Chi si è ritirato dal lavoro prima del tempo accedendo alla pensione anticipata potrà aumentare l’assegno una volta compiuti i 67 anni d’età. La notizia, positiva perché la pensione anticipata non consente di avere un importo troppo alto, è arrivata direttamente dalla Cassazione.
Il lavoratore avrà la possibilità di richiedere il ricalcolo dell’assegno pensione e ottenere un importo previdenziale maggiore.
Nel testo, ti parlerò del ricalcolo della pensione, da quali fattori dipende e cosa cambia in base alla sentenza della Cassazione sulla pensione anticipata.
Quella di cui parleremo nel testo è un’ottima notizia per chi si è ritirato prima dal lavoro, accedendo alla pensione anticipata.
Prima, però, è opportuno far presente che il calcolo della pensione è un processo complesso, influenzato da diversi fattori.
Si deve considerare, quasi prima di tutto, il sistema previdenziale applicato. Un fattore altrettanto decisivo è il numero di anni di contributi versati, per poi passare al reddito accumulato durante la carriera lavorativa, l'età di pensionamento. Infine, non dimenticarsi di altre possibili variabili.
In base a tutti questi fattori, è molto difficile ottenere una stima precisa, soprattutto perché le normative sono sempre in divenire. Tuttavia, è sempre bene sapere, almeno in linea teorica, come si calcola la pensione netta.
Le modalità di calcolo possono variare soprattutto in base al sistema adottato: retributivo, contributivo o misto. Tra i tre, prendiamo come esempio il sistema retributivo, forse il preferito dei lavoratori. Va considerato, però, che se negli ultimi anni il lavoratore ha subito una riduzione oppure ha perso il lavoro, la pensione potrebbe risultare ridotta. Questo perché il sistema retributivo tiene in considerazione gli stipendi percepiti negli ultimi anni.
Il discorso è diverso con il sistema di calcolo retributivo, in quanto si considera il montante contributivo maturato.
La Corte di Cassazione, nella sentenza n. 82 del 2017, ha stabilito che quando il diritto alla pensione è già stato acquisito in seguito ai contributi precedentemente versati, la contribuzione successiva non può influire negativamente sull'ammontare della prestazione pensionistica eventualmente maturata.
Si tratta di un aspetto particolarmente importante nei casi in cui la contribuzione futura risulti inferiore, per motivi indipendenti dalle decisioni del lavoratore.
In base a quanto stabilito dalla Cassazione, il pensionato può richiedere il ricalcolo del proprio assegno, senza considerare la contribuzione per la disoccupazione, collocata negli ultimi cinque anni precedenti alla decorrenza della pensione.
I periodi di contribuzione figurativa per disoccupazione degli ultimi cinque anni devono essere completamente neutralizzati, come chiarito dall'INPS.
Non è possibile escludere solo singoli periodi all'interno del periodo massimo considerato. Inoltre, l’Istituto precisa che è possibile neutralizzare anche periodi di disoccupazione inferiori ai cinque anni, a condizione che questi siano successivi al raggiungimento del requisito contributivo minimo per il diritto alla pensione.
Dopo la sentenza di cui abbiamo parlato e i chiarimenti forniti dall'INPS, ci sono stati altri sviluppi normativi fino ad arrivare al 2024.
La prima sentenza importante da considerare è la numero 173 del 2018, in cui la Corte ha stabilito che, ai fini del calcolo del trattamento pensionistico, se un lavoratore autonomo ha già raggiunto l'anzianità contributiva minima e continua a lavorare accumulando ulteriori contributi, questi ultimi devono essere esclusi dal computo se risultano in un trattamento pensionistico meno favorevole.
La sentenza n. 30803/2024 introduce una novità significativa. Se in passato, la possibilità di neutralizzare i contributi svantaggiosi poteva essere richiesta solo al momento della domanda di pensione, oggi, grazie a questa nuova interpretazione, anche chi è già pensionato può chiedere un ricalcolo dell’assegno pensionistico una volta raggiunta l'età per la pensione di vecchiaia. In questo modo, si può concretamente avere la possibilità di ottenere un miglioramento significativo dell’importo.
Il testo tratta della possibilità di ricalcolare l'assegno pensionistico per chi ha scelto la pensione anticipata, con l'obiettivo di ottenere un importo maggiore una volta raggiunti i 67 anni. La Cassazione ha stabilito che la contribuzione successiva alla pensione non influisce negativamente sull'importo maturato.
Inoltre, il calcolo della pensione dipende da fattori come il sistema previdenziale, gli anni di contributi e il reddito. Le modalità di calcolo possono variare in base al sistema adottato (retributivo, contributivo o misto).
La Corte di Cassazione ha chiarito che i periodi di disoccupazione degli ultimi cinque anni non influiscono sul calcolo. Sono stati anche introdotti sviluppi normativi che permettono ai pensionati di richiedere un ricalcolo dell’assegno in base a nuove disposizioni.