10 Mar, 2025 - 17:45

Migranti, cosa prevede il nuovo piano sui rimpatri dell’Europa: cambiano regole per le espulsioni

Migranti, cosa prevede il nuovo piano sui rimpatri dell’Europa: cambiano regole per le espulsioni

L’obiettivo dichiarato è quello di accelerare le procedure di rimpatrio dei migranti irregolari e ridurre il pericolo di ‘fuga’ dei richiedenti asilo in attesa di essere ricondotti nei paesi di origine.

L’Unione Europea cambia le regole comuni sull’immigrazione e inasprisce le procedure per i migranti senza permesso di soggiorno. Il nuovo piano sarà presentato domani, martedì 11 marzo, a Strasburgo dalla presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, e dal commissario UE agli Affari interni, Magnus Brunner.

Si tratta del primo intervento sistemico sul tema della gestione dell’immigrazione da parte dell’Unione, dopo la Direttiva UE del 2008. Uno strumento tanto necessario quanto atteso, soprattutto dagli Stati membri al centro delle tratte migratorie (Italia inclusa) che, negli ultimi 17, anni sono stati lasciati soli a governare i cambiamenti nelle dinamiche migratorie, con esiti purtroppo tragici per gli stessi migranti.

Da quanto già annunciato, emergerebbe un giro di vite sui rimpatri, ma nessun intervento sulla questione delle liste dei Paesi sicuri, altro tema controverso e divisivo soprattutto per l’Italia.

Ecco cosa prevede il nuovo piano sui rimpatri dell’UE e come cambiano le regole per gli irregolari.

Cosa prevede il nuovo regolamento sui rimpatri dell’UE?

La prima novità del nuovo regolamento dell'Unione Europea per i rimpatri dei migranti irregolari è rappresentata dallo strumento legislativo scelto: non una direttiva come nel 2008, ma un regolamento vincolante per tutti gli Stati membri UE, immediatamente recepibile e applicabile dalla data di entrata in vigore.

Una scelta che riflette il senso di urgenza che ha guidato il nuovo piano, che punta soprattutto a regolamentare le espulsioni e porre un freno al fenomeno degli allontanamenti dei migranti in attesa di rimpatrio dai centri di accoglienza.

Il nuovo regolamento prevede un ‘divieto di ingresso’ nei paesi dell’Unione per tutti i soggetti rimpatriati in maniera forzata. Un divieto che sarà valido in tutti i 27 Stati membri.

La seconda, importante, novità riguarda il riconoscimento reciproco delle decisioni di rimpatrio da parte di tutti i governi nazionali. La decisione di uno Stato, sarà riconosciuta anche da tutti gli altri. La ridefinizione delle norme comuni europee è volta a creare un nuovo ordine per la gestione dei migranti, che sia uguale per tutti gli Stati e che comporti rientri immediati e accelerati dei soggetti che non hanno diritto al permesso di soggiorno.

Migranti, hotspot extra-UE: promosso il modello Meloni?

Fulcro del nuovo sistema sarà l’apertura dell'Europa al cosiddetto ‘modello Albania’, proposto dal governo italiano, ovvero, il ricorso ad hotspot in paesi extra-Ue per l’accoglienza di richiedenti asilo in attesa della valutazione delle domande per i permessi di soggiorno, come quelli costruiti dall’Italia in territorio albanese.

Hotspot a cui affiancare nuove strutture chiamate ‘return hubs’, ovvero, centri per i rimpatri destinati al trattenimento di migranti destinatari di decreti di espulsione. Lo scopo degli hubs di rimpatrio è quello di evitare la fuga dei migranti irregolari in attesa di essere rimpatriati, fenomeno che in questi anni è stato alla base del fallimento delle politiche di gestione dei flussi migratori della maggior parte dei governi europei.

Paesi sicuri: l’Europa non interviene neanche questa volta

Il nuovo regolamento, tuttavia, non affronta uno degli aspetti più controversi della questione: la definizione dei criteri per stilare le liste dei Paesi sicuri dove rimpatriare i migranti irregolari. Un tema che sarebbe stato fondamentale trattare, considerando che il regolamento interviene sulla questione dei rimpatri, rendendo prioritario stabilire in quali Paesi sia sicuro rimpatriare i migranti privi di diritto all’asilo politico o umanitario.

La lista dei Paesi Sicuri in Italia è al centro di una velenosa controversia tra governo e magistratura sull’interpretazione delle norme vigenti. La questione è stata portata davanti alla Corte di Giustizia Europea, che si esprimerà il prossimo 10 aprile, chiarendo la normativa di riferimento e i criteri da adottare per determinare se un Paese possa essere considerato sicuro per il rimpatrio dei migranti richiedenti asilo. Probabilmente, la Commissione UE, come l'Italia, attende la pronuncia della Corte per risolvere definitivamente la questione.

Le 5 principali novità del nuovo regolamento migranti dell’Unione Europea:

  1. Regolamento vincolante per tutti gli Stati membri: A differenza della direttiva del 2008, il nuovo piano si configura come un regolamento vincolante, che sarà immediatamente applicabile in tutti i 27 Stati membri dell'UE, senza necessità di recepimento nazionale.
  2. Divieto di ingresso per i rimpatriati: I migranti rimpatriati forzatamente avranno un divieto di ingresso valido in tutti i Paesi UE.
  3. Riconoscimento reciproco delle decisioni di rimpatrio: Le decisioni di rimpatrio di un Paese saranno riconosciute automaticamente da tutti gli altri Stati membri, creando un sistema comune per i rimpatri.
  4. Modello "hotspot" e "return hubs": Si promuove l'adozione del modello "Albania", con hotspot in paesi extra-UE per l'accoglienza dei richiedenti asilo. Vengono introdotti anche centri di rimpatrio, i "return hubs", per trattenere i migranti irregolari in attesa di essere espulsi.
  5. Nessun intervento sui Paesi Sicuri: Non sono previsti cambiamenti sulla questione dei Paesi Sicuri per il rimpatrio, un tema controverso, soprattutto in Italia, che resta irrisolto in attesa della pronuncia della Corte di Giustizia Europea.
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Maria Rita Esposito
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