Un'enorme scatola con sopra scritto "Barbie-Fascio di Luce", dalla quale spunta un fantoccio della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è stata data alle fiamme durante il Carnevale di Poggio Mirteto, un piccolo comune del reatino che di solito celebra così questa ricorrenza. Non ci sarebbe nulla di strano e la vicenda sarebbe rimasta confinata alle cronache locali o a qualche servizio fotografico sulle celebrazioni del Carnevale, se non fosse che c'è di mezzo la premier.
Il partito di governo, Fratelli d'Italia, ha condannato il gesto descrivendolo come un segno di frustrazione. Poco dopo sono arrivate le dichiarazioni di solidarietà del vicepremier Antonio Tajani e persino del presidente del Partito Democratico, Stefano Bonaccini, il quale ha ribadito come gli avversari si battano alle urne. Si tratta della seconda volta che la presidente del Consiglio diventa "vittima" della tradizione dei poggiani, che durante la Quaresima incendiano un carro per festeggiare la fine della dominazione pontificia sul loro territorio.
Oggi la destra si lamenta e sottolinea come quanto accaduto nel reatino sia di pessimo gusto. Tuttavia, in passato anche il centrosinistra ha visto fantocci dei propri leader bruciare. Oltre a Matteo Renzi, lo stesso trattamento è stato riservato all'ex presidente della Camera Laura Boldrini e, in tempi più recenti, alla leader del PD Elly Schlein.
Come sempre, di fronte a episodi del genere, la politica si divide: è giusto dare fuoco a fantocci che rappresentano figure politiche? Da un lato, c'è chi cerca di contestualizzare e andare oltre possibili moralismi, dall'altro c'è chi condanna il gesto, vedendolo come un atto che incita all'odio verso la figura presa di mira.
Quanto accaduto a Poggio Mirteto qualche giorno fa non rappresenta un caso unico. Già lo scorso anno, un carro raffigurante Meloni è stato dato alle fiamme, suscitando non poche polemiche, salvo poi cadere nel dimenticatoio, come spesso accade con fatti di cronaca del genere.
Negli anni ci sono stati diversi roghi di fantocci raffiguranti personaggi del panorama politico italiano. Torniamo alla fine del 2011, quando il governo Berlusconi IV era ormai caduto da un mese e mezzo. In quell'occasione, i cittadini di Ozzano dell'Emilia festeggiarono la fine dell'anno incendiando il Vecchione, un'enorme statua che rappresentava l'anno passato con il volto di Silvio Berlusconi. Questa pratica suscitò numerose polemiche, tanto da portare all'apertura di un fascicolo da parte della Procura di Bologna.
Il gesto dei predicatori dell’odio non è una carnevalata. Esprimo piena solidarietà al Presidente Giorgia Meloni per l'ignobile episodio di Poggio Mirteto. Il ripudio della violenza non può essere selettivo, ci aspettiamo una ferma condanna da tutte le forze politiche pic.twitter.com/LTo3JvkJGz
— Daniela Santanchè (@DSantanche) March 10, 2025
Stessa sorte è toccata a due manichini con le facce di Salvini e Di Maio: all'epoca il primo era ministro degli Interni e il secondo degli Esteri. I due fantocci furono incendiati dagli studenti durante una protesta del 2018. Qualche anno dopo, nel 2024, anche un pupazzo dell'attuale ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara è stato dato alle fiamme durante la manifestazione a Torino del 15 novembre, ribattezzata "No Meloni Day".
"No Meloni Day".Gli studenti scendono in piazza in tutta Italia.Tensioni a Torino,bruciato fantoccio di Valditara.Scontri
— Franco Scarsella (@FrancoScarsell2) November 15, 2024
con forze dell'ordine.15 agenti in ospedale. Studenti feriti. Meloni:”certa politica smetta di giustificare violenze”. pic.twitter.com/xLzlUw4IBT
Non sono solo i politici di destra a essere dati alle fiamme in occasione di manifestazioni o celebrazioni del Carnevale. Diversi esponenti del centrosinistra sono stati "bruciati" in pubblica piazza durante eventi goliardici o di protesta, il caso più recente riguarda una foto di Elly Schlein data alle fiamme durante un corteo dell'estrema sinistra a Bologna due anni fa. Nel 2018, durante la festa della Giobia a Busto Arsizio, fu dato alle fiamme un fantoccio raffigurante l'ex presidente della Camera Laura Boldrini. Il sindaco Antonelli spiegò in quell'occasione che la Giobia è un'occasione di festa e satira, non di violenza.
Busto Arsizio, giovani della #Lega alla festa della Giobia danno fuoco a un fantoccio che rappresenta la presidente della Camera, Laura #Boldrini → https://t.co/lyBDQb5aCO pic.twitter.com/77eyauyVoc
— RaiNews (@RaiNews) January 25, 2018
I quotidiani riportano come, durante le celebrazioni a Busto Arsizio, siano finiti sul rogo diversi esponenti politici: l'ex ministro dell'Economia Elsa Fornero, il leader di Italia Viva Matteo Renzi (per ben tre volte), l'ex premier Paolo Gentiloni e l'ex ministro per le riforme costituzionali Maria Elena Boschi. Nel 2014, ci andò di mezzo persino la Banca Centrale Europea.
A dimostrare il vero significato dell'evento fu l'ex sindaco del comune del varesotto, Gianluigi Farioli. Il primo cittadino, eletto per ben due mandati, decise di dare fuoco al fantoccio che lo raffigurava per celebrare la fine del suo secondo mandato. Un gesto che fa ben capire la natura di questa ricorrenza: pura satira, senza incitazioni alla violenza.