30 Jan, 2025 - 14:24

Per Trump ora la Cina è meno cattiva perché lo dice Musk

Per Trump ora la Cina è meno cattiva perché lo dice Musk

Donald Trump lasciò Washington quattro anni fa sostenendo una visione innovativa e condivisa sulla minaccia rappresentata dalla Cina. Tuttavia, il suo recente ritorno sembra suggerire un cambiamento di prospettiva, con segnali di una possibile distensione nelle relazioni tra le due maggiori potenze globali.

La questione ha un peso enorme. Il modo in cui Trump gestirà i rapporti con il leader cinese Xi Jinping nei prossimi quattro anni avrà effetti profondi su economia globale, sviluppo dell'intelligenza artificiale, cambiamento climatico, sicurezza internazionale e altre tematiche cruciali.

Trump più morbido con la Cina

Le prime mosse di Trump, nel suo secondo mandato presidenziale, indicano un atteggiamento più moderato verso Pechino. Nel suo discorso di insediamento, il tycoon ha menzionato la Cina solo una volta, ma ha poi annunciato di stare considerando l'introduzione di dazi del 10% sulle merci cinesi, un valore molto inferiore rispetto al 60% proposto in campagna elettorale

Nei giorni precedenti alla sua investitura, ha avuto una conversazione telefonica con Xi per discutere di commercio, del problema del fentanyl e del destino di TikTok, l'app cinese che ora vuole proteggere dal divieto negli Stati Uniti. La risposta di Pechino è stata estremamente positiva, con i media statali che hanno sottolineato la possibilità di una cooperazione e di vantaggi reciproci tra le due nazioni.

Anche Trump ha adottato un linguaggio più conciliante, pur ribadendo la necessità di equità commerciale e criticando la Cina per le sue attività nei pressi del Canale di Panama. "Ho sempre avuto un buon rapporto con il presidente Xi e lo apprezzo molto", ha dichiarato al World Economic Forum di Davos, riconoscendo però che le tensioni tra i due paesi si sono acuite con la pandemia di COVID-19. Il tycoon ha anche espresso la speranza che la Cina possa svolgere un ruolo chiave nel fermare la guerra in Ucraina, data la sua vicinanza alla Russia, e ha persino ipotizzato una collaborazione tra le tre nazioni per la denuclearizzazione.

Il ruolo di Elon Musk

Alcuni analisti ritengono che Elon Musk potrebbe giocare un ruolo nella strategia di Trump verso Pechino. Tesla, che ha una fabbrica a Shanghai e genera circa il 37% del proprio fatturato dalla Cina, potrebbe diventare un obiettivo se il governo cinese decidesse di rispondere alle politiche economiche statunitensi. Secondo Bloomberg e il Wall Street Journal, la scorsa settimana Pechino ha discusso in via riservata la possibilità di vendere TikTok a Musk, permettendo così alla piattaforma di continuare a operare negli Stati Uniti.

Elon Musk ha rilevanti interessi economici in Cina, poiché una parte significativa della sua fortuna è legata alle azioni di Tesla. Il valore di queste ultime dipende in larga misura dall’atteggiamento favorevole delle autorità cinesi, dato che il mercato cinese rappresenta circa il 40% delle vendite globali dell’azienda.

In questo periodo, Musk ha un particolare interesse nel mantenere buoni rapporti con la leadership cinese, soprattutto perché Tesla deve affrontare una competizione sempre più feroce con BYD, il marchio cinese leader nel settore dei veicoli elettrici.

Per garantire il valore delle azioni Tesla, Musk deve ottenere il sostegno sia di Donald Trump che del presidente cinese Xi Jinping, il che implica l’evitare un’escalation nelle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.

Non è quindi sorprendente che Musk abbia tutelato i propri interessi economici assecondando le richieste di Pechino, come quando ha persuaso Trump a eliminare dal bilancio federale del 19 dicembre 2024 le restrizioni sugli investimenti statunitensi in settori strategici cinesi come l’intelligenza artificiale.

La questione Taiwan

In questa prospettiva, non stupisce neppure che Musk abbia suggerito una possibile resa di Taiwan alla Cina, una posizione che ha suscitato forti critiche tra i conservatori americani, sempre più in contrasto con la sua visione.

La strategia di Trump su Taiwan potrebbe fornire un'indicazione chiara dell'orientamento futuro delle relazioni tra Stati Uniti e Cina. Pechino considera l'isola parte del proprio territorio e si è impegnata a riportarla sotto il proprio controllo.

"Taiwan non ci offre nulla in cambio. Si trova a migliaia di chilometri da noi, ma a poche decine dalla Cina", ha dichiarato Trump a Bloomberg Businessweek, aggiungendo che Taipei ha preso il controllo del settore della produzione di semiconduttori. "Se vogliono la nostra protezione, dovrebbero pagarci per questo", ha affermato il tycoon.

 

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Daniel Moretti
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