La storia di un'eroina della comunità ebraica di Roma sta per arrivare in prima serata su Rai1. Elena Sofia Ricci interpreta Giulia Spizzichino, la donna partita alla volta di Bariloche, in Argentina, per scovare il carnefice che ha segnato per sempre la sua vita e quella della sua famiglia.
Il film "La farfalla impazzita" andrà in onda il 29 gennaio 2025 alle 21.30.
Il film La farfalla impazzita è basato sulla storia vera di Giulia Spizzichino, ebrea romana che ha visto i suoi parenti sterminati dalla furia dei nazisti nel 1944, quando aveva appena 17 anni.
Una vicenda che è uno spettro, una grigia tragedia per ventisei dei suoi familiari, deportati e massacrati sia ad Auschwitz sia alle Fosse Ardeatine. Un racconto crudo di come una giovane ragazza ha perso l’amato nonno, il piccolo cugino di cinque anni, Marco, i suoi zii, la madre e tanti altri.
Ecco una clip tratta dalla fiction e pubblicata direttamente sul profilo social di Elena Sofia Ricci:
Il focus della storia ci riporta avanti e indietro nel tempo, focalizzandosi su cinquant'anni dopo la strage della famiglia di Giulia: è lei l'unica sopravvissuta ai nazisti.
Nel 1994, mentre guarda la televisione, riconosce l'ufficiale nazista responsabile dell'uccisione dei suoi 26 parenti, Erich Priebke, nascosto in Argentina.
Mentre vive un'esistenza vuota, in cui difficilmente riesce ad affezionarsi alla sua nuova vita e alla sua famiglia, composta dal figlio Marco e dal marito Umberto, Giulia tenta con tutta la forza di lottare per chiedere l'estradizione dell'ex ufficiale nazista.
Per farlo, dovrà partire alla volta del Sud America, riaprire ricordi e ferite che hanno lasciato il suo cuore freddo per tantissimi anni. Potrà mai questo atto di coraggio liberarla di un peso tanto grande?
Durante la visione del film, rivedremo il dolore di Giulia e scopriremo i dettagli di una storia realmente accaduta.
Di seguito, una foto d'archivio della vera Spizzichino nel 1996, presso il Tribunale militare di Roma, durante la sua deposizione al processo a Erich Priebke per la strage delle Fosse Ardeatine:
Il nome deriva proprio dal racconto storico, dalla realtà raccontata in prima persona da Giulia Spizzichino. È proprio quello, infatti, il nomignolo che le era stato dato dal suo amico Stefano Perisiani per la sua capacità di volare via, scappare, sopravvivendo allo storico rastrellamento del ghetto di Roma; in seguito, da adulta, ha cercato giustizia, volando ancora.
Il soprannome è diventato, nel 2013, il titolo ufficiale del suo romanzo autobiografico La farfalla impazzita. Dalle Fosse Ardeatine al processo Priebke, in cui mette nero su bianco il suo tormento per l'esperienza che ha vissuto, da quando, nel 1938, a soli undici anni, faceva i conti con l'esclusione dalla scuola media per via delle leggi razziali.
Nel libro, scritto con Roberto Riccardi, viene spiegato e approfondito il significato della simbologia della farfalla. Le continue fughe hanno reso Giulia un insetto disperato, che sbatte contro il vetro, che vive perennemente la sensazione di essere destinata ad avere vita breve. Una farfalla più simile a una falena alla ricerca della luce.
Il romanzo ha ottenuto su Amazon una media di 4,4 stelle su 5 in indice di gradimento:
Nella tragedia, Giulia è riuscita a raccontare la sua storia, ma riaprire capitoli tanto bui è stato straziante. La donna ha partecipato a ogni udienza del processo a Priebke. Nel 1996, l'ufficiale nazista era stato assolto. Solo nel 1998 è stata dichiarata definitiva la sua condanna all’ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine.
L'esito, tuttavia, non ha mai portato vera pace nel cuore di Giulia.
La risposta è no. La sopravvissuta alla strage ci ha lasciati nel 2016 all'età di 90 anni. Non sono mancati gesti incresciosi antisemiti dopo la sua scomparsa. Addirittura, su un muro di Testaccio, quartiere d'origine della donna, è comparsa la scritta "Priebke Vive", affiancata da una svastica.
Immediatamente, i rappresentanti della comunità ebraica di Roma sono intervenuti segnalando con indignazione ogni manifestazione di odio e razzismo dopo la morte di Spizzichino.
Gli agenti del Pics della Polizia Locale di Roma Capitale hanno provveduto tempestivamente alla cancellazione delle scritte.