Come sempre, con l'arrivo della primavera, si inizia a sentire quella battuta che puntualmente strappa una risata forzata - quasi doverosa - anche se nella realtà dei fatti ha stancato chiunque: "Tra un po' torna l'ora legale...l'ultima cosa legale rimasta in Italia". Diciamoci la verità, anno dopo anno diventa sempre più difficile sforzarsi di ridere di fronte a quella che potremmo tranquillamente considerare una battuta da boomer. L'ora legale in Italia scatta la ultima domenica di marzo di ogni anno. Quindi, nel 2025, l'ora legale inizierà il 29 marzo. In quella data, le lancette dell'orologio vanno spostate avanti di un'ora nella notte: dalle 2 alle 3.
Ma davvero c'è rimasta solo l'ora di legale in Italia? I dati di diversi indici certamente non premiano il Bel Paese. Secondo l'Indice di percezione della corruzione 2024 di Transparency International, l'Italia ha ottenuto il punteggio di 54 su 100, classificandosi al cinquantaduesimo posto nella classifica di 180 Paesi. Non rende giustizia all'Italia nemmeno il Quadro di Valutazione UE sulla Giustizia che ritiene che i tempi.
Record non proprio invidiabili che, in un certo senso, rendono più comprensibile perché una battuta così desueta e ripetitiva continui a essere fatta. L'Italia non è ancora un esempio a livello internazionale per legalità, come dimostrano diversi indici che prendono in considerazione il grado di corruzione, la percezione della giustizia nel Paese e le misure adottate per contrastare l'illegalità. Diverse misure sono state messe in campo negli ultimi anni ma, nonostante tutto, il problema sembra non trovare mai una soluzione concreta.
Solo qualche giorno fa, è stato annunciato che l'Italia ha ottenuto un punteggio di 54 su 100 nell'Indice di percezione della corruzione 2024 di Transparency Agency. L'Italia è cinquantaduesima su un totale di 180 Paesi, sotto moltissimi altri Stati europei. Mentre Germania e Francia hanno punteggi molto alti, l'Italia sembra davvero distante e molto più vicina alla Grecia e alla Croazia, la prima vittima di un'importante crisi e dotata di un apparato istituzionale non proprio invidiabile e la seconda entrata da poco nell'Unione Europea. Tuttavia, il risultato registrato recentemente segna un'inversione negli ultimi 13 anni.
Lo stesso discorso potrebbe emergere dalla Relazione della Commissione europea sullo Stato di diritto dello scorso anno. All'interno del report vengono sottolineati i punti di forza del nostro Paese ma anche diverse criticità rispetto agli Stati europei.
Altra percezione allarmante è quella sul sistema giudiziario che risulta ancora troppo lento. I processi verrebbero considerati, dal Quadro di Valutazione UE sulla Giustizia dello scorso anno, troppo lunghi e arrivano a intasare i tribunali senza arrivare a una conclusione reale. Peggio se si tocca il tema dell'indipendenza della magistratura: molti italiani ritengono che i pm non siano del tutto imparziali.
Quest'ultimo è tuttavia un problema minore, dato che la percezione è diffusa soprattutto negli ambienti politici. Capitolo a parte riguarda invece il pluralismo delle informazioni: Media Pluralism Monitor 2022 ha rilevato che l'area del pluralismo di mercato in Italia presenta un rischio medio del 63%, il più elevato tra tutte le aree monitorate. Questo rischio è da attribuirsi all'alta concentrazione della proprietà dei media, sia a livello orizzontale che verticale.
Negli ultimi mesi e anni, il governo italiano si è impegnato nel contrasto all'illegalità. Sono state introdotte diverse misure per rafforzare la legalità e combattere l'illegalità in vari settori. Tra queste, c'è il dl Caivano ha avuto un impatto significativo. Questo provvedimento, punta a contrastare il disagio giovanile e la criminalità minorile, ha previsto misure per rafforzare la sicurezza dei minori, soprattutto in ambito digitale.
Il decreto è nato dopo un caso emblematico di Caivano che vedeva coinvolte alcune minorenni che sono state abusate. Accanto a questa misura, è in discussione il ddl Sicurezza, un provvedimento che mira a potenziare la sicurezza pubblica, tutelare il personale delle forze dell'ordine e riformare l'ordinamento penitenziario. Questo disegno di legge è stato approvato dalla Camera dei deputati nel 2024 e attualmente è in fase di esame al Senato.
La riforma della giustizia continua a essere un tema caldo. La proposta di separazione delle carriere dei magistrati ha suscitato un dibattito acceso: se da una parte questa riforma mira a rendere più efficiente il sistema, dall'altra solleva timori riguardo a possibili rischi per l'indipendenza della giustizia e per l’equilibrio dei poteri dello Stato. Non sono mancate, nei mesi passati, proteste contro questa misura fortemente voluta dal ministro della Giustizia Carlo Nordio.