Ha preso il via lo scorso 26 febbraio, davanti alla Corte d'Assise di Cagliari, il processo che vede imputato Igor Sollai per l'omicidio aggravato e l'occultamento del cadavere della moglie Francesca Deidda, scomparsa da San Sperate nel maggio scorso e trovata morta, due mesi più tardi, in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito.
L'uomo era presente in aula, ma ha chiesto di non essere ripreso dalle telecamere dei giornalisti. I suoi avvocati, Carlo Demurtas e Laura Pirarba, hanno accolto la richiesta della Procura di depositare l'intero fascicolo d'indagine, accelerando i tempi del dibattimento. "Il prossimo 7 maggio il pm procederà con la sua requisitoria. Non ci saranno guerriglie o sorprese", ha spiegato l'avvocato Gianfranco Piscitelli.
Ieri, 3 marzo 2025, il legale che rappresenta la famiglia della vittima è intervenuto a "Fatti di nera", programma che va in onda dal lunedì al venerdì su Cusano Italia Tv (canale 122 del digitale terrestre) e disponibile in streaming su Cusano Media Play. Rispondendo alle domande dei conduttori Sharon Fanello e Gabriele Raho, ha dichiarato: "Il processo a carico di Sollai non sarà lungo".
L'uomo, 43 anni, camionista di professione, è detenuto nel carcere di Uta, nel Cagliaritano, da luglio scorso e rischia ora l'ergastolo. Dopo mesi di smentite e depistaggi, a novembre ha confessato di aver ucciso la moglie Francesca Deidda al culmine di una lite "per la fine del loro rapporto" e di averne poi nascosto il corpo.
"Io parlo di 'parziale ammissione', poiché la sua ricostruzione non corrisponde a quella contenuta nelle oltre cinquemila pagine del fascicolo d'indagine della Procura", ha dichiarato l'avvocato Piscitelli, "che invece è, a mio avviso, chiara e documentale". Secondo gli inquirenti, il 43enne avrebbe premeditato il delitto per "futili motivi".
Uccidendo la moglie con un martello sul divano di casa, per poi fingere che si fosse allontanata per un periodo di riflessione in vista di una loro possibile separazione, rispondendo ai messaggi di amici e parenti con il suo smartphone.
"Da parte di Sollai non c'è stato alcun pentimento. Anzi, era convinto che sarebbe riuscito a prendere in giro tutti quanti. Prima di commettere il delitto fece una serie di ricerche su come occultare il cadavere, acquistando delle piante che poi mise intorno al corpo della povera Francesca. Pensava di riuscire a non essere scoperto", ha affermato l'avvocato Piscitelli.
"Ha negato fino a quando la Cassazione non ha rifiutato di concedergli i domiciliari. Basti pensare che poco prima del responso inviò al cognato, il mio assistito, una lettera in cui gli diceva che quando sarebbe uscito, avrebbero ripreso a frequentarsi come prima. Non ha mai rivolto un pensiero alla moglie uccisa né ha mai chiesto scusa alla sua famiglia, mostrandosi freddo fino all'ultimo momento", ha aggiunto.
"Loro lo consideravano uno di casa e chiunque ha visto insieme lui e Francesca parla di un rapporto normale. Non era geloso o possessivo. Semplicemente, un calcolatore", ha proseguito. "Doveva eliminare la moglie perché era diventata un ostacolo, gli creava problemi dal punto di vista economico e sentimentale, visto che frequentava un'altra donna".
Secondo l'avvocato, Sollai avrebbe dunque agito per un duplice scopo: ottenere i 100 mila euro della polizza sulla vita stipulata dalla moglie e la loro casa, di cui erano comproprietari, ma anche essere libero di vivere la sua relazione extraconiugale.
"Voleva prendersi tutto", ha spiegato il legale, "anche i duecento euro del divano su cui ha ucciso la moglie, che ha prontamente ripulito e messo in vendita", definendo il 43enne "un narcisista maligno". "Dobbiamo pensare che lui e Francesca erano fidanzati dal 1999, una vita", ha spiegato.
"Non era mai stato violento nei suoi confronti, eppure sappiamo che andava allo stadio a sfogare la sua rabbia, che su Internet cercava siti particolari. Era una persona che sicuramente non dava a vedere il suo vero essere, che viveva vite parallele, come dottor Jekyll e mister Hyde. Purtroppo lo abbiamo scoperto solo dopo la tragedia".
Sollai risulta attualmente indagato anche per un'altra vicenda: durante le indagini sull'omicidio della moglie, sarebbe stato sorpreso dai carabinieri in compagnia di una minorenne, figlia di amici di famiglia, seminuda, all'interno della sua abitazione. "In questa storia ci sono più vittime", ha concluso l'avvocato Piscitelli, "solo che Francesca è morta, mentre altre, incluse la ragazzina e l'amante, sono vive". La speranza dei familiari è che venga fatta giustizia.