Uno scontro al limite della farsa: quello andato in scena alla Casa Bianca tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky non è stato un incontro diplomatico, ma un reality show di basso livello, degno delle peggiori puntate di "Uomini e Donne". Accuse, minacce, urla e ripicche: mancavano solo Tina Cipollari e Gianni Sperti, con Maria De Filippi a moderare il dibattito.
Il problema, però, è che la geopolitica non è un programma di intrattenimento. O almeno, non dovrebbe esserlo. Eppure, con Trump alla Casa Bianca, tutto diventa una performance, una messa in scena populista e grottesca in cui i destini di milioni di persone si trasformano in slogan e battute ad effetto.
Se questo è il livello della diplomazia americana, allora il mondo è davvero nei guai. E purtroppo, a differenza di un reality, qui non c'è un telecomando per cambiare canale.
L’atmosfera è stata tesa sin dall’inizio dell’incontro. Fin dal commento con cui Trump ha accolto Zelensky al suo arrivo alla Casa Bianca. “Si è vestito bene”, ha scherzato il presidente degli Stati Uniti rivolgendosi ai giornalisti, mentre salutava il leader ucraino, che per l’occasione aveva abbandonato il classico abbigliamento militare in favore di una divisa nera.
Subito dopo, il tycoon ha dichiarato: “Sigleremo un’intesa molto equa sulle risorse minerarie ucraine”, aggiungendo che l’accordo per una tregua in Ucraina è “abbastanza vicino”. Zelensky, dal canto suo, ha messo subito in chiaro la sua posizione: “Ho compreso cosa l’Europa è pronta a fare, ora voglio sapere quali sono le intenzioni degli Stati Uniti". “Putin è un assassino, non voglio compromessi” ha affermato con decisione, per poi aggiungere: “Trump è dalla nostra parte. Insieme possiamo fermarlo”.
Il presidente americano, però, ha smorzato le aspettative, ribadendo che l’Ucraina dovrà accettare dei compromessi con la Russia per arrivare a una tregua. “Non si può raggiungere un accordo senza concessioni reciproche”, ha sottolineato Trump, precisando poi di non schierarsi né con l’uno né con l’altro: “Mi pongo come intermediario tra Russia e Ucraina. Sono dalla parte degli Stati Uniti e dell’interesse globale”. Ha poi aggiunto: “Non posso insultare Putin e poi chiedergli di negoziare la pace. Non funziona così. Non sono allineato con nessuno”.
Il capo della Casa Bianca ha ribadito il desiderio di essere ricordato come un “pacificatore”, un leader che ha agito per salvare vite umane e, al contempo, per ridurre i costi del conflitto. “Questa è una situazione pericolosa, che avrebbe potuto condurre alla Terza Guerra Mondiale se non fossi stato eletto. Se avessimo perso, ora saremmo già in un conflitto globale”.
Le tensioni sono aumentate quando Zelensky ha avanzato richieste più concrete. “È fondamentale che Washington garantisca la sicurezza dell’Ucraina”, ha dichiarato il presidente di Kiev, facendo riferimento al supporto militare fornito dall’amministrazione Biden negli ultimi tre anni. Trump ha replicato con fermezza: “Tutti parlano di sicurezza. Io dico: prima concludiamo un accordo”. Ha promesso un ulteriore invio di armi, ma ha auspicato che non sia necessario fornirne molte perché “la guerra finirà presto”.
Il confronto si è fatto via via più acceso. Zelensky ha insistito sulle garanzie militari, mentre Trump lo ha accusato di trovarsi in una posizione di svantaggio e di non avere abbastanza potere contrattuale. “Dovreste mostrare gratitudine”, ha esclamato il tycoon, accusando il leader ucraino di “giocare con il rischio di un conflitto mondiale”. Poi l’ultimatum: “O firmi un accordo, oppure ce ne tiriamo fuori!”.
Anche il vicepresidente JD Vance ha criticato Zelensky, definendo “irrispettoso” il fatto che sia andato nello Studio Ovale a discutere animatamente davanti ai media statunitensi. Ha inoltre ricordato che il leader ucraino aveva fatto campagna elettorale per l’opposizione, riferendosi alla sua visita in Pennsylvania presso uno stabilimento di armi durante un evento organizzato da Biden. Zelensky ha replicato secco: “Non sono qui per giocare d’azzardo”.
Il confronto è durato circa venti minuti, fino a quando Trump ha dichiarato senza mezzi termini che, senza l’aiuto militare degli Stati Uniti, l’Ucraina avrebbe perso la guerra “nel giro di due settimane”. Poi l’affondo personale: “Non sei molto intelligente”, ha detto rivolto a Zelensky.
Poco dopo, il presidente americano ha affidato la chiusura dell’incontro a un post su Truth Social: “Zelensky potrà tornare quando sarà pronto per la pace”, ha scritto, accusandolo di aver “mancato di rispetto agli Stati Uniti”. Secondo Fox News, Trump avrebbe anche chiesto a Zelensky di lasciare la Casa Bianca, annullando la conferenza stampa prevista.
Uno spettacolo vergognoso, degno di un talk show trash più che di un vertice tra capi di Stato. Trump, con la sua arroganza da giudice di "The apprentice", ha trattato Zelensky come un mendicante, rinfacciandogli ogni singolo aiuto ricevuto e umiliandolo con battute sprezzanti.
Dall’altra parte, il leader ucraino, invece di costruire un dialogo strategico, si è presentato come se gli aiuti americani fossero un diritto acquisito, pretendendo garanzie senza alcuna concessione.
Il risultato? Un confronto ridicolo, con insulti, minacce e sceneggiate, mentre la guerra continua a devastare l’Ucraina. Se questa è la "grande diplomazia", il mondo è nelle mani di dilettanti pericolosi e c'è da avere seriamente paura.