La scomparsa di Bruno Pizzul ci lascia una serie di aneddoti ed episodi difficili da dimenticare. Il giornalista friulano era un personaggio unico nel suo genere, capace di raccontare gli episodi più disparati con la solita classe che lo contraddistingueva. Un professionista amato da milioni di italiani anche per l'immancabile ironia, sempre pungente ma mai offensiva. D'altronde ci sarà un motivo se la sua voce ha accompagnato generazioni e generazioni dagli anni '80 fino al 2002.
La lunga carriera in televisione gli ha permesso di entrare nelle case degli italiani e raccontare il calcio come solo lui sapeva fare. Il linguaggio di Bruno Pizzul ha avuto un ruolo primario nel suo successo e gli ha dato una credibilità difficile da scalfire. Ripercorriamo alcuni dei momenti più iconioci della sua vita attraverso le frasi celebri che hanno scandito la vita di moltissimo tifosi.
Le frasi più iconiche del giornalista friulano si collegano con le disfatte della nazionale italiana. Pizzul ha commentato l'Italia del calcio per più di 20 anni, vivendo momenti unici come i Mondiali del 1990 e i successivi del 1994. Tra le sue frasi più celebri ricordiamo: "Putroppo è andata...", che pronunciò al termine della sfortunata serie di rigori contro l'Argentina ai Mondiali '90.
"Ha calciato alto… e il Brasile vince il Mondiale", è un'altra frase indimenticabile legata al pesante ko contro il Brasile nella finale dei Mondiali americani. Ma Pizzul è stato legato anche a clamorosi momenti di gioia, come in occasione della semifinale degli Europei 2000. Il commentatore non potè trattenere l'esultanza sull'indimenticabile "cucchiaio" di Francesco Totti ai danni del portiere Van Der Sar.
Non solo frasi, ma anche espressioni e modi di dire che resteranno per sempre nella storia del giornalismo italiano. Pizzul creò dei veri e propri tormentoni; "Sciabordìo" e "Tutto molto bello" sono due dei suoi marchi di fabbrica che ripropose nel corso dell'intera carriera. Sulla stessa linea anche "Partiti" (frase pronunciata al fischio di inizio) e "Scodella al centro" ( per segnalare un cross diretto nell'area di rigore avversaria".
In alcuni casi Pizzul si trovò a gestire situazioni più grandi di lui, come nel caso della tragica notte dell'Heysel. Il giornalista mantenne sempre una certa sobrietà, qualità che gli permise di uscirne da vero e proprio professionista. Un lessico colto e preciso che sembra distante anni luce da quello del giornalismo moderno.
Se dovessimo scegliere le due qualità principali di Bruno Pizzul opteremmo senza dubbio per competenza e passione. Il commentatore, scomparso oggi all'età di 86 anni, ha sempre dimostrato una preparazione fuori dal comune, facile da intercettare nelle sue telecronache. Pizzul studiava ogni partita, commentandola senza mai scadere nel tifo di parte ma mantenendo uno stile sobrio e adatto al ruolo che ricopriva. La passione faceva poi il resto, portandolo a sacrificare parte della sua vita per il lavoro che amava.