21 Feb, 2025 - 09:06

Calcolo Isee 2025: esclusi titoli di Stato, libretti e buoni, la seconda attestazione sarà a pagamento?

Calcolo Isee 2025: esclusi titoli di Stato, libretti e buoni, la seconda attestazione sarà a pagamento?

La riforma dell’Isee che prevede l’esclusione dal calcolo di titoli di Stato, libretti e buoni fruttiferi è stata definitivamente approvata, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo.

Il principale cambiamento della riforma riguarda proprio le regole di calcolo: determinate fonti di risparmio non influenzeranno più l’attestazione, almeno fino a determinati limiti.

Resta da sciogliere un nodo per chi ha già presentato l’Isee 2025: il ricalcolo sarà a pagamento o gratuito? Nell’articolo, analizzerò la questione, in base alla normativa di legge.

Cosa prevede la norma sull’esclusione dall’Isee di titoli di Stato, buoni e libretti

La Legge di Bilancio 2024 ha previsto l’esclusione dal calcolo Isee di:

  • Btp;
  • Bot;
  • Ctz;
  • Cct;
  • Buoni fruttiferi postali;
  • Libretti di risparmio postali.

L’esclusione dal calcolo Isee opera fino a un valore complessivo di 50.000 euro. Una norma rimasta tale per più di anno, per via della mancanza di un decreto attuativo e operativo. Il decreto, a grande sorpresa, è arrivato pochi giorni fa e il 18 febbraio 2025 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Con la pubblicazione in GU, titoli di Stato, buoni fruttiferi postali e Libretti di risparmio postale non verranno considerati nel calcolo Isee 2025, fino a 50.000 euro.

Chi possiede queste fonti di risparmio non vedrà aumentare il valore della propria attestazione e non rischierà l’esclusione da bonus o agevolazioni.

Infatti, l’obiettivo della misura è quello di favorire i cittadini che riconoscono strumenti finanziari e di risparmio sicuri, permettendo loro di non essere svantaggiati nel calcolo Isee.

Quando entra in vigore

Il decreto sulle nuove regole Isee, che prevede l’esclusione dei titoli di Stato, libretti e Buoni Fruttiferi Postali, è stato pubblicato in GU martedì, 18 febbraio 2025.

La norma entrerà ufficialmente in vigore mercoledì, 5 marzo 2025. Quindi, proprio a partire dl 5 marzo varrà l’esclusione delle fonti di risparmio, di cui abbiamo già parlato, dal calcolo Isee. Da quel momento in poi, chi ha già presentato l'Isee e vuole avvalersi di questa nuova possibilità per abbassare il valore dell'indicatore dovrà aggiornare nuovamente la Dsu. Un adempimento che sta generando dubbi su un aspetto.

Il ricalcolo dell’Isee sarà a pagamento?

Questa novità, anche se molto apprezzata dai cittadini sta portando anche a qualche dubbio. Dal 1° gennaio 2025, molte famiglie si sono apprestate ad aggiornare l’Isee per via delle scadenze previste da alcune misure, come l’Assegno unico per il quale l’indicatore deve essere aggiornato entro il 28 febbraio 2025.

L’esclusione dei titoli di Stato, libretti e buoni comporta a molte famiglie la necessità di dover presentare due volte l’Isee, pagando la seconda attestazione, qualora si rivolgessero ai Caf.

Ricordiamo, infatti, che lo scorso anno è entrata in vigore una norma per la quale la richiesta del primo Isee è gratuita, mentre il secondo è a carico del cittadino.

Quindi, i cittadini che sono stati tempestivi e hanno provveduto già a richiedere l’Isee devono pagare 25 euro per riaggiornare la Dsu.

Quando il calcolo del secondo Isee è a pagamento

Una delle tante modalità per ottenere l’Isee è rivolgersi al Caf per presentare la Dsu. In passato, fino a pochi anni fa, questo era un servizio gratuito grazie a una convenzione stipulata con l’Inps.

Adesso, non è venuta meno tale convenzione, ma dal 1° ottobre 2023, la situazione è parzialmente cambiata, a fronte del decreto Lavoro.

I cittadini hanno comunque la possibilità di usufruire dei servizi offerti dai Caf gratuitamente per ottenere l’Isee, ma solo in due casi:

  • Nella compilazione della prima Dsu;
  • Nella modifica per eventuale variazione dei componenti durante l’anno.

Il servizio offerto dai Caf, invece, diventa a pagamento per le dichiarazioni successive alla prima oppure per le altre modifiche avvenute durante l’anno. Si pensi, per esempio, alla richiesta di un secondo Isee oppure a integrazioni dovute a dimenticanze.

Inoltre, il secondo modello diventa a pagamento anche per le situazioni in cui si verificano:

  • Variazioni della situazione lavorativa;
  • Variazioni patrimoniali;
  • Variazioni nei trattamenti ricevuti.

In questi casi o negli altri di cui abbiamo già parlato, il costo del secondo Isee è al carico del richiedente.

Per riassumere

La riforma dell'Isee, in vigore dal 18 febbraio 2025, esclude dal calcolo titoli di Stato, buoni fruttiferi postali e libretti di risparmio fino a 50.000 euro.

Questo cambiamento mira a favorire i risparmiatori, evitando che questi strumenti finanziari influiscano sull'attestazione Isee. Il decreto entrerà ufficialmente in vigore il 5 marzo 2025. 

Le famiglie potrebbero dover pagare per aggiornare l'Isee, ma solo per la seconda richiesta. Il servizio Caf resta gratuito solo per la prima dichiarazione.

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Sara Bellanza
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