31 Jan, 2025 - 06:45

Santanché non è Emis Killa: a Roma si può durare più che a Sanremo

Santanché non è Emis Killa: a Roma si può durare più che a Sanremo

Che Paese è quello in cui un cantante rinuncia a Sanremo per un'indagine e una ministra con un rinvio a giudizio rimane comodamente al governo? Su X, se l'è chiesto l'ex sottosegretaria al Mise in quota Pd Alessia Morani.

Il parallelismo tra la vicenda di Emis Killa e quella di Daniela Santanchè, del resto, era perfetto per i social che, si sa, funzionano con la logica della polarizzazione.

Peccato, però, che a rispondere alla Morani ci abbia pensato un altro ex parlamentare Pd: Stefano Esposito. E non sono state parole al miele: "Che Paese è? Un Paese dove vige la forca in piazza invece che la presunzione d'innocenza fino al terzo grado di giudizio. Un Paese dove la magistratura ha, da tempo, esondato dal suo ruolo costituzionale. Un Paese dove ha vinto la cultura grillina e il populismo". Insomma: roba da incassare e portare a casa.

Fatto sta che se il garantismo si fa valere a Roma per Daniela Santanchè, lo stesso non si può dire a Sanremo per Emis Killa, il cantante che ha rinunciato al Festival appena dopo aver saputo di essere indagato a Milano per associazione a delinquere.

Santanché non è Emis Killa, Roma non è Sanremo

Al di là dell'intervento di Esposito a sua difesa, sono mesi che la politica romana, nel nome del garantismo, consente a Daniela Santanchè di resistere. Alessandro Cattaneo di Forza Italia, tanto per citare un'ultima dichiarazione a suo favore, l'ha messa così:

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Quella che deve affrontare non è una bella accusa. Ma, sull'opportunità delle sue dimissioni, quando ci sono questi casi, la valutazione spetta al ministro e al presidente del Consiglio. È una vicenda che riguarda un rapporto di fiducia e alla loro sfera personale. Forza Italia resta garantista come sempre”

Come dire: la palla è avvelenata. Ma non c'è alcun diktat di lasciare. Sebbene la situazione, negli ultimi giorni, sia sembrata precipitare: il 17 gennaio, Santanchè è stata rinviata a giudizio per falso nelle comunicazioni 2016-2022 della società Visibilia; poi la Cassazione ha fatto rimanere a Milano il caso della presunta truffa allo Stato sulla cassa integrazione dei suoi lavoratori nel periodo del Covid; poi, c'è sempre l'indagine in corso per concorso nella bancarotta di Ki Group srl, la società di cui Santanchè era tra gli amministratori, con un passivo di 8,6 milioni.

A fronte di tutto questo, anche le ultime esternazioni del suo grande protettore politico Ignazio La Russa possono far pensare a tutto e al contrario di tutto:

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La sentenza della Cassazione è un altro elemento che deve essere valutato 

ha confidanto ieri la seconda carica dello Stato ai giornalisti. Ma le dimissioni, la mozione di sfiducia? 

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Quella individuale storicamente rafforza lo sfiduciato...

Passo e chiudo: chi chiede le dimissioni della Santanchè sui social come la Morani rischia solo di fare la figura del giustizialista

Il caso Emis Killa

A Roma, quindi, in un modo o nell'altro, nel nome del garantismo, si resiste. E a Sanremo? Nella città del Festival è un'altra storia. Qui, alla dura legge dell'Ariston non sembra esserci garantismo che tenga.

Del resto, come dice il vecchio adagio? Scherza coi fanti e lascia stare i santi. 

Per Emis Killa, indagato a Milano per associazione a delinquere, non si è dovuta muovere alcuna opposizione, non è stato lanciato alcun appello, non è stato scritto alcun post per vederlo salutare immediatamente la compagnia.

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Dopo 15 anni di carriera ero felice di affrontare il mio primo Sanremo. Ringrazio Carlo Conti per avermi voluto, ma preferisco fare un passo indietro e non partecipare

ha dichiarato subito dopo il suo coinvolgimento nel procedimento. Quasi a rimarcare che l'istituzione-Sanremo è sacra, più sacra di tutte quelle di Roma messe assieme:

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E' importante che l'indagine faccia il suo corso e la magistratura possa lavorare in serenità senza polemiche o pressioni e circhi mediatici

ha detto ancora l'artista. Altro che canzonette: a Sanremo non si dura quanto a Roma. A sollevare una questione di garantismo, nella città del Festival, non c'è nessuno.

Roma, Sanremo e il garantismo

  • Mentre a Roma la ministra Santanchè resiste alle richieste di dimissioni per i procedimenti che la vedono coinvolta, a Sanremo ha detto subito addio Emis Killa, l'artista hip hop che era tra i 30 cantanti in gara
  • A Roma la politica non ha messo con le spalle al muro la ministra Santanchè: se lascerà, sarà per sua iniziativa. A Sanremo, invece, non è stato necessario nemmeno un post affinché Killa lasciasse il Festival subito dopo l'accusa di associazione a delinquere
  • A Sanremo, a differenza di Roma, nessuno ha sollevato una questione di garantismo. Ma quanto è giusto? 

 

 

 

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Giovanni Santaniello
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