretto da Errol Morris, si basa sulla storia vera di Charles Manson e della sua "Famiglia", responsabili di una serie di brutali omicidi nel 1969, tra cui quello dell'attrice Sharon Tate.
Il documentario non si limita a raccontare gli efferati crimini, ma va a fondo nelle indagini, parlando anche di teorie cospirative che coinvolgono la CIA, il controllo mentale e l'Operazione CHAOS, un programma segreto dell'intelligence americana.
Attraverso documenti desecretati e testimonianze inedite, il film ci offre una nuova prospettiva di una delle storie più terribili della storia americana.
Nell'estate del 1969, Los Angeles fu scossa da una serie di omicidi brutali che avrebbero segnato per sempre la storia americana.
Per due notti di fila, un gruppo di giovani hippy seguaci di Charles Manson e da lui influenzati, uccise sette persone con una violenza sconcertante.
Tra le vittime c'era anche Sharon Tate, attrice incinta e moglie del regista Roman Polanski. La notte successiva, la furia omicida colpì la coppia LaBianca. Gli assassini, in quel caso, lasciarono dietro di loro messaggi scritti con il sangue e questo non fece altro che aumentare il terrore nella comunità.
Gli assassini e Manson vennero arrestati solo quattro mesi dopo. Il procuratore Vincent Bugliosi li condannò per omicidio di primo grado e ideò la teoria secondo cui Manson, ossessionato dalla canzone Helter Skelter dei Beatles, avrebbe voluto scatenare una guerra razziale, creare una nuova società e diventarne il leader.
Questo racconto, alla fine, divenne la versione ufficiale e fu successivamente rafforzata dal libro di Bugliosi, Helter Skelter, pubblicato nel 1974.
Ma la storia non è mai così semplice come appare. Ci sono segreti e indagini mai compiute che potrebbero cambiare la spiegazione ufficiale.
Negli anni questa narrativa è stata messa in discussione da diversi studiosi e giornalisti. Tra questi, Tom O'Neill, che nel 1999 iniziò a indagare sul caso per scrivere un articolo, finendo per dedicarvi vent’anni di ricerche.
Il suo libro del 2019, Chaos: Charles Manson, the CIA, and the Secret History of the Sixties, smonta la versione di Bugliosi e solleva inquietanti interrogativi:
Il regista premio Oscar Errol Morris ha tentato di rispondere proprio a queste domande nel documentario Chaos: The Manson Murders, disponibile su Netflix.
Grazie a filmati d'archivio, interviste e registrazioni inedite, questo straordinario docufilm esplora il lato più oscuro e cospirativo di questo caso inquietante e fa intendere che dietro ci sia una verità molto più complessa di quanto ci abbiano fatto credere.
Una delle teorie più affascinanti riguarda il presunto coinvolgimento della CIA attraverso il famigerato programma MKUltra. Negli anni '60, il governo statunitense conduceva esperimenti sull'LSD e su altri tipi di droghe per studiare il controllo mentale.
Ricordiamo che Manson, prima di diventare il leader di una setta, trascorse del tempo a Haight-Ashbury, il quartiere di San Francisco epicentro della cultura hippy in quegli anni.
Guarda caso, nello stesso periodo, uno psichiatra legato alla CIA, Jolly West, lavorava proprio in una clinica della zona, facendo esperimenti su soggetti inconsapevoli.
O'Neill, nel docufilm, ipotizza che anche Manson possa essere stato esposto a questi esperimenti, il che spiegherebbe la sua capacità di manipolare profondamente i suoi seguaci. Non ci sono, però, prove concrete che colleghino direttamente Manson a West.
Negli anni ’60, la tensione sociale negli Stati Uniti era alle stelle. Movimenti controculturali, proteste per i diritti civili e una generale sfiducia verso il governo preoccupavano l’establishment.
La CIA e l’FBI idearono così programmi segreti come Chaos e Cointelpro, mirati a screditare i gruppi di sinistra (compresi gli hippy) grazie a degli infiltrati.
Secondo O’Neill, Manson e la sua “Famiglia” potrebbero essere stati utilizzati proprio per creare scompiglio, paura e diffidenza verso gli hippy.
La narrazione che ne emerse infatti – un gruppo di giovani hippy drogati che massacrano celebrità – rafforzò l’idea che la controcultura fosse pericolosa e violenta.
Ci sono dettagli inquietanti su come la polizia gestì il caso.
1) Manson fu arrestato diverse volte prima degli omicidi, ma subito dopo fu rilasciato inspiegabilmente.
E, udite udite, il suo ufficiale di libertà vigilata, Roger Smith, aveva un ufficio proprio nella clinica dove si svolgevano gli esperimenti di West. Strano, vero? Una coincidenza?
2) Dopo i delitti Tate-LaBianca, la polizia ci mise mesi per collegare i crimini, nonostante le evidenti somiglianze tra le scene del crimine.
3) In un raid nel ranch di Manson, vennero arrestate 26 persone per furto d'auto e possesso di armi rubate, ma furono rilasciate dopo pochi giorni per un cavillo burocratico. Come mai tanta leggerezza?
Nonostante le cospirazioni, alcuni sostengono che la spiegazione più semplice sia anche la più probabile. Bobby Beausoleil, un membro della “Famiglia” di Manson, uccise un uomo poche settimane prima degli omicidi di Cielo Drive.
Arrestato subito dopo, Beausoleil affermò che Manson, nel panico, ordinò altri omicidi per confondere le acque.
Un'altra ipotesi riguarda il produttore discografico Terry Melcher, che aveva rifiutato di lanciare la carriera musicale di Manson. Melcher viveva proprio nella casa di Sharon Tate prima che lei e Polanski vi si trasferissero. Manson potrebbe aver ordinato l’attacco pensando di trovarvi ancora Melcher?
Il documentario di Morris non dà risposte definitive, ma una cosa è chiara: la storia raccontata finora non regge. O’Neill ha passato vent’anni a scavare nel caso, ma nemmeno lui ha trovato la chiave del mistero. "So solo che quello che ci hanno detto non è la verità", ammette.
Alla fine, resta il dubbio: Manson era davvero il maestro del male che ha manipolato i suoi seguaci per pura follia? Oppure era una pedina in un gioco più grande, orchestrato da forze oscure con obiettivi ben precisi?
La risposta, probabilmente, non la sapremo mai.