10 Mar, 2025 - 20:12

Siria, i curdi diventano parte dello Stato: ecco cosa prevede l'accordo storico con Sdf

Siria, i curdi diventano parte dello Stato: ecco cosa prevede l'accordo storico con Sdf

La Siria ha visto un importante cambiamento politico con la firma di un accordo che coinvolge le Forze Democratiche Siriane (SDF) e il governo di Damasco. Questo accordo, che sancisce un passo verso l'integrazione della comunità curda nelle strutture statali siriane, fa segnare una svolta significativa nel lungo processo di ricostruzione del paese. Con l'intento di promuovere la stabilità, l'accordo stabilisce principi di rappresentanza, riconoscimento dei diritti etnici e religiosi e favorisce il ritorno dei rifugiati, mirando a un futuro di unità e pacificazione.

Siria, accordo storico con Sdf: i curdi entrano nelle istituzioni statali

Il comandante delle Forze Democratiche Siriane (SDF), Mazloum Abdi, e il presidente siriano, Ahmad al-Sharaa, hanno firmato, il 10 marzo, un accordo che prevede l'integrità territoriale della Siria e l'integrazione delle SDF nelle istituzioni statali del paese. I due leader hanno, inoltre, concordato un'intesa che ristabilisce vari aspetti della governance, del settore militare e anche il ritorno dei rifugiati siriani. È prevista anche l'integrazione delle istituzioni civili e militari nel nord-est del paese nell'amministrazione statale, inclusi i valichi di frontiera, gli aeroporti e i giacimenti di petrolio e gas.

L'accordo ha un'importanza storica. Il regime di Bashar al-Assad è caduto nel dicembre 2024 dopo un'avanzata dei ribelli jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham. Sotto la guida di al-Sharaa, dopo aver preso il controllo di Damasco, la nuova leadership del paese ha iniziato la ricostruzione dell'amministrazione e delle istituzioni del paese.

Al-Sharaa aveva precedentemente fatto un appello a tutti i gruppi armati presenti nel paese affinché si fondessero sotto il ministero della Difesa. Le Forze Democratiche Siriane non avevano risposto immediatamente all’appello.

L’SDF è stata una forza determinante durante la guerra che è durata 13 anni in Siria, soprattutto nella battaglia contro l'ISIS nel nord-est del paese.

Attualmente, il nuovo regime non ha il totale controllo del territorio. L'SDF, sostenuta dagli Stati Uniti, controlla dal 2015 una regione nel nord-est della Siria. L'accordo segna un importante passo avanti per l'unità del paese, etnicamente e religiosamente divergente, anche se si attende che ulteriori passi ufficiali arrivino nelle prossime settimane.

Siria, i dettagli dell’accordo Damasco-SDF

Rudaw riporta i dettagli dell'accordo, composto da otto punti. L'accordo stabilisce che tutti i siriani, indipendentemente dalle loro origini religiose ed etniche, avranno il diritto di essere rappresentati nel processo politico e nelle istituzioni statali. La comunità curda sarà riconosciuta come parte della Siria, con garanzie sui diritti costituzionali e sulla cittadinanza. Un cessate il fuoco sarà implementato su tutto il territorio. Le istituzioni nel nord-est saranno integrate nell'amministrazione statale. L'accordo prevede anche il ritorno dei rifugiati siriani e la protezione da parte dello Stato. Inoltre, si ribadisce l'impegno a contrastare ogni forma di divisione e incitamento all'odio, con l'intenzione di attuare pienamente l'accordo entro la fine dell'anno.

Violenza in Siria, nuovi scontri e preoccupazioni per la comunità alevita

Mentre i nuovi governanti della Siria cercano di espandere la propria autorità su tutto il territorio nazionale, Damasco è al centro delle polemiche per la violenza contro la comunità alevita del paese.

L’ondata di violenza è scoppiata il 6 marzo nelle province costiere siriane, come annunciato dalle autorità quando i lealisti di Assad hanno lanciato un attacco contro le truppe del regime. Il presidente al-Sharaa ha fatto un appello a deporre le armi e a non attaccare i civili. Il nuovo governo siriano ha dichiarato la fine di un'operazione militare il 10 marzo.

Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, negli scontri sarebbero state uccise 1.130 persone, tra cui 830 civili. I timori per un rinnovato ciclo di violenza nel paese continuano a crescere.

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Nazlican Cebeci
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