Proseguono serrate le indagini sull'omicidio di Pierina Paganelli, avvenuto la sera del 3 ottobre 2023 in via del Ciclamino, a Rimini. Per il prossimo 10 febbraio è prevista l'udienza in cui verranno discussi i risultati della perizia eseguita dall'ingegnere Giuseppe Ferraro sui dispositivi elettronici in uso a Louis Dassilva, al momento unico indagato. Il giorno seguente, prenderà il via l'incidente probatorio relativo al famoso video della Cam 3.
Nel corso degli accertamenti disposti dal gip Vinicio Cantarini sui due telefoni e i due laptop sequestrati al 35ennne - sospettato di aver ucciso la 78enne per proteggere la relazione extraconiugale con la nuora Manuela Bianchi - non sarebbero stati trovati, secondo Il Resto del Carlino, foto o video riconducibili all'amante.
Tuttavia, il consulente incaricato dalla Procura sarebbe riuscito a recuperare una serie di messaggi cancellati, che dimostrerebbero inequivocabilmente l'esistenza del legame tra i due. Si tratta di scambi di frasi inviati dall'indagato come "Tesoro non è niente, passerà pensando solo e unica persona sei tu" e "Se ti avessi qui ora, avvicinerei il mio corpo al tuo".
Non è tutto. L'analisi dei cellulari e degli orologi digitali in uso a Dassilva avrebbe permesso di ricostruire anche i suoi spostamenti la sera dell'omicidio. In particolare, l'app Salute sarebbe rimasta attiva fino alle 21.46, per poi riprendere alle 22.38 contando 15 passi.
Nel mezzo, sarebbe stata registrata una breve attività di sistema del secondo cellulare alle 22.16, orario in cui, secondo l'accusa, Dassilva sarebbe passato sotto la videocamera della farmacia di via del Ciclamino, venendo ripreso di schiena mentre si dirige verso casa dopo essersi disfatto degli abiti e dell'arma utilizzati per il delitto.
La difesa nega che la figura che si vede nel video appartenga al 35enne. Il vicino di casa Emanuele Neri sostiene, dal canto suo, di riconoscersi nelle immagini. Per chiarire ogni dubbio, l'11 febbraio, entrambi saranno fatti sfilare sotto la Cam alle stesse condizioni di luce, con i medesimi abiti che si ritiene l'uomo catturato nei frame finiti agli atti indossasse. Poi i filmati verranno comparati con quello già prodotto.
Dassilva si è sempre dichiarato innocente. Attualmente è detenuto, ma la Cassazione ha rinviato al Riesame la decisione riguardo una sua eventuale scarcerazione. Si aspettano sviluppi. L'accusa e le parti civili continuano a pensare, intanto, che sia coinvolto nell'omicidio.
"Ha simulato una zoppìa [...], è stato l'unico tra i soggetti attenzionati dalle indagini a non consegnare subito agli inquirenti gli indumenti che indossava la sera dell'omicidio, che ha quindi lavato [...]. Tutte le interazioni con i dispositivi in suo possesso si interrompono per un periodo di tempo compatibile con l'orario dell'omicidio", aveva spiegato in un'intervista a Tag24 l'avvocata Monica Lunedei, che assiste i figli della vittima.
Elencando solo alcuni dei gravi indizi di colpevolezza raccolti a carico dell'indagato. Sulla scena del crimine non sono state trovate tracce a lui riconducibili. "Ma la tesi della Procura - aveva ricordato la legale - è stata sempre quella che l'assassino abbia agito schermato [...]. Che non ci siano sue tracce sul luogo in cui è avvenuto l'omicidio è quindi del tutto in linea con l'ipotesi accusatoria".
Una ricostruzione opposta rispetto a quella avanzata dalla difesa, che sostiene che l'assenza di Dna sia, in pratica, una prova dell'estraneità dell'indagato. Chi tra loro abbia ragione potranno chiarirlo soltanto gli esami ancora in corso.