Filippo Ceccarelli è un noto giornalista e scrittore italiano che ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama giornalistico italiano. La sua carriera, che copre oltre quarant'anni, è stata segnata da una profonda passione per la politica e un'instancabile curiosità per i meccanismi del potere.
Nato a Roma il 22 luglio 1955, Ceccarelli è nipote di Giuseppe Ceccarelli, noto come Ceccarius, una figura influente nel mondo giornalistico italiano. Questo legame familiare ha avuto un impatto significativo sulla sua formazione e sul suo interesse per il giornalismo. Fin da giovane, Filippo era affascinato dai racconti del nonno e trascorreva ore con lui, assistendolo anche nel suo lavoro alla redazione del Tempo. Queste esperienze precoci hanno gettato le basi per la sua futura carriera.
Filippo Ceccarelli è sposato con Elena Polidori, una collega giornalista che ha incontrato sui banchi del liceo Virgilio. La coppia si è sposata il 30 aprile 1980 e ha due figli, Giacomo e Francesca Romana. Giacomo, che ha avuto un breve ruolo nel film "Scialla!", è ora un percussionista in un gruppo jazz, mentre Francesca Romana frequenta la scuola.
La carriera di Ceccarelli iniziò a Panorama, dove cominciò a lavorare molto giovane. Successivamente, nel 1990, si unì alla redazione romana de La Stampa, occupandosi principalmente di politica e Parlamento. Questo periodo segnò l'inizio della sua specializzazione nel settore politico, che sarebbe diventata la sua area di expertise.
Nel 2005, Ceccarelli divenne editorialista del quotidiano la Repubblica, un ruolo che gli ha permesso di esprimere le sue opinioni e analisi sulla scena politica italiana. La sua capacità di osservazione e la sua profonda conoscenza dei meccanismi politici lo hanno reso un punto di riferimento per molti lettori.
Ceccarelli è noto anche per il suo sterminato archivio di ritagli sui politici italiani, che ha iniziato a costruire fin da giovane. Questo archivio, composto da oltre 250.000 ritagli, è stato donato nel 2015 alla Biblioteca della Camera dei deputati. Questo lavoro di raccolta e catalogazione riflette la sua dedizione alla documentazione storica e la sua capacità di analizzare i fenomeni politici.
Tra le sue opere più note ci sono Il letto e il potere (1994), Lo stomaco della Repubblica (2000), Il teatrone della politica (2003), La suburra (2010), Come un gufo tra le rovine (2013), Invano (2018), Lì dentro (2022) e B. Una vita troppo (2024). Questi libri offrono una visione critica e spesso ironica della politica italiana, esplorando temi come il potere, il sesso e la corruzione.
Nel 2010, Ceccarelli ha vinto il Premio Satira Politica nella sezione "Letteratura". Questo riconoscimento è stato un tributo alla sua capacità di utilizzare l'ironia e la satira per commentare la scena politica.
Attualmente, oltre al suo lavoro come editorialista per la Repubblica, Ceccarelli continua a essere un punto di riferimento per le sue analisi politiche e per la sua capacità di raccontare la storia italiana attraverso i suoi libri e le sue lezioni. La sua ultima pubblicazione, B. Una vita troppo, è un ulteriore esempio della sua continua esplorazione dei temi che più lo appassionano.