Per anni ci si è lamentato di non avere bomber nella Nazionale italiana di calcio, attaccanti che facessero la differenza. L’età d’oro dei vari Filippo Inzaghi, Vieri, Toni, Gilardino (solo per citare i più recenti) sembrava un lontano ricordo. Ciro Immobile, che con la Lazio segnava gol a valanga, in Nazionale con Mancini prima e con Spalletti poi, non è mai riuscito a imporsi.
Ora il vento sembra essere cambiato, la Serie A, come non accadeva da anni, in questo campionato può vantare attaccanti italiani che stanno facendo le fortune dei loro club e questo non può che fare felice il CT Spalletti.
Luciano Spalletti può dormire sogni tranquilli l’attacco della Nazionale è in buone mani. Se domani o al massimo a giugno l’Italia dovesse partecipare a una manifestazione, che sia il Mondiale o l’Europeo, il Commissario Tecnico potrebbe contare di un reparto offensivo da far invidia a molte altre Nazionali. E meno male che fino a pochi mesi fa era proprio l’attacca quello che era spesso al centro delle polemiche, con calciatori poco prolifici in campionato o che in Nazionale riuscivano poco o nulla a esprimersi.
Adesso è tutta un’altra storia. Con carta e penna alla mano mettiamo che su ventuno convocati Spalletti decidesse di portare tre prime punte di ruolo. Nella lista ci sarebbero sicuramente il capocannoniere del campionato, il numero nove dell’Atalanta, Mateo Retegui e il suo rivale per la classifica marcatori di Serie A Moise Kean, questi due sicuri del posto.
Gli altri in lizza sarebbero Sebastiano Esposito dell’Empoli autore di 8 gol su 18 partite in questa stagione e Lorenzo Lucca anche lui a 8 centri su 21 partite. Gianluca Scamacca, fermo ai box per un serio infortunio avuto a inizio stagione ma ormai pronto a tornare e carico a riprendersi la maglia dell’Atalanta e della Nazione.
Non bisogna dimenticare anche Pinamonti e Cutrone. Uno è il giovane che a Genoa sta dimostrando di saper guidare da solo un attacco di una squadra in Serie A e l’altro l’usato sicuro che a Como sta provando a salvare la squadra, entrambi a 6 gol.
Manca un anno e mezzo al Mondiale di calcio che si disputerà dall’11 giugno al 19 luglio in Nord America tra Stati Uniti, Canada e Messico. Sarà un Mondiale diverso, con un format diverso, con quarantotto squadre partecipanti divise in 16 gruppi da 3 squadre, per un totale di 80 partite da disputare in 32 giorni.
Saranno 16 le sedi ufficiali: due in Canada (Toronto e Vancouver), tre in Messico (Guadalajara, Città del Messico e Monterrey) e undici negli Stati Uniti (Atlanta, Boston, Dallas, Houston, Kansas City, Los Angeles, Miami, New York/New Jersey, Filadelfia, San Francisco e Seattle).
L’Italia, dopo gli ultimi due Mondiali in Russia e Qatar, in cui ha mancato la qualificazione, non vuole fallire anche questa volta. Le qualificazioni si svolgeranno da marzo a novembre 2025, con gli spareggi a pochi mesi dal Mondiale nel marzo del 2026. Lo scorso 13 dicembre sono stati sorteggiati i gironi di qualificazione.
L’Italia però, come altre sette Nazionali, dovrà attendere marzo prima di conoscere le sue avversarie, dopo le Final eight di Nations League. Se gli azzurri in primavera dovessero vincere contro la Germania, nel girone di qualificazione al Mondiale 2026 potrebbero capitare nel girone con Slovacchia, Irlanda del Nord e Lussemburgo. Se invece l’Italia dovesse perdere contro la Germania, le avversarie sarebbero Norvegia, Israele, Estonia e Moldavia.
In entrambi i casi l’obiettivo è solo e soltanto uno per l’Italia: la qualificazione al Mondiale, una competizione che abbiamo vinto quattro volte nella nostra storia a cui non partecipiamo dal 2016.