La Juventus è una delle squadre più storiche e vincenti d'Italia e, come tale, la sua politica di gestione degli allenatori è sempre stata orientata verso un'unica direzione, con rare eccezioni.
I tifosi che oggi chiedono l'esonero dell'attuale tecnico, che ha già fallito tre obiettivi e ha di fatto concluso la stagione il 26 febbraio, dovranno fare i conti con un atteggiamento della società che, sulla questione, non sarà diverso rispetto al passato.
In 128 anni di storia, il fatto che il club abbia effettuato solo sette esoneri di allenatori vorrà pur dire qualcosa. Questo dato testimonia la solidità della gestione bianconera e il fatto che la società, pur cambiata negli uomini, preferisca offrire fiducia a lungo termine ai propri tecnici.
Thiago Motta può quindi dormire sonni tranquilli: la Juventus non lo solleverà dall'incarico dopo l'ennesima brutta figura. Anzi, lo supporterà, perché è nel DNA di una proprietà che conosce solo quella stabilità che le ha permesso, fino ad oggi, di distinguersi dalle altre e di guadagnarsi uno stile che, soprattutto gli avversari, le hanno sempre riconosciuto.
Nonostante le difficoltà siano evidenti a tutti – addetti ai lavori, opinionisti e tifosi – e nonostante la sommossa verbale sui social e le critiche dei sostenitori più sfegatati, la società non si muove e non rilascia dichiarazioni. Nessuno dalla Continassa, in questo che forse è il momento più buio della storia della Juventus, si espone davvero, nemmeno il direttore tecnico, il principale artefice di questa ricostruzione mal riuscita.
Il silenzio, quindi, è il messaggio più chiaro e forte che giunge da via Druento 175: la società è in linea con la gestione tecnico-tattica e umana dell'allenatore nei confronti del gruppo squadra. Rifacendosi alla sua storia, la società ritiene certamente prematuro l'esonero di un giovane allenatore, che potrebbe interrompere un processo che, seppur faticoso, potrebbe portare risultati a lungo termine.
Chi sono i sette allenatori che sono stati sollevati dal loro incarico quando sedevano sulla panchina della Vecchia Signora?
Il primo a essere esonerato, per non aver portato i risultati sperati durante un periodo di rinnovamento e ringiovanimento della squadra, è stato Sandro Puppo. Non ha concluso il biennio 1955-1957 sulla panchina della Juventus.
Dopo appena un anno, il 1° ottobre 1958, è stato esonerato il croato Ljubisa Brocic, l'allenatore della decima stella. I motivi? Incomprensioni con Sivori, una pesante sconfitta per 7-0 in Coppa dei Campioni contro gli austriaci del Wiener Sportklub e la successiva sconfitta contro il Milan.
Il terzo allenatore a essere sollevato dall'incarico è stato il brasiliano Paulo Amaral, nella stagione 1962/63. Successivamente, nel 1969, a pagare in qualità di vittima sacrificale è stato Luis Carniglia, ex allenatore di Fiorentina e Milan.
Per assistere al quarto esonero bisogna aspettare ben 40 anni. Nel 2009, Claudio Ranieri, artefice della rinascita della Juventus in Serie A dopo il Calciopoli, al suo secondo anno di gestione, è stato esonerato a poche giornate dalla fine della stagione, reo di aver messo a rischio la qualificazione in Champions League.
Nel periodo particolarmente difficile della storia della Juventus, anche Ciro Ferrara, ex pilastro della difesa bianconera di Marcello Lippi da giocatore, è stato esonerato nel 2010.
L'ultimo, in ordine cronologico, è stato Massimiliano Allegri, ufficialmente esonerato per aver avuto comportamenti ritenuti non consoni allo stile Juventus subito dopo la finale di Coppa Italia vinta contro l'Atalanta. Tuttavia, tutti sanno che la vera ragione risiede nel rapporto non propriamente idilliaco con Cristiano Giuntoli, che ha semplicemente colto l'occasione per far fuori il tecnico livornese.