Volano gli stracci nella maggioranza di Governo tra il braccio destro di Giorgia Meloni, Giovanni Donzelli, e il vicepremier Antonio Tajani.
Il leader di Forza Italia ha deciso di intervenire personalmente per ristabilire la verità storica sull'ascesa della destra al governo del Paese dopo che il deputato di Fratelli d'Italia aveva cercato di ridimensionare l'importanza della figura di Silvio Berlusconi nella 'normalizzazione' della destra sociale, uscita rinnovata dal Congresso di Fiuggi, sotto la leadership di Gianfranco Fini.
L'incidente diplomatico si è verificato proprio in occasione dell'evento celebrativo del trentennale del congresso di Fiuggi, svoltosi giovedì 30 gennaio al Senato, dal titolo “Alleanza Nazionale. A 30 anni dalla nascita della destra di governo”, organizzato dalla Fondazione Tatarella.
Vediamo cosa allora cosa è successo.
L'intervento del deputato di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli, al convegno sui 30 anni di Alleanza Nazionale è diventato un caso politico all'interno della maggioranza.
Il fedelissimo della premier, ex Alleanza Nazionale, ai tempi di Fiuggi era il segretario di Azione Universitaria mentre oggi è il responsabile dell' Organizzazione di Fratelli d’Italia.
Nel suo intervento Donzelli si è soffermato sul ruolo svolto negli anni '90 dal fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi per lo “sdoganamento” della destra post-MSI.
Secondo il deputato meloniano, tale ricostruzione storica sarebbe errata in quanto la svolta per la destra sarebbe stata la candidatura a sindaco di Roma di Gianfranco Fini resa possibile dalla legge per l'elezione diretta dei sindaci nel 1993.
Troppo per non urtare la suscettibilità di Forza Italia quando si tratta di Silvio Berlusconi e della sua leadership nel centrodestra.
Ha provato a metterci una debole pezza il presidente del Senato, Ignazio La Russa dichiarando che “se è vero che senza Berlusconi avremmo potuto essere il primo partito, è altrettanto vero che senza Berlusconi avrebbe vinto la sinistra”.
L'intervento del Presidente del Senato, però, non è servito a evitare l'incidente diplomatico e stamani da Belgrado, dove si trova per una visita ufficiale, il segretario di Forza Italia e vicepremier Antonio Tajani è intervenuto per ristabilire la 'verità storica', ovvero che senza Berlusconi, la sua intuizione politica e il suo carisma, il centrodestra non sarebbe mai arrivato al Governo del Paese.
Ha detto il ministro degli Esteri interpellato sulle affermazioni di Giovanni Donzelli di FdI, secondo cui la nascita di Forza Italia fu un freno all'affermazione della destra.
E, infine, l'appunto:
Berlusconi è colui che ha portato nell’arco costituzionale la destra post-missina.
— Forza Italia (@forza_italia) January 30, 2025
Senza di lui oggi non esisterebbe un centrodestra al governo guidato da Giorgia Meloni. pic.twitter.com/6CKnqMSrvj
Ma si è trattato davvero solo di un incidente diplomatico o le parole di Donzelli nascondono il desiderio fin'ora taciuto di Fratelli d'Italia di 'archiviare' definitivamente la stagione del berlusconismo e relegare a un ruolo di comprimario Forza Italia?
A sollevare il dubbio ci ha pensato l'opposizione che si è inserita nella querelle per alimentare la tensione tra gli alleati.
Per Azione, Donzelli e La Russa “archiviano” Forza Italia.
Dichiara Daniela Ruffino, deputata di Azione, mentre il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva avverte Tajani:
Un dubbio che forse è venuto anche ad Antonio Tajani.