11 Feb, 2025 - 08:15

Aumenti e arretrati nella pensione INPS di marzo 2025: cosa c'è di vero?

Aumenti e arretrati nella pensione INPS di marzo 2025: cosa c'è di vero?

Nelle ultime ore si sta leggendo molto su aumenti e arretrati nella pensione INPS di marzo. Il cedolino di marzo si riallineerà a quanto stabilito dalla Legge di Bilancio, ma non è detto che tutti i pensionati riceveranno gli aumenti che le ultime notizie hanno fatto sperare.

Nell’articolo, approfondiremo la questione, spiegando chi riceverà effettivamente questi fantomatici aumenti e perché. Inoltre, non mancheremo di parlare anche nelle ultime comunicazioni dell’INPS.

Nel frattempo, ti consiglio di vedere il video YouTube dal titolo PENSIONI MARZO 2025 ➡ 5 Novità NUOVI IMPORTI ADDIZIONALE IRPEF AUMENTI ARRETRATI CONGUAGLI RED, pubblicato da Mr LUL lepaghediale. Nel video, si parla dei nuovi importi delle pensioni di marzo e delle cinque novità in attesa.

 

Ci saranno davvero aumenti e arretrati nelle pensioni INPS di marzo?

Sono passati solo pochi giorni dalla fine dei pagamenti delle pensioni di febbraio e già si parla delle pensioni di marzo. Il cedolino del mese di marzo, che sarà disponibile attorno al giorno 20, si allineerà alle novità introdotte dalla Legge di Bilancio del 2025 e, quindi, ci saranno aumenti e arretrati. Come comunicato dall’INPS nella circolare n. 23 del 28 gennaio 2025.

Queste sono notizie che fanno sempre ben sperare, ma che potrebbero anche illudere. Infatti, con il cedolino di marzo gli importi dovrebbero rimanere identici, almeno per molti. Per altri, però, potrebbero essere buoni motivi per sperare di ricevere un aumento.

Si tratta, in modo particolare, di chi non ha ottenuto gli incrementi derivanti dalla perequazione nei mesi di gennaio e febbraio 2025. È proprio in questo caso che ci saranno aumenti e arretrati.

In linea di massima, è opportuno ricordare che l’aumento delle pensioni è stato introdotto a partire dal mese di gennaio e in misura pari allo 0,8%, con il meccanismo indicato nella tabella sottostante.

100%Pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo
90%Sulla parte della pensione sopra 4 volte il trattamento minimo e fino a 5 volte
75%Sulla parte della pensione sopra 5 volte il trattamento minimo

 

Quali sono le ultime precisazioni dell’INPS

Nella circolare del 28 gennaio 2025, l’INPS ha fatto presente gli aumenti delle pensioni inferiori o pari al trattamento minimo. Dal 1° gennaio 2025, c’è stato un incremento del 2,2%, ovvero pari a 13,7 euro che ha permesso di ottenere assegni pari a 616,67 euro al mese.

Il trattamento minimo, invece, è fissato a 603,40 euro, grazie al +0,8% dell’inflazione. Ovviamente, ciò salvo eventuali conguagli. 

Il taglio dell’IRPEF farà aumentare le pensioni?

Un ultimo aspetto da considerare è proprio il taglio del secondo scaglione IRPEF. Una promessa, anzi, un obiettivo del Governo, ancora non portato a compimento,

L’ipotesi che si sta facendo largo da tempo è proprio il taglio dell’aliquota dal 35% al 33% per il ceto medio. Qualora tale intervento venisse effettivamente approvato, allora lavoratori e pensionati del ceto medio risparmierebbero sull’IRPEF e avrebbero, rispettivamente, uno stipendio e una pensione più alta.

In particolare, sarebbero coinvolti lavoratori e pensioni con redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro. L’obiettivo del Governo è quello di portare il secondo scaglione di reddito al 33% e, al contempo, innalzare il limite massimo di reddito nello stesso scaglione, portandolo a 60.000 euro.

Siamo solo nell’area delle ipotesi. È improbabile che un cambiamento di questa portata venga approvato in tempo per il pagamento delle pensioni di marzo 2025.

Per riassumere

Nelle ultime ore si è parlato molto degli aumenti e arretrati delle pensioni INPS di marzo 2025, legati alla Legge di Bilancio. Tuttavia, non tutti i pensionati riceveranno gli aumenti sperati. Il cedolino di marzo si riallineerà alle modifiche previste, con incrementi per chi non ha beneficiato della perequazione nei mesi precedenti.

La circolare INPS del 28 gennaio conferma un aumento dell'1,2% per il trattamento minimo. Un altro tema è il possibile taglio dell'IRPEF per il ceto medio, che potrebbe influenzare le pensioni, ma è improbabile che venga applicato prima di marzo.

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Sara Bellanza
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