27 Feb, 2025 - 13:00

Salvini, Conte e Tajani: chi sta nella coalizione sbagliata?

Salvini, Conte e Tajani: chi sta nella coalizione sbagliata?

Cosa ci fa Salvini ancora in maggioranza? E Conte nel centrosinistra?

È opinione sempre più diffusa che la politica italiana necessiti di un rimescolamento delle carte, mentre alcuni partiti di trovare una nuova collocazione. Il bipolarismo forzato ha creato nel tempo convivenze burrascose con partiti che vivono da ‘separati in casa’ nelle coalizioni di riferimento.

Lega e Movimento 5 Stelle rappresentano i due esempi più evidenti dell’attuale anomalia della politica italiana: risiedono in coalizioni con cui si trovano in disaccordo un giorno sì e l'altro pure. 

Ieri Matteo Salvini è intervenuto nuovamente sui temi della politica estera, esprimendo posizioni in netto contrasto con quelle del Governo. Lo stesso aveva fatto nei giorni scorsi Giuseppe Conte, creando un terremoto nel centrosinistra.

La politica estera è il pomo della discordia, tuttavia non è il solo tema su cui i due leader di partito italiani dissentono rispetto alla linea ufficiale delle coalizioni di riferimento. Un dissenso che, tra l’altro, non si curano di mascherare, lavando in piazza i panni sporchi e generando malumore tra gli alleati.

C’è, però, anche Forza Italia che, spesso, si è trovata a ‘disagio’ con un centrodestra sempre più destra-centro e sempre più lontano dalla visione liberale del partito fondato da Silvio Berlusconi.

Chi sta nella coalizione sbagliata? Calenda docet

Secondo il leader di Azione Carlo Calenda, il corto circuito è dovuto all’assenza di un terzo polo di centro a fungere da mediatore tra destra e sinistra.

La politica italiana è l’eterna orfana della Democrazia Cristiana – che tra l’altro sembra stia per risorgere – e la necessità di creare un’alternativa al bipolarismo è testimoniata anche dalla vitalità con cui i movimenti di centro stanno cercando di riorganizzarsi in vista delle Elezioni politiche del 2027.

In un’intervista ad Huffington post, il leader di Azione ha evidenziato i limiti delle coalizioni attuali.

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Sull'Ucraina il campo largo è liquefatto, Meloni ha il terremoto Salvini. Il bipolarismo ha fatto in modo che le capacità di compromesso sui temi veri non ci siano, rimangono solo continui scontri retorici. Si cerca di militarizzare l’elettorato. Ma se non cambiamo, arriverà un Trump italiano.

Un’analisi lucida della situazione presente a cui naturalmente la soluzione non può che essere la ricostruzione del centro.

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“Stiamo vivendo una crisi senza precedenti per cui dovremo dare una risposta unitaria ed europeista. Il bipolarismo ha portato a un eterno scontro retorico su tutto, senza mai proporre una soluzione su nulla. Dobbiamo costruire un centro forte e repubblicano per dare soluzioni straordinarie a tempi straordinari.”

Ha concluso.

Salvini e Conte fanno venire il mal di testa a Meloni e Schlein

Il problema sollevato da Carlo Calenda è da settimane sotto gli occhi di tutti. Matteo Salvini sembra lavorare da agente disturbatore in seno alla maggioranza di Governo. Ieri ha fatto balzare gli alleati dalle sedie quando, durante la conferenza alla Stampa Estera, ha dichiarato che l’invio di truppe italiane in Ucraina è fuori discussione, scavalcando con un sol balzo presidente del Consiglio, ministro degli Esteri e ministro della Difesa.

Oggi è ritornato sulla questione dichiarando nel corso della trasmissione “Giù la maschera” su Radio Uno che “la Russia deve tornare a essere un paese amico dopo la tragica guerra”.

Una dichiarazione che non farà sicuramente piacere a Giorgia Meloni e Antonio Tajani, impegnati a mantenere l’equilibrio tra l’appoggio a Kiev e il rapido evolversi del conflitto con l’asse Trump-Putin.

Da una coalizione all’altra, ad agire da agenti disturbatori nel centrosinistra sono, invece, il Movimento 5 Stelle e il suo leader Giuseppe Conte. Le recenti dichiarazioni dell’ex presidente del Consiglio su Donald Trump e sulla furia bellicistica dell’UE, hanno creato più di un mal di testa alla segretaria PD Elly Schlein, costretta a interrompere il suo silenzio per sottolineare le differenze di vedute con il resto del campo largo.

Carlo Calenda, sempre più ‘fustigatore’ delle incongruenze del bipolarismo in un post di qualche giorno fa, consigliò ai Cinquestelle di fare pace con i propri neuroni.

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“Cari 5S il bellicismo è quello che avete tra i neuroni del vostro cervello. Fate la pace lì.”

Cosa c’entrano Tajani e FI con la destra-centro?

La guerra in Ucraina e l’appoggio a Trump, come dicevamo, rappresentano solo la punta dell’iceberg poiché Lega e M5s si sono ritrovati negli ultimi mesi a dissentire in più occasioni rispetto alla linea ufficiale delle rispettive coalizioni, ma non sono i soli.

La Lega ad esempio è in totale disaccordo con i temi legati ai diritti civili su cui Forza Italia ha una posizione più vicina al centrosinistra.

In questi mesi, Antonio Tajani ha lavorato per attestare Forza Italia come la gamba moderata del centrodestra, ma spesso si è trovato in minoranza proprio su temi come i diritti civili, cittadinanza ed europeismo. Temi su cui la scorsa settimana Marina Berlusconi ha suonato la sveglia.

La politica italiana è un puzzle da ricomporre? Alla luce di quanto detto finora, la proposta di Dario Franceschini di un ‘liberi tutti’ inteso come: andare alle prossime elezioni ognuno per conto proprio e poi solo successivamente pensare ad alleanze sulla base dei punti condivisi, non suona più così peregrina. E chissà che il puzzle finale non riservi qualche sorpresa, con la nascita di nuove coalizioni e alleanze, in fondo è già accaduto in passato per PD e FI, o M5S e Lega, di ritrovarsi alleati al governo.

Cosa succede nella politica italiana in 5 punti:

  1. Incoerenze nelle coalizioni: La politica italiana sembra necessitare di un rimescolamento, con alleanze forzate che portano a disaccordi tra i partiti. La Lega e il Movimento 5 Stelle sono esempi di queste convivenze difficili, dove i leader spesso si distaccano dalle posizioni ufficiali delle loro coalizioni.
  2. Dissensi sulla politica estera: Matteo Salvini e Giuseppe Conte hanno espresso opinioni contrarie alla politica estera del governo, creando tensioni interne. Salvini, in particolare, ha contestato le scelte del governo riguardo l'Ucraina, mentre Conte ha criticato l'approccio bellicista dell'UE, causando frizioni con altri esponenti del centrosinistra.
  3. Problema di rappresentanza e bipolarismo: Carlo Calenda critica il bipolarismo italiano, evidenziando la necessità di un "terzo polo" per mediare tra destra e sinistra. Propone la creazione di un centro forte, capace di rispondere alle sfide politiche con soluzioni concrete, per evitare che il paese scivoli verso una politica di scontro continuo.
  4. Forza Italia e la sua posizione: Forza Italia si trova spesso in disaccordo con la Lega su temi cruciali come i diritti civili, l'europeismo e la cittadinanza. Nonostante Antonio Tajani cerchi di mantenere il partito come una forza moderata, la minoranza su questi temi crea tensioni all'interno del centrodestra.
  5. Verso nuove alleanze? La situazione attuale suggerisce che la politica italiana stia attraversando una fase di riorganizzazione, con l'ipotesi di alleanze post-elettorali basate su temi condivisi piuttosto che su coalizioni predefinite. Dario Franceschini propone un format, dove i partiti si presentano separati e poi decidono le alleanze in base a punti comuni.

 

 

 

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