29 Jan, 2025 - 17:30

Il caso Almasri paralizza il Parlamento, ecco perché c’è il rischio che venga "insabbiato"

Il caso Almasri paralizza il Parlamento, ecco perché c’è il rischio che venga "insabbiato"

La liberazione del generale libico Nijeem Osama Almasri ha scatenato un caso politico e giudiziario senza precedenti nel nostro Paese. Il clamore mediatico suscitato dalla notizia degli avvisi di garanzia recapitati alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai suoi ministri potrebbe, però, avere un doppio risvolto positivo per il Governo.

Oltre a contribuire a polarizzare lo scontro con la magistratura, rafforzando la tesi del complotto dei giudici contro l’esecutivo, consentirebbe anche al Governo di astenersi dal rispondere in Parlamento in merito alle circostanze e alle ragioni che hanno determinato il rimpatrio con un volo di Stato del generale libico, accusato dall’Aja di crimini contro l’umanità.

L’indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Roma potrebbe, infatti, di contribuire a ‘insabbiare’ la verità sul caso Almasri, o almeno questo è ciò che teme una larga parte dell'opposizione di centrosinistra.

Oggi, intanto, il Governo ha deciso di annullare l’informativa dei Ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio che era prevista per questo pomeriggio alla Camera, scatenando le accese proteste dell’opposizione. Proteste che hanno portato a una  sospensione dei lavori parlamentari fino a martedì della prossima settimana quando si terrà la nuova riunione dei capigruppo.

Slitta l’informativa su Almasri, qual è la strategia del Governo? 

L’idea iniziale del Governo era quella di annullare l’informativa dei ministri della Giustizia e degli Interni in quanto avrebbero dovuto riferire in Assemblea di fatti e circostanze divenute oggetto di indagine giudiziaria da parte del Tribunale dei Ministri. Le proteste delle opposizioni hanno, però, spinto il Governo a ritornare suoi propri passi e a parlare di rinvio. 

L’informativa prevista per oggi - mercoledì 29 gennaio - sarebbe dunque solo slittata a data da destinarsi.

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È subentrata una questione nuova eclatante, quindi è necessaria una riflessione nel governo e appena possibile, forse anche prima della nuova capogruppo di martedì, il governo comunicherà chi riferirà al Parlamento. 

Ha spiegato il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani a termine della riunione dei capigruppo a Montecitorio.

Nordio e Piantedosi avrebbero dovuto chiarire in Parlamento le circostanze relative alla liberazione e al rimpatrio del generale libico Almasri, nonostante sul suo capo pendesse un mandato d'arresto della Corte di Giustizia Internazionale dell’Aja per crimini di guerra e contro l'umanità.

Una vicenda spinosa sotto tutti i punti di vista per il Governo che nell’ultima settimana ha navigato a vista, evitando di rispondere nel merito al pressing dell’opposizione.

L’informativa di oggi sarebbe dovuta servire a chiarire i contorni del caso, ma le novità sul piano giudiziario hanno fatto slittare l’appuntamento.

Parlamento paralizzato, opposizioni chiedono la verità 

Le opposizioni però sembrano determinate a portare il Governo in Parlamento, tanto da arrivare a paralizzarne i lavori per protesta. Dopo una mattinata concitata con diversi momenti di tensione, alla fine le conferenze dei capigruppo di Montecitorio e Palazzo Madama hanno deciso la sospensione dei lavori parlamentari in entrambi i rami del Parlamento fino a martedì 4 febbraio, quando i partiti si riuniranno nuovamente per valutare come procedere.

La vicenda della liberazione del generale libico ha compattato l’opposizione (compresi Italia Viva e Azione) che sta valutando nuove iniziative comuni per contrastare l’azione del governo.

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“Non andremo avanti con i lavori finché il governo non chiarirà i contorni della vicenda, che non è solo giudiziaria ma essenzialmente politica e molto grave,

ha detto il capogruppo del Pd, Francesco Boccia, al termine della riunione e parlando insieme ai colleghi del M5s. Avs e Italia Viva.

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“Siamo all’ennesimo tentativo di fuga dai doveri del Governo, quello innanzitutto di rispondere alle domande del Parlamento. Non riprendiamo i lavori se il governo non risponde perché è una vicenda di una gravità assoluta.”

Ha dichiarato il leader di Avs Nicola Fratoianni che poi ha accusato il governo di:

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“nascondersi dietro la scusa dell’indagine per non dire la verità sul fatto che il nostro paese è sotto ricatto sul piano delle politiche migratorie e energetiche e che ci sono evidentemente cose che Almasri sapeva e che sono indicibili e irraccontabili e che quindi consigliano di evitargli un processo.”

Garantista il deputato di Azione Ettore Rosato che parla di gestione dilettantesca della vicenda da parte del Governo.

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“La gestione di tutta la vicenda è stata dilettantesca che poi questa si trasforma in un’azione penale io penso che sia una forzatura che alimenta lo scontro tra politica e magistratura che non fa bene al nostro paese.”

Donzelli: “Confronto in Parlamento saltato per colpa della Procura”

La linea della maggioranza resta quella tracciata ieri dalla Presidente Meloni nel suo video social, ovvero, puntare il dito contro la magistratura. 

In merito allo slittamento dell’informativa, il governo è fermo sul principio che dopo l’apertura delle indagini i ministri non possano andare a riferire in Parlamento. 

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“E’ talmente surreale quello che è accaduto che dall’opposizione mi sarei aspettato solidarietà alle istituzioni. Per quanto riguarda l’informativa, l’opposizione sa benissimo che quando i ministri devono presentare al Tribunale dei Ministri una memoria, o, essere ascoltati è evidente che non possono venire in Parlamento perché c’è un principio di difesa. Il procuratore sapeva benissimo che oggi ci sarebbe stata questa informativa”.

Ha dichiarato il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi.

Parla di ‘atto voluto’ e non dovuto il deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli e parla di “scorrettezza istituzionale” da parte della Procura di Roma che sapeva che oggi ci sarebbe l’informativa.

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“Visto che era noto che il Governo avrebbe dovuto riferire in Aula, comunicare l’indagine subito prima ha impedito al Parlamento di confrontarsi con il Governo. È un atto politico? Non è mai accaduto che il Ministro della Giustizia, dell’Interno, le autorità delegate e il Presidente del Consiglio fossero contemporaneamente indagate. Sicuramente è un fatto che ha avuto una conseguenza politica enorme mai vista nella nostra democrazia.”

Lo scontro in Parlamento in tre punti

  1. Liberazione di Almasri: La liberazione del generale libico Nijeem Osama Almasri ha scatenato un caso politico e giudiziario in Italia, con i vertici del Governo iscritti nel registro degli indagati. Gli avvisi di garanzia alla Presidente Giorgia Meloni e ai suoi ministri hanno attirato l'attenzione mediatica.
  2. Rinvio dell'informativa: Il Governo ha deciso di rinviare e non annullare l'informativa in Parlamento sulle circostanze che hanno portato al rimpatrio del generale Almasri.
  3. Proteste dell'opposizione: Le opposizioni, tra cui il PD e il M5S, hanno criticato la gestione del Governo e chiesto chiarimenti in Parlamento, arrivando a paralizzare i lavori parlamentari per ottenere risposte. 
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Maria Rita Esposito
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