22 Feb, 2025 - 16:26

Susanna Ceccardi ci insegna (con il goniometro) a distinguere un vero saluto romano

Susanna Ceccardi ci insegna (con il goniometro) a distinguere un vero saluto romano

Avete dubbi se la persona che sta di fronte a voi, alzando il braccio teso (con le dita strette e il palmo ben aperto), stia salutando alla romana? Che sì, insomma, faccia il saluto fascista? Niente paura: dalla Lega arriva in vostro soccorso Susanna Ceccardi, che armata di cappellino "Make America Great Again" vi aiuterà a capire se dall'altra parte c'è intenzionalità o meno nel suo gesto.

Armati di un buon goniometro (chi lo ha buttato dopo le medie se ne penta amaramente!) potrete capire se Steve Bannon o Elon Musk stavano soltanto scherzando, prendendo in giro i loro ascoltatori o mimando ciò che hanno visto in un grande film del cinema italiano: "Cabiria" di Giovanni Pastrone, del 1914.

In questa strana e brutta storia c'entra anche Gabriele D'Annunzio, forse il vero creatore del vero saluto romano...

Ceccardi contro le polemiche per il saluto di Bannon

Braccio teso in avanti, angolazione di circa 170°, mano aperta ma con le dita chiuse (che seguono la linea del braccio): la codifica di un vero saluto romano deve molto ad Achille Starace, gerarca e segretario del Partito Nazionale Fascista (dal 1931 al 1939). Il suo carattere servile non gli fece conquistare i favori della popolazione, così come la sua pretesa di codificare il più romanamente possibile la società italiana.

Tutti dovevano salutarsi col braccio teso, abbandonando la "molle" stretta di mano. Nel XXI secolo il saluto romano è tornato in auge grazie a Steve Bannon ed Elon Musk, che in due occasioni hanno salutato la folla che li ascoltava rapiti con un qualcosa di troppo simile al saluto romano.

Apriti cielo: sono fascisti? Sono nazisti? Si rendono conto di quel che fanno? Ad avere (forse) la risposta è Susanna Ceccardi: l'europarlamentare della Lega propone l'uso di un goniometro per capire se il braccio di qualcuno è sufficientemente teso da esser indicato come saluto romano.

Una puntigliosità che ricorda la puntigliosità propria di Starace, che all'epoca gli valsero risatine e battute denigranti pronunciate di nascosto. Non sarà sicuramente l'obiettivo di Ceccardi recuperare il frasario o la gestualità proprie del fascismo, ma la leghista teneva particolarmente ad indicare ai propri follower quanto le critiche da parte della sinistra fossero risibili.

Bannon fascista? Macché: incapace di rimediare ai disastri compiuti in Italia e in Europa, la sinistra si attacca ancora a queste categorie superate di fascismo e di antifascismo (come afferma anche il generale Vannacci) e agita uno spauracchio buono solo per indicare chi non la pensa come lei.

Ceccardi ha avuto modo di fare ironia anche su un altro saluto romano che lo strategia MAGA le avrebbe rivolto: un "se vedemo!" che se rende contenta l'eurodeputata, serve anche per prendere ancora più in giro chi vede fascismo ovunque.

Mulé (FI) si smarca: "Gesto gravissimo, non è uno scherzo"

C'è aria di maretta nella coalizione di centrodestra. Il gesto di Bannon non ha fatto altro che aumentare ancora di più l'attenzione verso la convention conservatrice, già convinta di suo che la seconda presidenza di Trump rappresenterà quella vera e propria svolta conservatrice che in tanti auspicavano per gli Stati Uniti almeno dagli anni '90.

Se il presidente del Rassemblement National Jordan Bardella si è subito sfilato dal partecipare al CPAC, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni invece terrà regolarmente il suo discorso: un modo per non dare un dispiacere al presidente statunitense e per ricordare la sua vicinanza culturale e politica ai repubblicani?

Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera per Forza Italia, non risponde direttamente a questa domanda, ma ricorda da parte sua il disagio che FI sembra avere nei confronti di Trump e della sua squadra di governo

Se la Lega e il suo leader Salvini sembrano perennemente entusiasti di qualunque cosa faccia il 47° presidente degli Stati Uniti, gli azzurri di Tajani guardano con perplessità quel costante riutilizzare simboli, frasi e gesti che si ricollegano ai regimi totalitari nazista e fascista.

Mulè non ritiene che le giustificazioni usate, come l'ironia o lo scherzo di cattivo gusto, siano sufficienti a separare l'agire politico da quello più propriamente culturale:

virgolette
Il gesto di Bannon è gravissimo perché corrisponde a un rituale di richiamo di saluti nazisti, di una storia sepolta che non bisogna smuovere, che è concimata dal sangue di milioni di persone morte. Non c'è da scherzare, non bisogna dare in nessun modo adito a vellicare la pancia di pericolosissimi estremisti.

Il saluto romano è davvero romano?

Nel mentre ci si domanda se Bannon abbia davvero salutato come gli antichi romani (gestualità poi ripresa e imposta durante il Ventennio fascista in Italia), è a questo punto interessante capire se il saluto romano sia davvero romano. Durante il periodo repubblicano e poi imperiale cittadini, generali, mercanti, soldati, imperatori si salutavano col braccio teso sempre e comunque o la situazione cambiava a seconda della propria posizione nella gerarchia sociale?

Sfogliando diverse fonti come gli storici Tacito, Cassio Dione, Polibio, Plinio il Vecchio, Svetonio, Flavio Giuseppe e così via la risposta è: dipendeva dal contesto e dal rispetto del rango sociale che divideva due persone. C'era il saluto comune (una stretta di mano), il saluto fra commilitoni di basso rango (pugno chiuso che batte alcune volte sul petto), il saluto paramilitare dei gladiatori (dopo aver steso un braccio, questi si stringono gli avambracci), diversi saluti fatti da personaggi militari d'alto rango (assimilabili all'odierno present'arm).

Da dove nasce quindi il saluto romano? Dall'adlocutio: era il discorso che un generale rivolgeva ai suoi sottoposti e che seguiva un determinato rituale. Il braccio viene alzato, la mano presenta le dita divaricate al di sopra della testa e viene poi agitata con gesti ampi, in modo da poter esser vista anche da lontano.

Infine c'era anche un semi-saluto che era legato alla figura dell'imperatore: quando questi rientrava o partiva per un viaggio, si organizzava una grande parata e la popolazione lo acclamava cercando di toccare l'imperatore allungano le loro braccia. Graficamente, come si vede dall'Arco di Traiano, è la cosa più simile (ma non uguale) al saluto romano.

Fu Gabriele D'Annunzio, che scrisse le didascalie del film muto "Cabiria" (considerato il primo kolossal italiano), a riprendere ciò che Jacques-Louis David aveva dipinto nel suo "Il giuramento degli Orazi" (1785). Nel 1919 il poeta abruzzese, insieme ai legionari fiumani, disse di essersi ispirato anche allo storico romano Tito Livio per creare un proprio gesto di saluto ispirato ai suoi scritti

Collegare Tito Livio, Cabiria e D'Annunzio è più semplice di quello che sembra: quest'ultimo riprese ciò che il primo, parlando della Seconda guerra cartaginese, descriveva come un gesto di giuramento utilizzato in occasioni più formali e solenni (cioè il saluto romano ripreso dal fascisimo) e nel film muto Scipione l'Africano viene salutato così da una folla festante dopo i suoi trionfi bellici.

Anche se D'Annunzio sapeva bene che il suo "saluto" era una rielaborazione personale di gesti precedenti, chi venne dopo di lui ignorò tutti gli elementi descritti e considerò ciò che mostrava "Cabiria" come una riproposizione fedele di un saluto ritenuto come di epoca romana.

I tre punti salienti dell'articolo

  • La polemica sul saluto romano: il gesto di Steve Bannon e Elon Musk, simile al saluto romano, ha suscitato polemiche politiche. Susanna Ceccardi della Lega ha ironizzato sulla questione, suggerendo l'uso di un goniometro per misurare l'inclinazione del braccio e determinare se si trattava di un vero saluto fascista.

  • L'origine del saluto romano: il saluto teso del braccio, associato al fascismo, ha radici nella Roma antica, utilizzato in contesti rituali come l'adlocutio. Gabriele D'Annunzio, nel 1919, rielaborò questo gesto, che fu successivamente associato al regime fascista.

  • Le diverse reazioni politiche: mentre la Lega minimizza il gesto di Bannon, il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè (Forza Italia) considera il saluto romano un richiamo pericoloso ai regimi totalitari, sottolineando la gravità storica del gesto e la necessità di evitare ogni simbolismo legato al fascismo.

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Pasquale Narciso
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