Sullo sfondo della gran polemica scoppiata tra governo e magistratura, in questi giorni, si sta tornando a parlare dell'opportunità di cambiare la legge elettorale. Del resto, non c'è legislatura che non l'abbia presa in considerazione, tant'è che è diventato un classico sostenere che l'anno della politica italiana si divide in sei mesi durante i quali si parla di legge di bilancio e in altrettanti sei durante i quali si parla di legge elettorale.
Bene: se non ci fosse la riforma della giustizia di mezzo, ora ci ritroveremmo in pieno secondo semestre: il centrodestra vorrebbe cambiare la legge in vigore, il cosiddetto Rosatellum, in senso proporzionale e, soprattutto, fissando dei consistenti premi di maggioranza. La riforma del premierato l'ha dovuta accantonare e, secondo Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia, questo sarebbe l'unico modo per giungere a governi più stabili.
Il centrosinistra, da parte sua, proprio per questo già grida allo scandalo. E alcuni costituzionalisti, non ultimo Michele Ainis, gli danno fiato avvertendo che, cambiando la legge elettorale in quel senso, il centrodestra vorrebbe instaurare un premierato de facto andando contro anche alla Consulta.
Di solito, si inizia a parlare di legge elettorale quando si avvicinano le elezioni. Se questa legislatura dovesse compiersi tutta, l'appuntamento con le urne sarebbe per l'autunno del 2027. Ma ieri, Giorgia Meloni ha speso un passaggio del suo intervento da Nicola Porro in cui ha fatto balenare l'ipotesi di elezioni anticipate:
ha detto la premier allargando le braccia. E poi, ancora:
Insomma, se non sono queste frasi da campagna elettorale, basta vedere questo post fresco di giornata per rendersi conto come il pensiero della premier stia correndo lontano
E quindi: il centrodestra si prepara all'ipotesi di elezioni cominciando a lavorare su una nuova legge elettorale. L'idea che sta avanzando è quella di proporne una basata su un mix di uninominale e proporzionale.
Giovanni Donzelli, il responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia, è stato già nominato coordinatore di un gruppo di lavoro che si è posto l'obiettivo di formalizzarla. Anche perché il premierato arranca. E qualcosa bisogna pur inventarsi per dare maggior stabilità ai governi che verranno.
Antonio Tajani, il segretario di Forza Italia, intanto, l'ha messa così:
E le preferenze?
Tajani si è detto favorevole anche alla loro reintroduzione, magari con il solo capolista bloccato. E, in ogni caso, preservando il bipolarismo, considerato un'innovazione di Silvio Berlusconi. Perciò, intoccabile.
A puntare l'indice sul premio di maggioranza ci ha pensato Alberto Balboni, capogruppo nella commissione Affari costituzionali per Fratelli d'Italia:
ha detto ricordando la sentenza della Consulta che, proprio per questo, nel 2014, a furor di popolo, dopo che fu organizzato anche un "No-Porcellum day" con tanto di porchetta gratis, bocciò il Porcellum.
Sta di fatto che, anche se Italia Viva con Maria Elena Boschi ha fatto sapere di essere d'accordo sulla reintroduzione delle preferenze, il centrosinistra già si prepara alle barricate.
A dimostrarlo, un editoriale del costituzionalista Michele Ainis apparso stamattina su Repubblica in cui si sostiene che il centrodestra vorrebbe modificare la legge elettorale introducendo un grosso premio di maggioranza al solo scopo di assicurarsi un premierato di fatto.
Ad Ainis e ad alcuni settori della sinistra risultano addirittura due super premi:
Secondo il costituzionalista, si tratta né più né meno della riesumazione del Porcellum, la legge elettorale che la Consulta bocciò nel 2014
I nodi che Ainis e buona parte della sinistra sottolineano a proposito della proposta che sta prendendo forma nel centrodestra per riformare la legge elettorale sono almeno tre.
Primo: premi e cotillon non possono falsare la volontà degli elettori, drogando il loro voto.
Secondo: se la nuova legge elettorale mira a introdurre surrettiziamente un regime presidenziale al posto della Repubblica parlamentare, allora quella legge è in contrasto con la nostra Carta: è incostituzionale.
Terzo: come già ebbe modo di evidenziare la Consulta bocciando il Porcelllum nel 2014, "il meccanismo premiale è foriero di una eccessiva sovra-rappresentanzione della lista di maggioranza relativa, il che compromette l'uguaglianza del voto".
Ma, a fronte di tutte queste critiche, ad Ainis almeno, cosa starebbe bene al posto del Rosatellum?
Sarebbe la legge avanzata da Matteo Renzi quando sognava il sindaco d'Italia a Palazzo Chigi. Ma il resto del centrosinistra cosa ne direbbe oggi?