Cinquanta tra deputati e senatori del Movimento Cinque Stelle assisteranno domani, 11 marzo 2025, al dibattito all'Europarlamento di Strasburgo sull'Ucraina e sulla difesa comune. Tra i 50 presenti ci sarà anche il leader del M5S, che già nella giornata di oggi ha ribadito che si recherà al Parlamento europeo per esprimere la sua contrarietà al piano voluto dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.
Il M5S, da sempre contrario all'invio di armi e all'escalation bellica, si oppone al ReArm Europe ed è molto più aperto alla prospettiva di un esercito europeo senza che vengano armati i singoli Stati membri, come invece proposto da von der Leyen. Il piano è stato contestato da diversi partiti negli scorsi giorni e ora la fiducia nella Commissione sembra ai minimi storici.
Secondo von der Leyen, sarebbero necessari 800 miliardi per armare l'Europa e prevenire possibili future minacce. L'esigenza del piano ReArm è stata resa nota dopo l'incontro tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, avvenuto due settimane fa. Il mancato supporto degli USA sembra rendere più difficile, secondo Bruxelles, la possibilità di una pace giusta per l'Ucraina.
"Basta soldi per le armi": questo è il messaggio che approderà domani, 11 marzo 2025, al Parlamento europeo di Strasburgo. A portarlo sarà il presidente del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, che ha ribadito nel corso di un videocollegamento a un'iniziativa dell'Associazione Aster a Roma la sua intenzione di opporsi alle misure che la Commissione europea vorrebbe mettere in atto.
I Cinque Stelle assisteranno a un dibattito sull'Ucraina e sulla difesa comune. Cosa aspettarsi dalla giornata di domani? I cinquanta esponenti pentastellati potrebbero esporre cartelli e, a turno, contestare le politiche di difesa comune di von der Leyen, già bollate come "fallimentari" e "pericolose", soprattutto per i costi che comporterebbero.
Ma da cosa nasce il contestatissimo piano di von der Leyen? Il 4 marzo 2025, la presidente della Commissione Europea ha presentato il piano "ReArm Europe", annunciato come un'iniziativa strategica per il potenziamento delle capacità difensive dell'Unione europea contro la minaccia russa. Il piano prevede un ingente investimento di circa 800 miliardi di euro per rafforzare l'infrastruttura difensiva europea, in risposta a minacce geopolitiche come il conflitto in Ucraina e l'incertezza riguardo al supporto militare degli Stati Uniti.
Un passo in avanti necessario, come ha detto l'ex presidente del Consiglio Romano Prodi, per costruire un esercito comune europeo. Per ora, più che un piano di guerra, sembra essere una road map economica: flessibilità, deroghe al Patto di Stabilità e un aumento dei prestiti per la difesa con eventuali fondi sono le parole d'ordine del ReArm Europe.
Da una parte questa strategia è stata acclamata, ma molti cittadini ed esponenti politici - sia di destra che di sinistra - hanno sollevato dubbi e perplessità in merito al piano.
All'evento di Aster era presente anche l'ex presidente del Consiglio, Massimo D'Alema. Durante il discorso c'è stata la contestazione di alcuni studenti e militanti dell'estrema sinistra nei confronti dei due ex premier, definiti "guerrafondai".
Nel caso di D'Alema, è facile risalire all'origine di questa accusa molto pesante. L'ex PCI e PDS, infatti, è stato presidente del Consiglio durante il bombardamento di Belgrado del 1999 da parte della NATO. L'Italia partecipò ventisei anni fa all'operazione Allied Force per fermare le violenze contro gli albanesi del Kosovo perpetrate dal presidente serbo Milošević. A Conte, invece, viene contestato di aver aumentato la spesa militare durante i suoi governi, lo stesso approccio che oggi l'ex premier critica in Ursula von der Leyen.