Le relazioni tra Stati Uniti e Ucraina sono sempre più complesse, soprattutto con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Il tycoon ha recentemente attaccato Volodymyr Zelensky, accusandolo di essere impopolare e arrivando perfino a definirlo un “dittatore”. Tuttavia, nel giro di pochi giorni, i toni di Trump sono cambiati radicalmente, proprio mentre si discute un importante accordo economico tra Washington e Kiev.
Le recenti dichiarazioni del presidente statunitense, Donald Trump, sul suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, sono molto altalenanti. Solo pochi giorni fa, Trump ha attaccato Zelensky affermando che il leader ucraino non fosse popolare tra i cittadini ucraini e che il suo tasso di approvazione fosse sceso al 4 per cento. Questa affermazione, già smentita dai sondaggi, ha contribuito ad uno scontro acceso tra Kiev e Washington.
Sebbene la popolarità di Zelensky tra gli ucraini non sia ai massimi livelli, è comunque intorno al 52 per cento.
Lo scontro è esploso proprio all’indomani del primo incontro tra funzionari statunitensi e russi in Arabia Saudita. La tempistica dell’escalation non è passata inosservata, contribuendo a confondere ulteriormente gli alleati. Le dichiarazioni di Trump, infatti, hanno rispecchiato spesso la narrativa di Mosca, che punta a mettere in discussione la legittimità del presidente ucraino.
Il mandato di Zelensky è scaduto nel 2024, ma sotto la legge marziale non si sono tenute elezioni. Per i critici, il mancato voto, nonostante la guerra, compromette la democrazia. Zelensky ha replicato, sostenendo che Trump è circondato da disinformazione, ma il tycoon ha peggiorato ulteriormente la situazione definendo il presidente ucraino un “dittatore”.
Nonostante le tensioni, Volodymyr Zelensky si è recato a Washington per incontrare Donald Trump. Sono in corso trattative per finalizzare l'accordo sui minerali ucraini tra i due paesi. Trump ha già annunciato che Zelensky firmerà l’accordo il 28 febbraio alla Casa Bianca. Il presidente ucraino, però, vuole raggiungere un’intesa su due punti decisivi: garanzie di sicurezza da parte degli Stati Uniti e un accordo che non comprometta il futuro delle prossime generazioni ucraine.
Il mondo del tycoon cambia velocemente, così come le sue dichiarazioni più dure. In vista della visita di Zelensky, Trump ha minimizzato le sue stesse affermazioni, arrivando a dire:
Alla fine, Zelensky aveva già offerto, lo scorso anno, le risorse minerarie ucraine agli alleati come parte del suo piano di vittoria per finanziare la ricostruzione del paese. La prima versione della proposta americana, invece, assomigliava più a una forma di colonialismo. Sebbene la bozza dell'accordo sembri ora meno aggressiva, continua però a non prevedere garanzie di sicurezza per Kiev.
Zelensky ha descritto l'intesa come una "cornice" di un patto futuro, ma questa prospettiva non allevia i timori sul futuro dell’Ucraina. Tuttavia, sembra un tentativo rivolto a mantenere rapporti più distesi con Trump.
Questa retromarcia di Trump è legata a un cambiamento nelle relazioni tra Kiev e Washington? Sembrerebbe di no. Gli incontri tra Russia e Stati Uniti, sia in Arabia Saudita che in Turchia, sembrano aver riavviato un dialogo dopo anni di relazioni congelate.
I funzionari dei due paesi hanno tenuto un secondo colloquio a Istanbul il 27 febbraio. Il Ministero degli Esteri russo ha definito, infatti, i colloqui di Istanbul “sostanziali e professionali”, mentre il Dipartimento di Stato americano li ha descritti come “costruttivi”.
Le dichiarazioni di Trump nei confronti di Zelensky, seguite da una rapida retromarcia, riflettono il suo stile politico imprevedibile e la continua evoluzione delle relazioni tra gli attori. Mentre Kiev cerca garanzie di sicurezza e un accordo vantaggioso, gli Stati Uniti sembrano più concentrati su interessi economici. Il futuro delle relazioni tra i due paesi rimane complesso e dipenderà anche dalle mosse di Washington nel contesto dei nuovi equilibri globali.