31 Jan, 2025 - 13:48

10 anni di Mattarella: quando scade il mandato del Presidente della Repubblica?

10 anni di Mattarella: quando scade il mandato del Presidente della Repubblica?

Il 31 gennaio del 2015 Sergio Mattarella divenne il 12° Presidente della Repubblica italiana. Il suo primo settennato si era concluso nel 2022, quando lo stallo delle forze politiche alla Camera e al Senato lo convinsero ad accettare un secondo mandato, per il bene dell'Italia e per sbloccare l'impasse delle elezioni.

Sono 10 anni, quindi, che Mattarella guida il suo incarico secondo due espressioni subito risaltate nei suoi discorsi di insediamento: una persona "arbitro delle istituzioni" e un "meccanico" della Repubblica, super partes la maggior parte delle volte e custode dei valori repubblicani.

Il primo siciliano al Qurinale è quindi il Presidente della Repubblica con l'incarico più lungo: ma quando scade il suo mandato? E soprattutto: lo porterà a termine o farà come Giorgio Napolitano, dimettendosi prima del tempo?

Quando finisce il secondo mandato di Mattarella?

Il 3 febbraio del 2029 Sergio Mattarella avrà 87 anni e in quel giorno scadrà il secondo settennato alla guida della Repubblica italiana. Dopo esser stato rieletto, infatti, il 29 gennaio 2022 all'ottavo scrutinio con 759 voti su 1009 elettori (cioè il 75,2% dell'assemblea), Mattarella terminerà il suo incarico da presidente della Repubblica.

Una situazione non del tutto eccezione nella storia politica italiana. Se esiste il precedente di Giorgio Napolitano, il cui incarico da presidente della Repubblica durò dal 2006 al 2015 (un mandato intero e poi 2 anni del secondo), Mattarella potrebbe diventare il primo capo di stato italiano a guidare il Quirinale per 14 anni.

Dal primo giuramento alla seconda rielezione

Eppure non c'era intenzione, da parte dell'ex esponente siciliano della Democrazia Cristiana, di acconsentire a un secondo mandato. Nonostante le prime caute richieste, fra il 2020 e il 2022, di restare al Quirinale anche a causa della difficile situazione creatasi con la pandemia di Covid-19, Mattarella non voleva far diventare normalità una situazione del tutto eccezionale a rigor di Costituzione.

Non è previsto, infatti, un secondo mandato presidenziale e tutti i presidenti che si sono succeduti nella storia d'Italia (da Enrico De Nicola fino a Carlo Azeglio Ciampi) avevano inteso il loro unico mandato come momento supremo della loro vita politica, arbitri imparziali ma presenti della politica in Italia.

Napolitano nel 2013, dopo che il sindacalista Franco Marini venne "impallinato" durante gli scrutini, espresse al momento del secondo insediamento un profondo dispiacere non per l'ufficio assunto, quanto per la "costrizione" alla quale era stata piegata la Carta costituzionale.

Un fatto irrituale che si è poi ripetuto per l'appunto nel 2022: anche in quel contesto Mattarella aveva esternato la propria convinzione di aver esaurito il proprio mandato, ma i veti incrociati fra i vari partiti (e il no deciso alla possibilità di avere Silvio Berlusconi, da parte della sinistra, come capo di Stato) e l'arrivo all'ottavo scrutinio avevano cominciato a fargli cambiare idea.

A fine gennaio, poi, le richieste congiunte di maggioranza e di opposizione avevano riacceso il senso istituzionale di Mattarella, definitosi "meccanico" della Repubblica per sbrogliare queste delicate situazioni di stallo. Sia al momento della prima elezione (nel 2015) che della seconda, Mattarella ottenne un notevole numero di voti: 665 nel primo caso, 759 nel secondo.

Fine naturale del mandato o dimissioni?

Ciò che accadrà da qui in avanti non è possibile stabilirlo con certezza e il Quirinale è molto attento a non dare adito a pettegolezzi politici sulla figura di Mattarella. Come accennato, la fine del mandato presidenziale è stabilita per il 2029, a meno di gravi impedimenti fisici o di dimissioni che facciano finire prima il secondo settennato.

Nel primo caso rientra Antonio Segni, presidente della Repubblica dal 1962 al 1964 quando si dimise per gravi motivi di salute, mentre nel secondo c'è il caso di Napolitano. In tal senso, le sue dimissioni furono un "atto d'accusa" politico contro un sistema parlamentare che allora in molti ritenevano irriformabile e dominato dalla "casta", arroccato sui suoi privilegi.

Sandro Pertini, Francesco Cossiga e Oscar Luigi Scalfaro si dimisero in considerazione del fatto che i loro successori erano già stati eletti senza ricorrere a un numero elevato di scrutini; Giovanni Leone, invece, lasciò nel 1978 prima della fine del suo incarico alla luce del suo millantato coinvolgimento nello scandalo Lockheed

I tre punti salienti dell'articolo

  • Mandato e rieleggibilità: Sergio Mattarella è stato eletto Presidente della Repubblica italiana il 31 gennaio 2015 e ha completato il suo primo settennato nel 2022. Nonostante avesse inizialmente dichiarato di non volersi ricandidare, ha accettato un secondo mandato per risolvere l'impasse politica, prolungando il suo incarico fino al 2029.

  • Ruolo e stile di leadership: Mattarella si è descritto come un "arbitro delle istituzioni" e un "meccanico" della Repubblica, impegnandosi a mantenere la neutralità e a garantire l'equilibrio tra le forze politiche, specialmente durante periodi di stallo parlamentare.

  • Futuro incerto: anche se il suo mandato scadrà nel 2029, non è escluso che Mattarella possa dimettersi prima, come accaduto con altri presidenti. Tuttavia, attualmente non ci sono indicazioni chiare riguardo a una possibile fine anticipata del suo incarico.

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Pasquale Narciso
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