Cosa ci fa Salvini ancora in maggioranza? E Conte nel centrosinistra?
È opinione sempre più diffusa che la politica italiana necessiti di un rimescolamento delle carte, mentre alcuni partiti di trovare una nuova collocazione. Il bipolarismo forzato ha creato nel tempo convivenze burrascose con partiti che vivono da ‘separati in casa’ nelle coalizioni di riferimento.
Lega e Movimento 5 Stelle rappresentano i due esempi più evidenti dell’attuale anomalia della politica italiana: risiedono in coalizioni con cui si trovano in disaccordo un giorno sì e l'altro pure.
Ieri Matteo Salvini è intervenuto nuovamente sui temi della politica estera, esprimendo posizioni in netto contrasto con quelle del Governo. Lo stesso aveva fatto nei giorni scorsi Giuseppe Conte, creando un terremoto nel centrosinistra.
La politica estera è il pomo della discordia, tuttavia non è il solo tema su cui i due leader di partito italiani dissentono rispetto alla linea ufficiale delle coalizioni di riferimento. Un dissenso che, tra l’altro, non si curano di mascherare, lavando in piazza i panni sporchi e generando malumore tra gli alleati.
C’è, però, anche Forza Italia che, spesso, si è trovata a ‘disagio’ con un centrodestra sempre più destra-centro e sempre più lontano dalla visione liberale del partito fondato da Silvio Berlusconi.
Secondo il leader di Azione Carlo Calenda, il corto circuito è dovuto all’assenza di un terzo polo di centro a fungere da mediatore tra destra e sinistra.
La politica italiana è l’eterna orfana della Democrazia Cristiana – che tra l’altro sembra stia per risorgere – e la necessità di creare un’alternativa al bipolarismo è testimoniata anche dalla vitalità con cui i movimenti di centro stanno cercando di riorganizzarsi in vista delle Elezioni politiche del 2027.
In un’intervista ad Huffington post, il leader di Azione ha evidenziato i limiti delle coalizioni attuali.
Un’analisi lucida della situazione presente a cui naturalmente la soluzione non può che essere la ricostruzione del centro.
Ha concluso.
Il problema sollevato da Carlo Calenda è da settimane sotto gli occhi di tutti. Matteo Salvini sembra lavorare da agente disturbatore in seno alla maggioranza di Governo. Ieri ha fatto balzare gli alleati dalle sedie quando, durante la conferenza alla Stampa Estera, ha dichiarato che l’invio di truppe italiane in Ucraina è fuori discussione, scavalcando con un sol balzo presidente del Consiglio, ministro degli Esteri e ministro della Difesa.
Esercito comune europeo? Sono assolutamente contrario. pic.twitter.com/TSQzzoF1yF
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) February 26, 2025
Oggi è ritornato sulla questione dichiarando nel corso della trasmissione “Giù la maschera” su Radio Uno che “la Russia deve tornare a essere un paese amico dopo la tragica guerra”.
Una dichiarazione che non farà sicuramente piacere a Giorgia Meloni e Antonio Tajani, impegnati a mantenere l’equilibrio tra l’appoggio a Kiev e il rapido evolversi del conflitto con l’asse Trump-Putin.
Da una coalizione all’altra, ad agire da agenti disturbatori nel centrosinistra sono, invece, il Movimento 5 Stelle e il suo leader Giuseppe Conte. Le recenti dichiarazioni dell’ex presidente del Consiglio su Donald Trump e sulla furia bellicistica dell’UE, hanno creato più di un mal di testa alla segretaria PD Elly Schlein, costretta a interrompere il suo silenzio per sottolineare le differenze di vedute con il resto del campo largo.
Carlo Calenda, sempre più ‘fustigatore’ delle incongruenze del bipolarismo in un post di qualche giorno fa, consigliò ai Cinquestelle di fare pace con i propri neuroni.
La guerra in Ucraina e l’appoggio a Trump, come dicevamo, rappresentano solo la punta dell’iceberg poiché Lega e M5s si sono ritrovati negli ultimi mesi a dissentire in più occasioni rispetto alla linea ufficiale delle rispettive coalizioni, ma non sono i soli.
La Lega ad esempio è in totale disaccordo con i temi legati ai diritti civili su cui Forza Italia ha una posizione più vicina al centrosinistra.
In questi mesi, Antonio Tajani ha lavorato per attestare Forza Italia come la gamba moderata del centrodestra, ma spesso si è trovato in minoranza proprio su temi come i diritti civili, cittadinanza ed europeismo. Temi su cui la scorsa settimana Marina Berlusconi ha suonato la sveglia.
La politica italiana è un puzzle da ricomporre? Alla luce di quanto detto finora, la proposta di Dario Franceschini di un ‘liberi tutti’ inteso come: andare alle prossime elezioni ognuno per conto proprio e poi solo successivamente pensare ad alleanze sulla base dei punti condivisi, non suona più così peregrina. E chissà che il puzzle finale non riservi qualche sorpresa, con la nascita di nuove coalizioni e alleanze, in fondo è già accaduto in passato per PD e FI, o M5S e Lega, di ritrovarsi alleati al governo.