Calin Georgescu, un politico romeno di estrema destra e filorusso, è stato escluso dalle elezioni presidenziali programmate per il 4 maggio 2025. La decisione è stata presa dalla Commissione Elettorale Centrale della Romania, che ha respinto la sua candidatura senza fornire motivazioni dettagliate. Questo evento ha scatenato proteste violente da parte dei suoi sostenitori a Bucarest, portando a scontri con la polizia e all'uso di gas lacrimogeni per disperdere la folla.
Georgescu ha guadagnato notorietà nel panorama politico rumeno dopo aver vinto il primo turno delle elezioni presidenziali del novembre 2024, dove ha ottenuto circa il 23% dei voti. Tuttavia, la sua vittoria è stata annullata dalla Corte Costituzionale rumena due giorni prima del ballottaggio previsto, a causa di irregolarità nel finanziamento della campagna e presunti legami con interferenze russe. La Corte ha evidenziato che oltre 800 account su TikTok avevano promosso la sua campagna, suggerendo un forte sostegno da parte di attori statali russi, accusa che Georgescu ha sempre negato.
Dopo l'annullamento delle elezioni, Georgescu è stato oggetto di un'inchiesta penale. È stato arrestato a fine febbraio 2025 e accusato di attentato all'ordine costituzionale e di aver costituito un'organizzazione fascista e razzista. Nonostante queste gravi accuse, Georgescu ha deciso di ripresentare la sua candidatura per le elezioni di maggio, sperando di capitalizzare il suo supporto popolare, che lo vedeva in testa nei sondaggi con circa il 40% dei consensi.
La Commissione Elettorale ha giustificato la sua decisione di escludere Georgescu affermando che non poteva registrare la sua candidatura indipendente. Tuttavia, non ha fornito dettagli specifici riguardo ai motivi della sua esclusione, il che ha alimentato ulteriormente le tensioni tra i suoi sostenitori e le autorità.
La reazione alla decisione della Commissione Elettorale è stata immediata. Circa 300 sostenitori di Georgescu si sono radunati davanti alla sede della Commissione a Bucarest, dove hanno cercato di forzare l'ingresso. Le forze dell'ordine hanno risposto con misure di controllo della folla, utilizzando gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti. Gli scontri hanno portato a diversi arresti e a danni materiali in diverse aree della capitale.
Georgescu ha descritto l'esclusione come "un colpo diretto alla democrazia" e ha affermato che l'Europa sta diventando una dittatura. Ha anche annunciato la sua intenzione di presentare ricorso alla Corte Costituzionale rumena contro la decisione della Commissione Elettorale. La Corte è attesa a pronunciarsi sulla questione entro mercoledì prossimo.
L'esclusione di Georgescu dalle elezioni presidenziali potrebbe avere conseguenze significative per il panorama politico rumeno. La sua figura rappresenta una parte crescente dell'elettorato che si sente alienata dalle politiche tradizionali e cerca alternative radicali. La situazione attuale potrebbe anche intensificare le tensioni politiche in Romania e in Europa orientale, dove i partiti populisti ed estremisti stanno guadagnando terreno.
Inoltre, l'accusa di interferenze russe nelle elezioni rumene solleva interrogativi sulla sicurezza e sull'integrità del processo elettorale in tutta l'Unione Europea. Se Georgescu dovesse riuscire a ribaltare la decisione della Commissione Elettorale attraverso un ricorso legale, potrebbe riemergere come un candidato forte in vista delle elezioni di maggio, complicando ulteriormente il già tumultuoso clima politico del paese.
Călin Georgescu è un politico rumeno di estrema destra, nato il 26 marzo 1962 a Bucarest. Georgescu ha conseguito una formazione come agronomo e ha lavorato in vari ambiti legati allo sviluppo sostenibile. Ha ricoperto ruoli significativi, tra cui quello di relatore speciale per l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite e presidente del Centro europeo di ricerca del Club di Roma dal 2013 al 2015. La sua esperienza internazionale gli ha conferito una certa visibilità, ma è stata la sua carriera politica a renderlo noto al grande pubblico.
Georgescu ha iniziato a farsi notare in politica nel 2020, quando è stato proposto come primo ministro dall'Alleanza per l'Unione dei Romeni (AUR), un partito di estrema destra. Tuttavia, il suo vero momento di gloria è arrivato durante le elezioni presidenziali del 2024, quando si è presentato come candidato indipendente. Sorprendentemente, ha ottenuto il 22,95% dei voti nel primo turno, superando le aspettative iniziali che lo davano attorno al 5%.
Le posizioni politiche di Georgescu sono caratterizzate da un forte nazionalismo e da un atteggiamento critico nei confronti dell'Unione Europea e della NATO. Si è espresso contro l'installazione del sistema di difesa missilistica a Deveselu, definendolo una "vergogna della diplomazia". Georgescu ha descritto la sua visione politica come un ritorno ai valori tradizionali, enfatizzando la famiglia e la chiesa ortodossa.
Uno dei suoi principali programmi è stato "Hrană, Apă, Energie" (Cibo, Acqua, Energia), che mira a ridurre la dipendenza dalle importazioni e a promuovere la produzione interna attraverso reti di piccoli produttori e artigiani. Le sue idee sono state spesso associate a tendenze populiste e ultranazionaliste.