29 Jan, 2025 - 18:20

Israele resta sulle Alture del Golan: una nuova crisi con la Siria all'orizzonte?

Israele resta sulle Alture del Golan: una nuova crisi con la Siria all'orizzonte?

L’8 dicembre 2024, dopo 13 anni di guerra civile, l’offensiva dei ribelli jihadisti ha posto fine alla dinastia Assad che governava la Siria da diversi decenni. Le truppe israeliane hanno preso il controllo delle alture del Golan in seguito alla caduta del regime di Bashar al-Assad.

L’area demilitarizzata nel sud della Siria è ora nelle mani di Israele. Mentre la nuova leadership siriana sta muovendo i primi passi necessari per consolidare il proprio potere, Tel Aviv ha già annunciato l’intenzione di rimanere sulle alture del Golan senza dare una data di scadenza, ovvero “per il prossimo futuro”.

Il ministro della Difesa israeliano ha annunciato, il 28 gennaio, che le truppe israeliane rimarranno nella zona "a tempo indeterminato". In risposta, l'amministrazione siriana si è detta pronta a coprire le sue posizioni lungo il confine. La discussione intorno al controllo delle alture del Golan sembra destinata a essere oggetto di una nuova serie di tensioni.

Israele mantiene il controllo sulle Alture del Golan

Le truppe israeliane non lasceranno le Alture del Golan nel prossimo futuro. Il ministro della Difesa, Israel Katz, ha affermato che le forze israeliane rimarranno sulla cima del monte Hermon "a tempo indeterminato". Katz ha ribadito che ciò non permetterà alle "forze ostili" di insediarsi nella zona.

La zona demilitarizzata è stata istituita dall'Onu dopo la guerra arabo-israeliana del 1973 e comprende lo strtategico versante siriano del monte Hermon, nella Siria meridionale. Tel Aviv ha preso il controllo di questa zona dopo la caduta del regime Assad, sfruttando il ritiro dell'esercito siriano. Ha schierato le proprie forze nell'area strategica con particolare riferimento alle preoccupazioni sulla sicurezza nazionale.

I segnali di una prolungata presenza israeliana sulle Alture del Golan erano già stati dati. Il 17 dicembre, pochi giorni dopo il crollo del regime siriano, il primo ministro, Benjamin Netanyahu, aveva pubblicato un video girato sulla cima del monte Hermon, dove affermava che le forze israeliane non avrebbero lasciato la zona finché non fosse stato raggiunto un accordo che garantisse la sicurezza del proprio paese.

La Siria chiede il ritiro di Israele dalle alture del Golan

Alla luce delle dichiarazioni di Katz, l'amministrazione siriana ha dichiarato, il 29 gennaio, che è pronta a collaborare con l'ONU e a ripristinare le sue posizioni lungo il confine, in conformità con l’accordo del 1974, a condizione che avvenga l'immediato ritiro delle forze israeliane dalla zona demilitarizzata occupata sulle alture del Golan. Secondo quanto riportano i media locali, la questione è stata sollevata durante un incontro tra i ministri siriani e una delegazione delle Nazioni Unite.

Mentre l'incursione di Israele è stata criticata da alcuni paesi, non viene escluso un eventuale ritiro delle forze israeliane una volta che la situazione in Siria si stabilizzerà. Considerando le parole di Netanyahu sulla garanzia della sicurezza nazionale e le tempistiche per la ricostruzione indicate da al-Sharaa, è difficile fare previsioni sul futuro della zona. Il leader ad interim del paese, Ahmad al-Sharaa, aveva previsto la stesura della costituzione entro tre anni e le nuove elezioni entro quattro.

La stabilità in Siria

All'inizio del mese di gennaio, gli Stati Uniti hanno annunciato un allentamento di alcune sanzioni contro la Siria. Anche l'Unione Europea ha deciso di sospendere le sanzioni in diversi settori come energia e trasporti per un anno. Questa mossa da parte dei paesi occidentali mira a facilitare la ricostruzione del paese e, allo stesso tempo, contribuirà al processo di stabilizzazione.

La nuova leadership siriana ha accolto con favore la decisione, affermando che la grande sfida per la stabilità del paese sarà la revoca definitiva delle sanzioni. In particolare, le sanzioni economiche ereditate dal regime di Assad rappresentano un ostacolo per lo sviluppo sostenibile dell’economia del paese.

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Nazlican Cebeci
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