05 Mar, 2025 - 08:29

Addio a Bruno Pizzul: causa della morte e malattia dello storico cronista sportivo

Addio a Bruno Pizzul: causa della morte e malattia dello storico cronista sportivo

Bruno Pizzul, uno dei telecronisti sportivi italiani più celebri e amati, ha raccontato per anni le partite della Nazionale italiana di calcio, a partire dai Mondiali del 1986. È scomparso all’età di 86 anni, come confermato dall’ospedale di Gorizia, dove era ricoverato. 

Di cosa è morto Bruno Pizzul?

Bruno Pizzul era ricoverato da tempo all'ospedale di Gorizia per una malattia, di cui però non sono stati resi noti i dettagli. La causa della morte è comunque da ricondurre a questo male che lo ha colpito negli ultimi mesi.

La carriera

Il suo stile pacato e innovativo rispetto ai predecessori lo rese una voce inconfondibile nel panorama giornalistico sportivo, soprattutto a partire dai Mondiali del 1990, disputati in Italia. Succeduto a Nando Martellini, storico commentatore del trionfo azzurro del 1982, divenne un punto di riferimento per gli appassionati di calcio.

Durante le cosiddette “notti magiche” del 1990, denominate così per via della colonna sonora ufficiale di quel Mondiale, Pizzul raccontò la cavalcata della Nazionale fino alla semifinale persa contro l’Argentina, che a sua volta fu sconfitta in finale dalla Germania. Continuò poi a commentare anche le edizioni successive dei Mondiali, nel 1994, 1998 e 2002. Nel corso della sua carriera fu spesso imitato, partecipò a film e pubblicità e divenne una figura iconica della cultura sportiva italiana, rimanendo attivo in televisione fino agli ultimi anni, sia sulla Rai che su DAZN.

Nato a Udine, Pizzul ebbe una breve esperienza nel calcio giocato prima di laurearsi in Giurisprudenza. Entrò in Rai nel 1969 come telecronista radiofonico e nel tempo divenne una delle voci principali dell’emittente pubblica. Raccontò numerose finali di competizioni europee, tra cui la tragica finale della Coppa dei Campioni del 1985 tra Juventus e Liverpool, segnata dal disastro dell’Heysel, in cui 39 tifosi persero la vita a causa del crollo di un muro e della calca sugli spalti dello stadio Re Baldovino di Bruxelles.

Oltre al calcio, in Rai si occupò anche di altre discipline, come la boxe e il canottaggio. La sua ultima telecronaca della Nazionale italiana risale al 21 agosto 2002, in un’amichevole contro la Slovenia giocata a Trieste e persa 1-0 dagli Azzurri. Negli anni successivi continuò a lavorare come opinionista in diverse trasmissioni sportive, tra cui Quelli che il calcio, La Domenica Sportiva e, più di recente, Supertele su DAZN.

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