Tra lunedì e martedì ha ucciso la madre, Anna Viliani, 60 anni, nella loro villetta di Montepiano, una piccola frazione di Vernio (Prato); poi ha dato fuoco alla casa e si è recato dai vicini, che hanno lanciato l'allarme. Davide Morganti, 22 anni, ha ora confessato l'omicidio, affermando di aver accoltellato a morte la donna per "rivendicare" presunti "abusi" subiti in passato.
Sembra che il giovane, sordomuto dalla nascita, ma senza problematiche psichiatriche accertate, fosse seguito dai servizi sociali, perché la madre - rimasta sola dopo l'allontanamento del marito e dell'altro figlio - aveva chiesto aiuto, sperando che venisse ricoverato in una struttura.
Dopo essersi chiuso nel suo silenzio, con l'aiuto di un interprete della lingua dei segni, davanti al pm Laura Canovai e al procuratore capo di Prato Luca Tescaroli, nelle scorse ore ha confessato tutto. "Sono stato io ad uccidere mia mamma", le sue prime ammissioni.
Secondo la sua ricostruzione, avrebbe voluto aggredire anche il resto della famiglia: il padre, il fratello maggiore - che vive fuori Regione con la compagna -, lo zio e il nonno. Il motivo?
avrebbe dichiarato, come riportato da Il Corriere della Sera.
Tra lunedì e martedì, dopo aver accoltellato la madre una decina di volte e averla guardata morire, Morganti ha preparato una valigia e dato fuoco alla villetta. Successivamente, si è recato dai vicini di casa e, a gesti, ha spiegato loro quanto era accaduto.
Quando i vigili del fuoco e i carabinieri sono arrivati, riuscendo a domare le fiamme, Anna Viliani era in una pozza di sangue, con evidenti ferite, ormai senza vita. "Mi posso liberare delle violenze del passato solo se loro muoiono", avrebbe detto il figlio agli investigatori dopo il fermo, riferendosi anche al resto dei familiari.
Appiccando un incendio nella loro casa, Morganti avrebbe sperato, in pratica, di "cancellare la sua vita passata". "Ho fatto la cosa giusta", avrebbe aggiunto, senza mostrare segni di pentimento. Il suo avvocato difensore, Roberta Roviello, ha fatto sapere che è stato trasferito in una struttura.
Dalle prime ricostruzioni è emerso che il fratello e il padre avrebbero lasciato la casa di famiglia anni fa, proprio per evitare problemi. Sembra infatti che il 22enne si fosse fatto sempre più aggressivo nei loro confronti.
Rivolgendosi, dallo scorso agosto, anche contro la madre, che lavorava come collaboratrice domestica, prendendola a calci. A novembre, dopo l'ultimo episodio violento, i medici avrebbero deciso di sottoporlo a un Tso.
Dopo alcuni giorni di ricovero, Morganti sarebbe tornato a casa con una terapia da seguire. Durante l'interrogatorio avrebbe ora negato l'assunzione di farmaci. Per far luce sulle sue condizioni, la Procura ha acquisito le sue cartelle mediche. È accusato di omicidio volontario.
La tragedia ha sconvolto profondamente la comunità, che mai si sarebbe aspettata un epilogo simile. "Davanti a questa sofferenza, non ci sono parole che possano davvero colmare il vuoto", ha scritto la sindaca di Vernio, Maria Lucarini, in un post pubblicato sui social.
"Dobbiamo stringerci insieme, come una famiglia", ha aggiunto, chiedendo rispetto per la vittima, ma anche per la sua famiglia, "che ha conosciuto il buio più profondo". Parole che in molti, nei commenti, hanno sottoscritto, rivolgendo un pensiero ad Anna. Secondo qualcuno, "era stata lasciata sola".