Il 26 maggio dello scorso anno, Adamo Sardella, 55 anni, uccise a colpi di pistola la cognata Irene Margherito, 47, a Mesagne, nel Brindisino. Il pubblico ministero Paola Palumbo ha ora chiesto la chiusura delle indagini a suo carico: si avvicina quindi, per l'uomo, il momento del rinvio a giudizio.
Davanti alla Corte d'Assise, secondo il quotidiano Brindisi Report, Adamo Sardella dovrà rispondere non solo di omicidio aggravato dai futili motivi per aver ucciso a colpi di pistola la cognata Irene Margherito, ma anche di tentato omicidio, per aver ferito, con le stesse modalità, l'allora compagno 54enne della donna, Cosimo Acquaviva.
L'uomo rischierebbe, dunque, l'ergastolo. Lo scorso maggio, al termine dell'interrogatorio di convalida del fermo, sostenne di aver sparato senza l'intenzione di ucciderli nonostante, in un primo momento, in assenza di un difensore, avesse affermato il contrario. Sulla base di una serie di indizi, inclusi i filmati di alcune videocamere di sorveglianza, il pm lo accusa, comunque, di un gesto volontario.
Ha chiesto l'archiviazione, invece, della posizione del figlio della vittima, accusato di concorso nel porto illegale d'arma, poiché il giorno del delitto era alla guida della Volkswagen Golf con cui Sardella si recò da Brindisi a Mesagne, luogo dell'aggressione. Si aspetta ora la decisione del giudice per le indagini preliminari.
"Mamma, ti prometto che ti farò giustizia", aveva scritto sui social, nell'immediatezza dei fatti, la figlia di Irene, Natalia, che in questi mesi ha continuato a ricordare la donna pubblicando foto e video che la ritraggono in momenti felici della sua vita.
"Eri la coperta che mi riscaldava, eri il mio rifugio sicuro, adesso invece sei il mio angelo per sempre", recita un messaggio apparso sul suo profilo Facebook il 30 gennaio scorso. "Mi manchi", prosegue, "cosa non farei per non farti ritornare in vita".
Quando fu uccisa dal cognato, Irene Margherito aveva 47 anni e lavorava come addetta alla security in occasione di manifestazioni pubbliche. Nel 2011, con la morte del marito - fratello di Adamo Sardella, a sua volta sposato con la sorella di Irene - era rimasta vedova. Solo poco prima dell'omicidio aveva intrapreso una nuova relazione.
Con l'uomo, di nome Cosimo Acquaviva, si trovava anche il giorno dell'agguato che le è costato la vita. Insieme, a bordo di una Nissan Juke, si erano recati davanti a un'azienda di Mesagne - sulla statale 7 per Taranto - per incontrare proprio Sardella che, una volta arrivato, scese dalla propria vettura armato di una vecchia pistola calibro 7,65 e fece fuoco contro entrambi attraverso i finestrini.
La donna fu colpita alla testa e morì il giorno dopo all'ospedale Perrino; il compagno, invece, rimase ferito (venendo denunciato, più avanti, per possesso di armi atte ad offendere, tra cui una katana). Sardella, arrestato in flagranza di reato, fu immediatamente trasferito in carcere.
Sembra che tra lui e la vittima ci fossero stati numerosi litigi di carattere familiare e che, in particolare, l'uomo non accettasse il fatto che la donna si fosse ricostruita una vita. Il tragico epilogo sconvolse la comunità; ai funerali, tenutisi a giugno, parteciparono tantissime persone.
Il servizio mandato in onda da TeleRamaNews l'8 giugno 2024, giorno successivo a quello delle esequie.
La sua storia riporterà alla mente di qualcuno quella di Giovanni Chinnici, morta per fare da scudo alla figlia a Nova Milanese (Monza): ad ucciderla fu il cognato.