29 Jan, 2025 - 13:22

Alessia Pifferi ammalata, rinviato il processo d'Appello: la prima udienza slitta al 10 febbraio

Alessia Pifferi ammalata, rinviato il processo d'Appello: la prima udienza slitta al 10 febbraio

Slitta al 10 febbraio 2025 la prima udienza del processo d'Appello a carico di Alessia Pifferi, già condannata all'ergastolo per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, di soli 18 mesi, nell'estate del 2022 a Milano. "Sta male, non poteva essere presente", ha dichiarato l'avvocata Alessia Pontenani, che difende la donna, in aula, chiedendo il rinvio, che la Corte ha infine accolto.

Rinviato il processo d'Appello a carico di Alessia Pifferi

Nell'udienza inizialmente programmata per oggi, 29 gennaio 2025, i giudici avrebbero dovuto esprimersi sulla richiesta della difesa di una nuova perizia psichiatrica. In caso di rigetto, il processo d'Appello avrebbe potuto concludersi anche in giornata o, al più, domani. 

L'imputata, però, si è ammalata e, dopo aver presentato alla Corte un certificato medico, ha chiesto di non procedere in sua assenza, spiegando di voler "essere presente". Da qui il rinvio disposto per il 10 febbraio, data in cui, salvo ulteriori imprevisti, avrà ufficialmente inizio la discussione. 

Un breve estratto della puntata del 29 gennaio 2025 del programma Mattino 5 oggi.

Le motivazioni della condanna all'ergastolo in primo grado

La donna, attualmente reclusa nel carcere di Vigonovo, è accusata di omicidio volontario per aver lasciato morire di stenti - abbandonandola da sola in casa per cinque giorni e mezzo - la figlia Diana, di 18 mesi. In primo grado, è stata condannata all'ergastolo.

I giudici le hanno riconosciuto l'aggravante dei futili motivi, senza concederle alcuna attenuante. 

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Lasciare da sola in casa, con la consapevolezza di esporla anche al rischio di morire di stenti e disidratazione, per regalarsi un proprio spazio di autonomia, nella specie un lungo fine settimana con il compagno, non può che inverare la circostanza aggravante dei futili motivi,

hanno scritto nelle motivazioni della sentenza, evidenziando come, già in passato, la donna avesse tenuto comportamenti simili. Dal primo pomeriggio del 2 luglio al tardo pomeriggio del 4 luglio e poi nel secondo fine settimana dello stesso mese, per circa 72 ore, aveva abbandonato la piccola. 

Alla fine di luglio, la tragedia: quando tornò a casa, per Diana non c'era più nulla da fare. Secondo le ricostruzioni, Pifferi l'aveva lasciata su un lettino da campeggio con un solo biberon di latte. L'autopsia stabilì che la bambina era morta per la prolungata disidratazione, aggravata dalle alte temperature del periodo.

Il punto di vista della difesa

La difesa, rappresentata dall'avvocata Pontenani, ha sempre sostenuto che al momento dei fatti Pifferi non fosse cosciente. Ritiene, infatti, che sia affetta da "turbe psichiche e deficit cognitivi" che ne comprometterebbero la capacità di intendere e di volere (nonostante i risultati della perizia firmata dal professor Elvezio Pirfo affermino il contrario). 

Oggi la piccola Diana avrebbe compiuto 4 anni

"Oggi sarebbe stato il compleanno di Diana, avrebbe compiuto 4 anni e da due non c'è più", ha dichiarato ai microfoni di Tgcom24, prima del suo ingresso in aula, la sorella di Alessia Pifferi, Viviana. "Avrei voluto passare questi due anni con la bambina", ha aggiunto.

Difendendosi inoltre dall'accusa che più volte la difesa dell'imputata ha rivolto a lei e alla madre, sostenendo che non fossero presenti nella sua vita, che l'abbiano "abbandonata". "Se aveva altro da fare, poteva lasciarmi la bambina e lei lo sapeva - ha detto riferendosi ad Alessia -. Non era vero che noi non c'eravamo".

Si attendono ora sviluppi, con l'udienza in programma tra qualche settimana. In quell'occasione si capirà se la donna sarà sottoposta a nuovi accertamenti o meno, e successivamente sarà emessa la sentenza. 

Caso Pifferi, una sintesi per punti

  • Rinvio del processo d'Appello: la prima udienza del processo d'Appello a carico di Alessia Pifferi, condannata all'ergastolo per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, è stata rinviata al 10 febbraio 2025 per motivi di salute dell'imputata.
  • Dettagli della condanna e del reato: Alessia Pifferi è stata condannata per omicidio volontario aggravato dai futili motivi. I giudici non le hanno concesso attenuanti, ritenendo che abbia agito con dolo eventuale, cioè consapevole del rischio di morte che correva la bambina.
  • La posizione della difesa: la difesa sostiene che Pifferi soffra di problemi psichici che ne comprometterebbero la capacità di intendere e di volere e accusa e accusa la sua famiglia di averla "abbandonata". Accusa che sia la madre che la sorella respingono con convinzione. 
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Sara D'Aversa
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