Silvia Ronchey è una rinomata saggista, storica e filologa italiana, specializzata in studi bizantini. Rappresenta una delle voci più autorevoli nel campo degli studi bizantini e della saggistica italiana contemporanea. La sua capacità di coniugare ricerca accademica e divulgazione culturale, unita a una sensibilità unica nel trattare temi complessi, la rende una figura di spicco nel panorama intellettuale italiano e internazionale.
Nata a Roma nel 1958, Silvia è figlia della scrittrice Vittoria Aliberti e del giornalista ed ex ministro dei Beni Culturali Alberto Ronchey. La sua formazione accademica l'ha vista frequentare il liceo classico Massimo d'Azeglio di Torino e successivamente il liceo classico Ennio Quirino Visconti di Roma. Già durante gli anni liceali, ha sviluppato un profondo interesse per la civiltà bizantina, trascorrendo molto tempo nelle biblioteche storiche di Roma, come la Biblioteca Casanatense e la Biblioteca Angelica.
Nel 1976, ha iniziato il suo tirocinio paleografico sui manoscritti del Monastero di San Giovanni Teologo a Patmos. Nel 1981, si è laureata in lettere antiche all'Università di Pisa con una tesi in Filologia bizantina sotto la supervisione di Franco Montanari. Ha proseguito la sua formazione lavorando presso la Biblioteca del Patriarcato Greco Ortodosso di Alessandria d'Egitto, il Centre d'Histoire et Civilisation du Monde Byzantin del Collège de France a Parigi e, grazie a una borsa di studio, è diventata Fellow al Dumbarton Oaks Institute for Byzantine Studies di Washington, dove ha collaborato con il celebre bizantinista Aleksandr Petrovič Každan.
Molto riservata riguardo alla sua vita privata, non è noto se Silvia Ronchey sia sposata e abbia dei figli.
È importante sottolineare che, contrariamente a quanto affermato da alcune fonti, Silvia Ronchey non è stata la moglie di James Hillman. Hillman era sposato con Margot McLean, una pittrice con la quale condivideva una profonda passione per l'arte e la bellezza. La Ronchey e Hillman erano legati da una solida amicizia e da una collaborazione intellettuale che ha prodotto opere di grande rilevanza nel panorama culturale contemporaneo. Con Hilman la legava un semplice rapporto di amicizia.
La figura di Margot McLean è stata spesso menzionata dalla Ronchey nelle sue riflessioni su Hillman. In un suo articolo, la Ronchey descrive Margot come una pittrice giovane, bionda e bellissima, che dipingeva i sogni analizzati dal marito, evidenziando come entrambi fossero "cacciatori di sogni".
La carriera accademica della Ronchey è caratterizzata da una vasta produzione scientifica che abbraccia sia edizioni critiche e traduzioni di testi bizantini, sia saggi filologici e storico-letterari. Tra i suoi contributi più significativi si annoverano gli studi sulla "Cronografia" di Michele Psello, di cui ha pubblicato la prima traduzione italiana, su Eustazio di Tessalonica, sulla vita bizantina del Buddha (Barlaam e Iosafat) e sugli antichi Atti dei Martiri greci. Ha inoltre approfondito le figure di Ipazia e Bessarione, collaborando con Každan nella stesura de "L'aristocrazia bizantina".
Oltre a circa un centinaio di saggi specialistici, Silvia Ronchey ha scritto libri tradotti in più lingue, tra cui "L'enigma di Piero", vincitore del Premio Procida-Isola di Arturo-Elsa Morante nel 2006, "Il guscio della tartaruga", "Il romanzo di Costantinopoli", "La cattedrale sommersa" e "Ipazia. La vera storia", accolto con favore dalla critica. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche, tra cui "La Stampa" e "La Repubblica", e ha curato programmi radiofonici e televisivi per la RAI, spesso in collaborazione con lo scrittore e docente universitario Giuseppe Scaraffia.
Un capitolo significativo della sua carriera è rappresentato dalla collaborazione con lo psicoanalista e filosofo statunitense James Hillman. L'incontro tra i due ha dato origine a una profonda amicizia e a una serie di dialoghi che si sono concretizzati in due libri: "L'anima del mondo" e "Il piacere di pensare". La loro collaborazione si è protratta fino alla scomparsa di Hillman nel 2011, con la Ronchey che ha curato la pubblicazione postuma del suo ultimo libro, "L'ultima immagine", nel 2021, opera che ha vinto il Premio Viareggio nella sezione Saggistica l'anno successivo.
La carriera accademica di Silvia Ronchey è stata coronata da numerosi riconoscimenti e incarichi prestigiosi. Dopo un ventennio di insegnamento all'Università di Siena, nel 2012 è diventata professore ordinario di Civiltà Bizantina presso l'Università degli Studi Roma Tre. La sua attività di ricerca continua a concentrarsi sulla storia e la filologia bizantina, con un approccio che combina rigorosità scientifica e una profonda passione per la divulgazione culturale.