09 Feb, 2025 - 15:38

Goran Bregović, il sogno italiano del musicista bosniaco a Sanremo 2025: il duetto con Olly

Goran Bregović, il sogno italiano del musicista bosniaco a Sanremo 2025: il duetto con Olly

La passione di Goran Bregović per l'Italia affonda le sue radici nei primissimi anni Settanta, quando il compositore non era ancora diventato l'illustre musicista che si esibirà sul palco del Festival di Sanremo il prossimo 14 febbraio 2025, ma "solamente" il bassista dei Kodeksi.

Un'infanzia e un'adolescenza complicate e un percorso musicale piuttosto accidentato per il grande artista, che accompagnerà con la sua particolare Wedding and Funeral Band, Olly, il giovane cantautore 23enne in gara alla 75esima edizione di Sanremo 2025

Sonorità balcaniche e l'inconfondibile stile di De André per rendere ancora più unica la leggendaria "Il Pescatore" del 1968. Un'altra pietra miliare della musica italiana da aggiungere al suo repertorio di brani nostrani per Bregović, diventato famoso (anche) per la sua interpretazione di "Bella Ciao". In attesa di vedere i due artisti e tutti i musicisti della Wedding and Funeral Band, ecco la storia di Goran Bregović, il maestro della musica balcanica.

Goran Bregović, un amore ostacolato per la musica

Nasce nel 1950, Goran Bregović, da padre originario della Croazia e da madre serba, in una Sarajevo sotto il dominio di Tito. Il piccolo Goran mostra sin da subito una certa propensione per la musica, che in quegli anni era l'unico strumento per la popolazione di esprimere il proprio malumore e malcontento. A una sensazione generale di malessere, per il ragazzo si aggiunge il divorzio dei genitori e l'allontanamento del padre dalla casa familiare. 

Così, comincia a studiare violino, ma la scuola lo espelle poco dopo per "mancanza di talento". La batosta, però, non scoraggia il giovane, che riprova alla Scuola di Belle Arti. A impedirgli di frequentare le lezioni la tenace opposizione dello zio, convinto che l'Istituto ospitasse "troppi omosessuali". 

La scelta, quindi, ricade su un Istituto tecnico. Fra una materia e l'altra, entra nella band scolastica degli Izohipse, dove suona il basso. Tuttavia, anche da qui viene espluso per "cattiva condotta". Da adolescente, a soli 16 anni, arriva la vera svolta: la madre gli permette di mantenersi da solo durante l'estate. Così Goran parte per il mare, verso Ragusa, in Croazia, dove tira avanti fra lavori di muratura e suonando nei locali. 

Entra nella band dei Kodeksi, della quale sono membri - oltre allo stesso Bregović - Željko Bebek, Ismeta Dervoz, Eduard Bogeljic e l'italiano Luciano Paganotto. Il gruppo viene invitato a suonare addirittura in un locale di Napoli, ma l'esperienza non va come dovrebbe e i ragazzi si ritrovano a girare per locali della città partenopea e di Ischia per fare qualche soldo.

Grande evento, però, l'occasione di aprire, sull'isoletta napoletana, il concerto dei Pooh. Finita quell'esperienza, Bregović torna a Sarajevo e nell'autunno 1971 comincia a frequentare l'Università. Si iscrive, quindi, alla Facoltà di Filosofia e Sociologia, abbandonando il percorso poco dopo. 

La fama arriva, invece, come compositore per alcune colonne sonore di importanti film, come "Il tempo dei giganti" di Emir Kusturica del 1989. Da lì, si aprono definitivamente le porte del mondo della musica.

Lo stile gitano di Bregović

Un mix di stili diversi, un vero melting pot di culture è racchiuso nella musica di Goran Bregović, le cui influenze e sonorità derivano in larga parte dalle musiche tzigane e dei Paesi dell'ex Jugoslavia meridionale.

A condire il tutto un pizzico di tango e ottoni, oltre alle tradizionali polifonie della cultura dei Balcani. Immancabili anche gli energici suoni delle chitarre elettriche e del rock. Anzi, proprio questo genere è il preferito da Bregović, cresciuto con sotto l'influenza dei Led Zeppelin e dei Black Sabbath:

virgolette
Il rock aveva all’epoca un ruolo fondamentale nella nostra vita. Era l’unica possibilità per poter esprimere pubblicamente il nostro malcontento senza rischiare di finire in galera, o quasi

Melodie piuttosto ritmate, alle quali è impossibile resistere e non cominciare subito a ballare. La band che lo accompagna, la Wedding and Funeral Band, è composta, infatti, da trombe, tromboni, grancassa, clarinetto, sassofono e voci bulgare, talmente coinvolgenti da farli spopolare in tutta Europa e non solo, con il loro eccentrico e particolarissimo stile.

E, tuttavia, alcuni lo hanno "accusato" di approfittare della tipica musica gitana per la sua carriera, "rubandola" e "rivendendola" come propria.

Il prossimo 14 febbraio 2025, Goran Bregović e la sua Band suoneranno al fianco di Olly - in gara con "Balorda nostalgia" - per la serata dei duetti. I due e l'orchestra si esibiranno in una versione della celebre "Il Pescatore" del grande Faber.

L'amore per Dženana e i figli

Milioni di copie vendute in tutto il mondo, decine di album e concerti in lungo e in largo, Goran Bregović è più che soddisfatto della sua carriera. Anzi, la sua fama ha raggiunto livelli tali, che già verso la fine degli anni Ottanta ha deciso di "ritirarsi" a vita tranquilla, pur senza smettere di fare concerti, in una casetta sulla costa adriatica.

Purtroppo, l'onda del malcontento in Jugoslavia non si placa e cominciano a esplodere i primi disordini, rendendo la "tranquilla vita" del musicista pericolosa e costringendolo ad abbandonare tutto e a fuggire all'estero insieme ad alcuni amici. 

Oggi, invece, la sua casa è Parigi, dove vive con la moglie, Dženana Sudžuka, e le tre figlie, Ema, Una e Lulu. La coppia, pare, sia nata già intorno ai primi anni Novanta e il matrimonio procede da allora in maniera estremamente felice.

Bellissima, Dženana è conosciuta al pubblico locale, così come le sue figlie, che pare aver preso da lei fascino e bellezza, appunto. Non solo, Ema ha anche ereditato il talento artistico del padre, diplomandosi all'accademia di musica e danza di Parigi, suonando il pianoforte. Nonostante ciò, però, la ragazza sembra non nutrire alcun interesse per il mondo dello spettacolo, come ha dichiarato in una intervista per Hello! Magazine:

virgolette
I miei genitori mi hanno sempre sostenuto nelle mie decisioni, anche se non credo che nulla di ciò che desideravo per loro fosse sorprendente. Per me vivere a due indirizzi è uno stimolo necessario. Quando rimango nello stesso posto per troppo tempo, il mio cervello rallenta e trovo più difficile trovare ispirazione. Provo una grande libertà nel non mettere radici da nessuna parte, come un atomo libero

Bregović ha anche un'altra figlia, Željka, nata da una fugace relazione con una ballerina di un night club di Sarajevo, quando il compositore era solamente uno studente universitario.

Della famiglia del musicista, poi, rimane un fratello di nome Predrag, che si è trasferito da anni a New York. Dunque, la sua vita privata rimane per lo più avvolta dal silenzio e dal riserbo, tant'è che Bregović non ha neppure una foto con i suoi familiari sul suo profilo ufficiale di Instagram, utilizzato soprattutto per i video dei suoi concerti in giro per il mondo. 

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