08 Mar, 2025 - 12:54

Marco Travaglio condannato per l'ennesima volta per diffamazione: cosa è successo e chi canta vittoria

Marco Travaglio condannato per l'ennesima volta per diffamazione: cosa è successo e chi canta vittoria

C'è stato chi, fino a un certo punto, ha portato il conto. Si trattava niente poco di meno che di Silvio Berlusconi: il Cavaliere, il 10 gennaio 2013, pur giocando fuori casa, in una mitica puntata di "Servizio pubblico" di Michele Santoro, prima di pulire la sedia su cui era stato seduto poco prima, accusò Marco Travaglio di essere un diffamatore seriale elencando tutte le condanne che il direttore del Fatto Quotidiano aveva subito fino a quel momento.

Anni dopo, nella contabilità delle denunce e delle condanne di Travaglio, al Cavaliere è subentrato Matteo Renzi. 

Ma da ieri, il testimone è passato anche al giornalista del Corriere della Sera Federico Fubini: è lui l'ultimo a cui un tribunale ha riconosciuto il diritto a un risarcimento per aver subito una diffamazione dal numero uno del Fatto.

Travaglio condannato ancora una volta per diffamazione: cosa è successo

A dare notizia dell'ennesima sentenza sfavorevole a Marco Travaglio è stato lo stesso Fubini. Sul suo profilo X, il giornalista del Corriere della Sera ha scritto:

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Chi l’avrebbe mai immaginato? Travaglio condannato un’altra volta per diffamazione (sede civile), nello specifico nei miei confronti. In appello, a Perugia

Ma l'esperto di economia del quotidiano di via Solferino ha fatto anche di più: sempre sul social network di Elon Musk ha pubblicato alcuni stralci della sentenza che gli ha dato ragione oltre che alcune sue considerazioni personali.

Così, prima di tutto, ha ricordato la circostanza nella quale è nato lo scontro giudiziario con Travaglio:

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Il caso riguarda la procedura per deficit che la Commissione Ue stava aprendo contro il governo giallo-verde nel 2018 (lo scrissi) e l’Italia evitò solo cambiando la manovra di 10 miliardi dopo i primi passi formali di Bruxelles

Evidentemente, per il direttore del Fatto da sempre vicino al Movimento Cinque Stelle e in particolare a Giuseppe Conte, questa semplice notizia era un oltraggio insopportabile al suo premier preferito. Così, invitato al Festival del giornalismo di Perugia, si mise ad accusare Fubini "fra risate e applausi", come ricorda il giornalista del Corriere su X: per Travaglio, non era altro che "un venditore di fake news" e il video che immortalava questo suo giudizio, rimarca sempre oggi Fubini, "fu visto su Youtube da ben un milione e duecentomila persone, con 10 mila commenti positivi".

Cosa dice l'ultima sentenza contro Travaglio

Fubini, ricordato il fatto sul quale il giudice è stato chiamato in causa, ha quindi citato la sentenza:

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L’affermazione di Travaglio su di me, afferma la sentenza, “è oggettivamente, ma soprattutto scientemente, falsa”. Lui era “perfettamente consapevole” che il mio articolo era corretto “avendo dato con risalto” la stessa notizia sul suo giornale all’epoca. Per attaccarmi ha dunque “falsificato la realtà storica” e “la sua malafede è risultata evidente”

Un attacco gratuito, quindi. Ma che, naturalmente, come ha riconosciuto il giudice, ha avuto un effetto negativo per Fubini:

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“Accusare un giornalista di aver inventato una notizia che non c’era, espone l’accusato alla disistima dei colleghi e dell’opinione pubblica 

La sentenza, per di più, sottolinea che ha esposto il diffamato “anche a possibili sanzioni disciplinari”, tanto più che "soprattutto per un giornalista economico, la credibilità è il patrimonio più importante. Cercare di comprometterla significa danneggiare in modo significativo un professionista” 

Sentenza alla mano:

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“Travaglio ha indotto il pubblico a ritenere che Fubini avesse scritto notizie del tutto false e disancorate dalla realtà. Il che evidentemente non è”

Per il giudice, “un'aggressione gratuita e distruttiva dell’onore e della reputazione” 

Le considerazioni di Federico Fubini

Oltre ad aver riportato questi passi della sentenza, Federico Fubini, poi ha fatto delle considerazioni:

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Ormai, siamo abituati a personaggi che, di fronte a opinioni diverse o notizie sgradite (come nel mio caso: non faccio politica ma scrivo notizie e storie giornalistiche) non si confrontano sul merito. Anziché confrontarsi, questi personaggi attaccano direttamente il portatore di idee o fatti loro sgraditi. Cercano di trascinarlo nel fango con qualunque mezzo ed esporlo al disprezzo e al dileggio. Senza mai parlare della sostanza, solo aggredendo i singoli

Secondo il giornalista del Corriere della Sera, quindi, "esiste un punto di fondo in questa sentenza che non è solo giudiziario":

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L’attacco alla persona, il cercare di distruggerne la reputazione invece di discutere sui temi nel merito non lo trovo solo incivile e indegno di una democrazia. È anche un metodo vecchio, obsoleto. Sa di muffa. Sarebbe proprio ora di darsi una rinfrescata

Da Berlusconi a Renzi: chi si è "divertito" con Travaglio

E comunque: Fubini è in buona compagnia nella lista dei diffamati da Travaglio. Berlusconi, nel 2013, si tolse lo sfizio di smascherarlo in diretta tv su La7:

E Matteo Renzi? In occasione della sua festa dei 50 anni, a gennaio scorso, sul palco del teatro che aveva preso in affitto, forte di un'altra sentenza che obbligava Travaglio a risarcirlo, specificò:

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Signori, state mangiando a spese del direttore del Fatto

What else?

 

 

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Giovanni Santaniello
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