La liberazione del generale libico Nijeem Osama Almasri ha scatenato un caso politico e giudiziario senza precedenti nel nostro Paese. Il clamore mediatico suscitato dalla notizia degli avvisi di garanzia recapitati alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai suoi ministri potrebbe, però, avere un doppio risvolto positivo per il Governo.
Oltre a contribuire a polarizzare lo scontro con la magistratura, rafforzando la tesi del complotto dei giudici contro l’esecutivo, consentirebbe anche al Governo di astenersi dal rispondere in Parlamento in merito alle circostanze e alle ragioni che hanno determinato il rimpatrio con un volo di Stato del generale libico, accusato dall’Aja di crimini contro l’umanità.
L’indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Roma potrebbe, infatti, di contribuire a ‘insabbiare’ la verità sul caso Almasri, o almeno questo è ciò che teme una larga parte dell'opposizione di centrosinistra.
Oggi, intanto, il Governo ha deciso di annullare l’informativa dei Ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio che era prevista per questo pomeriggio alla Camera, scatenando le accese proteste dell’opposizione. Proteste che hanno portato a una sospensione dei lavori parlamentari fino a martedì della prossima settimana quando si terrà la nuova riunione dei capigruppo.
L’idea iniziale del Governo era quella di annullare l’informativa dei ministri della Giustizia e degli Interni in quanto avrebbero dovuto riferire in Assemblea di fatti e circostanze divenute oggetto di indagine giudiziaria da parte del Tribunale dei Ministri. Le proteste delle opposizioni hanno, però, spinto il Governo a ritornare suoi propri passi e a parlare di rinvio.
L’informativa prevista per oggi - mercoledì 29 gennaio - sarebbe dunque solo slittata a data da destinarsi.
Ha spiegato il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani a termine della riunione dei capigruppo a Montecitorio.
Nordio e Piantedosi avrebbero dovuto chiarire in Parlamento le circostanze relative alla liberazione e al rimpatrio del generale libico Almasri, nonostante sul suo capo pendesse un mandato d'arresto della Corte di Giustizia Internazionale dell’Aja per crimini di guerra e contro l'umanità.
Una vicenda spinosa sotto tutti i punti di vista per il Governo che nell’ultima settimana ha navigato a vista, evitando di rispondere nel merito al pressing dell’opposizione.
L’informativa di oggi sarebbe dovuta servire a chiarire i contorni del caso, ma le novità sul piano giudiziario hanno fatto slittare l’appuntamento.
Le opposizioni però sembrano determinate a portare il Governo in Parlamento, tanto da arrivare a paralizzarne i lavori per protesta. Dopo una mattinata concitata con diversi momenti di tensione, alla fine le conferenze dei capigruppo di Montecitorio e Palazzo Madama hanno deciso la sospensione dei lavori parlamentari in entrambi i rami del Parlamento fino a martedì 4 febbraio, quando i partiti si riuniranno nuovamente per valutare come procedere.
La vicenda della liberazione del generale libico ha compattato l’opposizione (compresi Italia Viva e Azione) che sta valutando nuove iniziative comuni per contrastare l’azione del governo.
ha detto il capogruppo del Pd, Francesco Boccia, al termine della riunione e parlando insieme ai colleghi del M5s. Avs e Italia Viva.
Ha dichiarato il leader di Avs Nicola Fratoianni che poi ha accusato il governo di:
Caso Almasri: la Meloni straparla sui social e scappa dal Parlamento. pic.twitter.com/boeZBL5d0y
— Davide Faraone (@davidefaraone) January 29, 2025
Garantista il deputato di Azione Ettore Rosato che parla di gestione dilettantesca della vicenda da parte del Governo.
Ieri Giorgia Meloni ha diffuso un video che è un condensato di falsità e arroganza.
— Riccardo Magi (@riccardomagi) January 29, 2025
Ha provato a riscrivere la storia sul caso Almasri, raccontando agli italiani che la colpa del suo rilascio sarebbe della magistratura.
La verità? Ovviamente è un'altra. Il ministro della… pic.twitter.com/Y9BOnEnMad
La linea della maggioranza resta quella tracciata ieri dalla Presidente Meloni nel suo video social, ovvero, puntare il dito contro la magistratura.
In merito allo slittamento dell’informativa, il governo è fermo sul principio che dopo l’apertura delle indagini i ministri non possano andare a riferire in Parlamento.
Ha dichiarato il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi.
Parla di ‘atto voluto’ e non dovuto il deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli e parla di “scorrettezza istituzionale” da parte della Procura di Roma che sapeva che oggi ci sarebbe l’informativa.