Il tema dell'immigrazione è senz'altro uno dei più spinosi che devono affrontare le democrazie, non solo quella italiana. La giornata di ieri l'ha confermato. Se qui da noi la Corte d'Appello di Roma ha deciso di far tornare nel nostro Paese i 43 migranti che erano stati trasferiti in Albania martedì, almeno altri due Paesi occidentali, e di prima grandezza come gli Usa e la Germania, sono alle prese con scelte riguardanti i flussi migratori che stanno mettendo a dura prova la tenuta delle loro istituzioni.
In Italia, il governo Meloni ha puntato buona parte della sua credibilità su uno dei temi più identitari del centrodestra - quello, appunto, del contrasto all'immigrazione clandestina - sul trasferimento in Albania dei migranti irregolari. Ma ieri, su questo fronte, gli è arrivata per la terza volta una bocciatura sonora.
La Corte d'Appello di Roma non ha convalidato i trattenimenti dei 43 migranti che erano stati trasferiti in Albania martedì a bordo di una nave militare. I giudici chiamati in causa dopo che con una legge ad hoc lo stesso Governo Meloni aveva tolto la competenza ai tribunali con sezioni dedicate all'immigrazione, hanno sospeso il giudizio e rimesso gli atti alla corte di Giustizia Ue.
Risultato, oggi, 1 febbraio 2025, i richiedenti asilo faranno ritorno in Italia.
Come detto, non è la prima volta che la giurisdizione fa saltare i piani del Governo: anche i precedenti trasferimenti di migranti in Albania organizzati dal governo - ad ottobre e a novembre 2024 - sono stati annullati dalle decisioni dei magistrati, in quei casi della sezione immigrazione del tribunale di Roma, che non aveva convalidato i trattenimenti disposti dalla questura della capitale.
Il primo smacco risale al 18 ottobre e riguardò 12 richiedenti asilo - bengalesi ed egiziani - portati nel centro di Gjader. I giudici negarono la convalida dei trattenimenti per "l'impossibilità di riconoscere come "Paesi sicuri" gli Stati di provenienza delle persone trattenute.
La seconda decisione sfavorevole al governo Meloni, invece, si è registrata l'11 novembre. In questo caso, furono 7 gli stranieri coinvolti, sempre egiziani e bengalesi. E anche se questa volta, tramite decreto contenente una lista, Palazzo Chigi contava di aver fatto chiarezza sui "Paesi sicuri", i magistrati sospesero comunque il giudizio sulla convalida del trattenimento rimettendo tutto nelle mani della Corte di giustizia europea.
Risultato: richiedenti asilo liberati. E attesa per il 25 febbraio, quando la Corte di giustizia europea deve decidere se il decreto adotatto dal governo Meloni è compatibile con le norme europee.
Nel frattempo, però, il centrodestra registra un vero e proprio smacco. Ieri, dalla Schlein a Bonelli, è stato tutto un infierire sulla scelta del governo di trasferire i migranti in Albania:
ha attaccato la segretaria del Partito Democratico.
Ma tant'è, lo stesso caso Almasri è legato a doppio filo con l'immigrazione, essendo stato accusato di torture ai danni proprio delle persone che, nel tentativo di raggiungere l'Europa, passano per la Libia.
Come se non bastasse, poi, anche i numeri sono contro il governo Meloni: a gennaio 2025, gli sbarchi sono aumentati del 136%. Secondo i dati del Ministero dell'Interno, sono sbarcati 3.312 migranti a fronte dei 1420 dello stesso mese del 2024.
In Germania, le cose non vanno certo meglio sulla gestione dei migranti. A seguito di un brutale assassinio, il leader della Cdu Friedrich Merz, l'uomo che secondo tutti i sondaggi dovrebbe diventare il prossimo Cancelliere, ha appoggiato al Bundestag una mozione che impediva il ricongiungimento dei migranti con i familiari assieme al partito dell'estrema destra Afd. Il piano Merz prevedeva controlli permanenti ai confini e detenzione per tutte le persone arrivate illegalmente in Germania.
Ma la notizia di ieri è che la stretta è stata bocciata dal parlamento.
A tre settimane dalle elezioni, Merz si è ritrovato con un nulla di fatto in mano e il disonore di aver aperto la breccia al partito di Alice Weidel che, rotto l'isolamento, ha potuto incassare in ogni caso la vittoria politica dicendo:
Negli Stati Uniti, invece, l'amministrazione Trump continua a testa bassa nella sua nuova politica estera. Da oggi, 1 febbraio, saranno in vigore i dazi del 25% nei confronti di Messico e Canada e del 10% per la Cina.
Ma soprattutto oggi sarà il giorno in cui si sapranno nuove notizie su come il tycoon intenderà governare i flussi di immigrati.
La prima legge che ha firmato, ad inizio di questo suo secondo mandato, la Laken Riley Act, impone la detenzione federale dei migranti irregolari accusati di furto, aggressione e gravi crimini. Trump ha preso di mira soprattutto le gang di latinos, E per questo ha annunciato l'invio a Guantanamo di ben 30 mila irregolari.