Sessanta attivisti contro il ddl Sicurezza hanno raggiunto Bruxelles nella giornata di ieri, 4 febbraio 2025. L'obiettivo dei membri delle associazioni interne alla Rete No Ddl Sicurezza è quello di portare all'attenzione delle istituzioni europee la difficile situazione che si vive in Italia con la paura di una svolta verso un regime autoritario con la possibile approvazione della legge 1236. Negli scorsi mesi, il Consiglio d'Europa aveva già lanciato un monito all'Italia.
Le associazioni hanno raggiunto il Parlamento europeo per esporre i rischi del ddl Sicurezza e come poter contrastare questa riforma fortemente voluta dal governo Meloni. Oggi, 5 febbraio 2025, gli attivisti hanno sollecitato i parlamentari e le istituzioni dell'Ue a prestare maggiore attenzione a quello che avviene nel nostro Paese.
Nel mese di gennaio, è ripreso il discorso intorno al ddl Sicurezza. Il lavoro del governo aveva subito una battuta di arresto nel mese di dicembre, dopo le imponenti manifestazioni del 14 e dopo alcuni ripensamenti interni alla maggioranza di governo sul testo del decreto che deve ancora passare per Palazzo Madama. Assieme al ddl, sono state messe sul tavolo anche altre proposte per tutelare le forze dell'ordine soprattutto da parte della Lega di Salvini.
Due giorni di dialogo e incontro con altre associazioni dell'Ue per discutere del ddl Sicurezza e degli impatti che potrebbe avere sulla democrazia in Italia. La Rete contraria al "decreto Ungheria" approda a Bruxelles un mese dopo le polemiche sollevate dal Consiglio d'Europa sul pacchetto di leggi che presto potrebbe essere approvato dal Senato.
C'è stata nella giornata di ieri, 4 febbraio 2025, una conferenza stampa che ha visto la partecipazione di diversi esponenti del gruppo The Left che raccoglie gli europarlamentari della sinistra europea. Presenti anche i portavoce di Alleanza Verdi Sinistra, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. C'era anche l'europarlamentare Ilaria Salis che ha raccontato delle condizioni nelle carceri ungheresi. Successivamente si è tenuta un'assemblea assieme anche ad altri movimenti europei.
Al centro della discussione di ieri ci sono state anche le zone rosse, sperimentate a fine dicembre in alcune città italiane, e le mancate risposte da parte del governo su un'alternativa ai decreti.
Il ddl Sicurezza è già passato per la Camera dei deputati nel mese di settembre incassando il primo via libera. Adesso la legge 1236 dovrà necessariamente ottenere il secondo ok da parte di Palazzo Madama. Sembrava auspicabile che il ddl venisse approvato prima dell'inizio del 2025 ma alcune revisioni del testo e il peso derivante dall'approvazione della finanziaria hanno reso l'iter molto più lungo.
La ripresa del lavoro sul ddl Sicurezza nel mese di gennaio, assieme a diverse misure a tutela delle forze dell'ordine, è stata accolta con ulteriori proteste da parte della Rete contraria al pacchetto di leggi. Nel mese appena trascorso è emersa un'ulteriore polemica sull'articolo 31 del ddl Sicurezza che prevede una maggiore collaborazione tra enti pubblici, come università e centri di ricerca, con i servizi segreti.
La prossima data da segnare in rosso contro il ddl Sicurezza è il 22 febbraio 2025. Sul finire del mese a Roma, Napoli, Bologna e Milano si scenderà in piazza contro il pacchetto di leggi voluto dal governo Meloni. Si tratta del primo grande appuntamento dal 17 gennaio 2025 quando c'è stata la protesta pacifica vicino a Palazzo Madama.
Quella del 22 febbraio potrebbe essere la manifestazione che precede il passaggio della legge 1236 al Senato. Lo scorso gennaio, gli attivisti della Rete No ddl Sicurezza avevano annunciato a Tag24 che durante l'eventuale discussione sarebbero state organizzate altre proteste simili a quella vista lo scorso 17 gennaio. Il testo arriverà molto probabilmente a Palazzo Madama nel mese di marzo.
Proteste a Bruxelles: Sessanta attivisti della Rete No Ddl Sicurezza hanno raggiunto il Parlamento europeo per sensibilizzare le istituzioni Ue sui rischi della legge 1236, temendo una deriva autoritaria in Italia.
Iter del ddl Sicurezza: Approvato dalla Camera a settembre, il ddl attende il voto del Senato. Il percorso è stato rallentato da revisioni e dalla finanziaria, ma il governo Meloni insiste sulla riforma, sostenuta soprattutto dalla Lega.
Nuove mobilitazioni: Il 22 febbraio si terranno proteste in diverse città italiane, in vista del possibile passaggio della legge al Senato a marzo.