C'è un indagato per la morte della 15enne italo-tunisina trovata senza vita in un appartamento Ater abbandonato di via Ambrosini, a San Bonifacio, nel Veronese. Si tratta di un uomo di origini nordafricane, senza fissa dimora, che, secondo gli inquirenti, avrebbe potuto vendere alla giovane la dose di droga che forse le è stata fatale.
La pista su cui si concentrano le indagini è quella di un'overdose. Come confermato dalla madre, la 15enne sarebbe stata da tempo afflitta da problemi di droga. Quando è stata trovata morta, lunedì 27 gennaio 2025, all'interno di una palazzina Ater abbandonata, non tornava a casa da qualche giorno.
"Qualcuno mi ha riferito di averla vista prendere un treno in stazione Porta Nuova con una donna brasiliana che l'avrebbe poi accompagnata nell'appartamento", ha spiegato la madre al Corriere della Sera, aggiungendo che insieme a lei "ci sarebbero stati anche una ragazza e tre ragazzi marocchini".
Per il momento, solo un uomo è stato iscritto nel registro degli indagati, con l'accusa di morte come conseguenza di altro reato (la vendita di stupefacenti). Gli inquirenti ritengono che possa essere stato lui a cedere alla giovane la dose fatale. Tuttavia, nei suoi confronti non è stata emessa alcuna misura cautelare. Restano molti elementi da chiarire.
Il servizio mandato in onda da Telearena ieri, 29 gennaio 2025.
La madre della 15enne chiede giustizia. "Ho perso una figlia e nessuno mi ha aiutata a salvarla", ha dichiarato ai giornalisti. "Nessuno potrà riportarmela indietro". "Ho tre figlie e lei era la più piccola", ha proseguito. "L'ultima volta l'ho vista domenica ma non mi aveva detto dove stava andando".
Il suo timore è che la giovane possa essere stata drogata da qualcuno che voleva abusarne. "Ho paura che me l'abbiano uccisa", ha detto, auspicando che le indagini accertino la verità dei fatti. Fondamentale, in tal senso, sarà l'autopsia eseguita nei prossimi giorni dalla dottoressa Federica Bortolotti.
La 15enne, residente insieme alla famiglia nel quartiere di Borgo Roma, avrebbe iniziato ad avere problemi di droga già dall'età di 12 anni. Per un certo periodo di tempo, secondo quanto riferito dalla madre, sarebbe stata in cura presso la comunità per tossicodipendenti di San Patrignano; poi sarebbe fuggita e tornata a casa. Sembra che dopo la seconda media avesse abbandonato gli studi e che i servizi sociali fossero a conoscenza della sua delicata situazione.
"Era seguita dai nostri operatori", ha confermato alla stampa l'assessora alle politiche sociali del Comune di Verona, Luisa Ceni. Che ha poi riflettuto su un problema più ampio. "Questa tragedia", ha dichiarato, "dimostra l'ernome fragilità della nostra gioventù su cui stiamo lavorando. Ci stiamo chiedendo perché spesso questi ragazzi non trovino altre risposte se non nella droga".
La morte della 15enne ha scioccato tutti; ma non è, purtroppo, l'unica di questo tipo. Si pensi, ad esempio, alla ragazza che lo scorso agosto è morta per un'overdose di anfetamine a Parma, anche lei di 15 anni. O, ancora, alla 19enne Sara Centelleghe, che ad ottobre è stata uccisa in casa a Costa Volpino da un suo coetaneo. Sembra che il giovane fosse entrato nell'appartamento alla ricerca di droga, venendo colto sul fatto.